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Vittorio Emiliani
Elezioni a Roma. Giù le mani dal centro storico e da via Giulia
12 Marzo 2013
Roma
«Il grandioso progetto Petroselli-Cederna di un parco dai Fori ai Castelli è tuttora un’idea-forza se la si sa riproporre assieme alla tutela attiva del centro storico».

«Il grandioso progetto Petroselli-Cederna di un parco dai Fori ai Castelli è tuttora un’idea-forza se la si sa riproporre assieme alla tutela attiva del centro storico». L'Unità, 11 marzo 2013

A Roma si voterà, per il Campidoglio, il 26 maggio. Gli ultimi risultati elettorali – ottimi per il successo finale di Nicola Zingaretti – hanno visto molto vicini, nel Comune di Roma, Pd e M5s. Si andrà al ballottaggio fra i loro candidati? In tal caso, i voti del declinante centrodestra confluiranno sul candidato 5 Stelle? Qualunque sia l’esito del primo turno, credo che fra i temi che più coinvolgono l’elettorato giovanile e popolare vi siano l’ulteriore avanzata del cemento nell’Agro romano a danno dell’ambiente naturale, ma anche dell’agricoltura, spesso di qualità, che vi si pratica, di altri possibili posti di lavoro, produttivi e stabili. La superficie urbanizzata copre già 55.000 ettari. Contro i 6.000 del 1951: + 816 %, mentre i residenti sono cresciuti del 58 % e molti “emigrano” fuori Comune.

Il grandioso progetto Petroselli-Cederna di un parco archeologico-agricolo-naturalistico dai Fori ai Castelli è tuttora un’idea-forza se la si sa riproporre assieme alla tutela attiva del centro storico (sempre più mortificato da un intensivo uso “bottegaio”), al recupero e al riuso corretto di tante zone dismesse, della precaria edilizia anni ’40-’50 semi-periferica e periferica, di almeno 150.000 alloggi realmente vuoti, invenduti o sfitti. Per proporre tutto ciò e non altro cemento, ci vogliono le mani (e le teste) libere da rapporti coi maggiori costruttori-immobiliaristi-proprietari che tanto hanno deciso delle sorti dell’area metropolitana di Roma, incatenandola all’idea vecchia e statica di uno sviluppo edilizio senza limiti quale “motore” di sviluppo. Col risultato di sottrarre capitali ad altre e più dinamiche attività, di far retrocedere Roma da primo a terzo Comune agricolo d’Italia, dopo Foggia e Cerignola, di creare nuove periferie tanto ricche di centri commerciali quanto povere di centri culturali, di servizi sociali e civili. Per non parlare dei tentativi di Alemanno di “ristrutturare” Tor Bellamonaca, dando ai costruttori premi tali da peggiorare l’esistente.

L’ultima “trovata” riguarda il centro storico, addirittura la regale via Giulia e il Lungotevere che fronteggia il Gianicolo e Sant’Onofrio. Alemanno ha insistito, pervicacemente, nel progetto di un mega-parcheggio sotto l’area fra il Liceo Visconti e la Moretta. Puntualmente le ruspe hanno incontrato importanti resti romani, le rimesse degli aurighi del Circo Massimo. Tutto incagliato ? No, perché la società privata Cam ha avanzato l’estrosa proposta di realizzare lì sotto, in project financing, un museo degli aurighi medesimi (ecco il fine pubblico che giustifica i mezzi privati). Da assegnare, s’intende, a loro per 45 anni, assieme al parking sotterraneo.

Parere preliminare della Soprintendenza archeologica? Sbalorditivo ma vero: favorevole. Sopra al parcheggio-museo la bellezza di 40.000 metri cubi divisi in cinque fabbricati, albergo e ristorante, uno “urban center”, attività commerciali, ecc. Sottraendo al Liceo Visconti l’area sportiva all’aperto esistente e oggetto, nel 2010, cioè ieri, di una convenzione col Comune per riqualificarla. Si costruisce verso via Giulia, ma anche su via Bravaria, fronte sul Lungotevere. Parere preliminare del direttore generale per il Lazio dei beni culturali, Federica Galloni? Sbalorditivo ma vero: favorevole. Del resto, è la stessa che ha lasciato infilare senza fare una piega una Pizzeria dentro la medioevale Torre Sanguigna (zona Navona). Pareri preliminari favorevoli di tutti i Dipartimenti comunali. Ma ora, di fronte a vibrate proteste, Alemanno e la CAM (che, dice, ha speso molto…), al posto del ristorante, propone appartamenti di lusso e un laboratorio di arte contemporanea, la dove il progetto dello svizzero Roger Diener, votato dai residenti, prevedeva un parco. Quindi, sono sempre migliaia di metri cubi in una delle zone più pregiate di Roma antica. La pratica dovrà andare in Regione dove, per fortuna, non c’è più Renata Polverini. Ma intanto ci si prova. A Roma e in tutta Italia. A volte, anche da parte di giunte di centrosinistra, minacciando l’integrità di splendidi centri storici nei quali bisogna invece far rientrare abitanti di ogni ceto sociale, laboratori artigiani, la vita vera e vissuta.

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