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Ugo Mattei
Elezioni amministrative e referendum: invertire la rotta
13 Maggio 2011
Articoli del 2011
Un appello a chi vuole liberarsi da Berlusconi e avviare l’uscita dal berlusconismo. Il manifesto, 13 maggio 2011

Non bisogna essere catastrofisti e pessimisti per vedere che le cose vanno di male in peggio. Sul fronte dell'economia, suona la solita triste musica, con il padronato privo di freni inibitori, il sindacato in fibrillazione, uno sciopero generale di cui si sono accorti in pochi, un ennesimo uomo di Goldman Sachs, questa volta in salsa italica, in procinto di scalare la Bce, e dulcis in fundo, l'Ocse che raccomanda di privatizzare l'acqua. Sul piano politico, ci siamo imbarcati in un'ennesima, stupidissima, illegale ed immorale guerra imperialista che costa, solo all'Italia, cento milioni di euro al mese e che causa una strage continua di migranti innocenti; i fascisti tornano aggressivamente in pista con mazze e coltelli ed i media di regime incolpano i centri sociali. Berlusconi si scopre timoroso del popolo sovrano e cerca disordinatamente di cancellare i referendum proponendo soluzioni truffa, giuridicamente impercorribili ma devastanti sul piano della comunicazione. Se fossimo in tempi normali, questo tentativo giuridicamente pasticcione altro non meriterebbe che una scrollata di spalle. Il sistema costituzionale prevede un controllo preventivo di legittimità costituzionale da parte del Presidente della Repubblica ed in questo caso davvero le condizioni per apporre la firma senza rinviare alle Camere non ci sono. Ma, con la teoria del «naturale sviluppo», è defunta la fiducia nella interpretazione costituzionale del Supremo Garante. Se il Decreto sarà convertito (ma il tempo stringe) Egli lo firmerà. Saremo quindi costretti all'ultimo momento a difendere a fondo i referendum di fronte all'Ufficio Centrale presso la Corte di Cassazione. Siamo ben provveduti ed in ottima compagnia (si veda l'appello su www.siacquapubblica.it) e affronteremo anche questo passaggio.

Di fronte a ciò impazzano i circenses di destra che abbrutiscono vieppiù popolazioni ridotte a consumatori a credito. A Londra il «matrimonio del secolo», da noi il rituale di beatificazione di un papa ossessivamente anticomunista e le parate militariste per i 150 anni della Repubblica. Chi si indigna per tutte queste miserie e vuole davvero farla finita con questa classe dirigente deve fare molta attenzione a utilizzare bene il proprio voto alle amministrative, scegliendo rigorosamente candidati che promettano un'autentica «inversione di rotta» con relativa rinascita di una credibile alternativa di sinistra. La situazione è molto variabile. A Milano è facile: Pisapia va sostenuto senza se e senza ma. Una sua vittoria nella città simbolo del craxismo e del berlusconismo avrebbe una portata politica dirompente. A Torino invece la sinistra è stata massacrata nel tritacarne delle primarie. Non c'erano le condizioni per partecipare, molti di noi lo avevano detto. Posto che Fassino non è votabile per una persona di sinistra, il voto va dato a Juri Bossuto, candidato di Fds e Sinistra Critica, che speriamo riceva molti voti disgiunti di quei compagni che voteranno consiglieri comunali di Sel, dei Verdi o del Pd (qualcuno di sinistra ancora c'è). Se l'antifassino di sinistra ottenesse un risultato significativo (per es. il 5%) si potrebbe tornare a far politica (e non antipolitica) di opposizione anche sotto la Mole. A Napoli c'è un'altra partita chiave. De Magistris, alleato con Fds, va sostenuto a spada tratta. Il suo programma, in gran parte opera di Alberto Lucarelli, co-redattore dei quesiti referendari e già esponente di punta della Commissione Rodotà, è un'autentica inversione di rotta. Una vittoria di De Magistris (con Lucarelli assessore ai beni comuni cosa importantissima in terra di spazzatura) avrebbe a sua volta una portata dirompente non solo in chiave antiberlusconiana (il che è ovvio), ma soprattutto sarebbe un'autentica spallata da sinistra al modo di pensare bipartisan dominate. Per questo occorre sperare che anche qui molti elettori di Sel e del Pd votino disgiunto.

L'inversione di rotta che può iniziare a Milano e Napoli si completerebbe poi il 12 e il 13 giugno con una clamorosa vittoria ai Referendum. In un mese da oggi possiamo creare le condizioni perché, almeno in Italia, tutto cambi. Non si possono risparmiare le energie.

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