Sui parchi in Lombardia il federalismo funziona al contrario: la Regione azzera i consorzi di gestione e si annette i poteri affidati ai Comuni. A meno di qualche ripensamento, una spudorata operazione di potere colpisce ancora una volta il verde, il territorio e l’integrità delle aree protette.
Non si può che rilanciare il grido d’allarme delle tante associazioni ambientaliste che in questi giorni hanno continuato a segnalare i dubbi e i pericoli di un’operazione considerata un salto nel vuoto: i precedenti di rapina del verde pubblico nei 24 parchi regionali, che costituiscono un terzo del territorio lombardo, dovrebbero mettere in guardia da una decisione che indebolisce la tutela di un sistema creato per garantire equilibrio, in una zona ad alta densità di traffico e industrie. È paradossale che il crollo di un argine difensivo per il verde passi proprio nella Regione che si prepara a ospitare l’Expo ambientalista e sostenibile del 2015. Ma che coerenza c’è tra i progetti di valorizzazione dell’agricoltura e delle cascine lombarde e la possibilità di espropriare fette di terreno da riservare al cemento, a interventi urbanistici che pesano su un habitat straordinario come il parco del Ticino o all’inutile terza pista dell’aeroporto di Malpensa? Troppe volte in passato l’eccesso di prudenza e l’indifferenza politica hanno avallato gli scempi sul territorio; troppe volte in nome di una discrezionalità di parte sono stati privilegiati gli interessi dei pochi beneficiati dalle concessioni edilizie. Negli ultimi vent’anni le grandi infrastrutture e il cemento si sono mangiati un pezzo di Regione grande quanto le città di Varese e Bergamo. E le previsioni parlano di altri 53 milioni di metri quadrati di aree agricole che rischiano di essere spazzate via. La nuova legge che la regione oggi si appresta a varare è un semaforo verde in questa direzione, una direzione sbagliata, affrettata, pericolosa. Per questo è naturale sollevare dubbi, proprio mentre le inchieste della Procura aprono interrogativi su altre procedure disinvolte adottate da alcune pubbliche amministrazioni, in nome di una presunta pubblica utilità. Anche qui, con la nuova legge si parla di doverosa necessità per salvare i parchi dalla sicura soppressione, dopo una norma maldestra approvata in Parlamento. Ma l’unica necessità è quella di rafforzare i controlli sul territorio. Non è sospetta una legge che va nella direzione contraria?