L'Italia di Renzi e la Francia di Hollande unite nell'appoggio al massacratore di Giulio Regeni e chiunque minacci di svelare il carattere repressivo del loro sanguinario compare d'affari egiziano. Chi da questi affaci ci erde lo sappiamo: Mazzeo ci ricorda chi ci guadagna. Contropiano.org, 9 aprile .2016
“Non siamo disposti adaccettare verità distorte e di comodo e se non ci sarà un cambio di marcia daparte degli inquirenti e delle autorità dell’Egitto, il governo potrà ricorrerea misure immediate e proporzionate”. Il 5 aprile 2016, intervenendo al Senatosul caso di Giulio Regeni, barbaramente torturato e ucciso al Cairo il 25 gennaio,il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha promesso il massimo sforzo per farluce sui mandanti e gli esecutori dell’omicidio del nostro giovaneconnazionale. Dopo il rifiuto degli inquirenti egiziani di consegnare i tabulatidi una decine di utenze telefoniche, il premier Renzi ha richiamato in Italia l’ambasciatoreal Cairo, Maurizio Massari. Per tanti analisti, il governo – stavolta – sembravoler fare sul serio.
Peccato però che ad oggi non esista atto concreto cherimetta in discussione la consolidata partnership politico-militare-industrialetra Italia ed Egitto o quantomeno congeli i trasferimenti di sistemi d’armapesanti e leggeri alle forze armate e di polizia del sanguinario regime diAl-Sisi. Al contrario, nelle stesse ore in cui il ministro Gentiloni faceva lasua minacciosa sortita in Parlamento, un’azienda leader nel settoreaerospaziale controllata in parte dalla holding Finmeccanica, Thales Alenia Space,annunciava la firma di un contatto di 600 milioni di euro per la fornitura di unsistema di telecomunicazione militare satellitare al governo egiziano.
L’accordo è stato raggiunto nel corso della recente visita al Cairo delpresidente Francois Hollande, sicuramente uno dei più accreditati sostenitoriinternazionali dei dittatori d’Egitto. Oltre al satellite co-prodotto da Italiae Francia, Hollande si è impegnato a fornire ai militari egizianicacciabombardieri e unità navali. In particolare, i cantieri francesi DCNSconsegneranno nel 2017 una corvetta tipo “Gowind 2500” a cui seguiranno altretre unità dello stesso tipo prodotte nei cantieri egiziani di Alessandria trail 2018 e il 2019.
La commessa ha un valore superiore al miliardo di euro, acui si aggiungeranno altri 3-400 milioni per la fornitura dei sistemi da combattimentoche in buona parte saranno prodotti da imprese controllate interamente oparzialmente dal colosso Finmeccanica. Le quattro corvette “Gowind” sarannoarmate infatti con cannoni 76/62 Super Rapido di Oto Melara (società diFinmeccanica S.p.A. con stabilimenti a Brescia e La Spezia), missili antinaveMM 40 Block 3 Exocet e VL MICA di produzione MBDA (Matra BAEDynamics Alenia),il maggior consorzio europeo nel settore missilistico, controllato per il 75%da Aibus e BAE System e per il restante 25% da Finmeccanica. Alla marinamilitare egiziana è giunta pure una fregata multiruolo tipo FREMM realizzatanei cantieri navali del gruppo DCNS. Anche in questo caso molti dei sistemi dicombattimento parleranno italiano. La nuova fregata sarà armata con i cannonida 76 millimetri Super Rapido di Oto Melara, con i missili antiaerei superficie/ariaAster 15 di Eurosam (un consorzio europeo formato da MBDA e Thales), con quellida crociera Scalp Naval e antinave Exocet MM40 (di produzione MBDA) e con isiluri anti-sommergibili MU90 (prodotti dal consorzio Eurotorp, costituitodalle società Thales e DCNS e dalla Wass di Livorno del gruppo Finmeccanica).
Proprio grazie alle commesse missilistiche per la fregata FREMM all’Egitto eper i cacciabombardieri Rafale che la Francia fornirà al regime del Qatar, ilconsorzio MBDA - Matra BAE Dynamics Alenia ha registrato nel 2015 un fatturatorecord di 5,2 miliardi di euro. Nel 2013, un’altra importante azienda delgruppo Finmeccanica, AgustaWestland, si assicurò un contratto di 17,3 milionidi dollari per la manutenzione e l’assistenza al parco elicotteri delle forzearmate egiziane. A fine 2012, sempre AgustaWestland consegnò all’Egitto dueelicotteri AW139 in configurazione ricerca e soccorso (SAR) e trasporto truppe,armamenti e materiali. Il contratto, per un valore di 37,8 milioni di dollari,fu sottoscritto con U.S. Army Aviation and Missile Command (AMCOM), il comandoaereo e missilistico dell’esercito Usa che trasferì poi alle autorità egizianei due mezzi italiani attraverso il programma Foreign Military Sales (FMS). AdAgustaWestland furono pure assegnate le attività addestrative dei piloti e delpersonale di terra e la fornitura delle attrezzature e dei ricambi necessariper la messa in servizio degli elicotteri. Nel dicembre 2010, anche l’aziendaDRS Technologies, con sede e stabilimenti negli Stati Uniti d’America mainteramente controllata da Finmeccanica, firmò con l’esercito Usa un contrattodi 65,7 milioni di dollari per consegnare alle forze armate egiziane veicoli,sistemi di sorveglianza e altre apparecchiature elettroniche.
“L’Italia èl’unico paese dell’Unione europea che, dalla presa del potere del generaleal-Sisi, ha inviato armi utilizzabili per la repressione interna nonostante la sospensionedelle licenze di esportazione verso l’Egitto decretata nell’agosto del 2013 dalConsiglio dell’Unione europea”, denunciano laRete italiana per il disarmo el’Osservatorio permanente armi leggere (Opal) di Brescia. “Nel 2014 l’Italia hafornito alle forze di polizia egiziane 30.000 pistole, prodotte nel bresciano enel 2015 di 3.661 fucili, per la maggior parte prodotti da un’azienda inprovincia di Urbino. Nel 2012 il valore delle esportazioni di armi italianeall’Egitto ha raggiunto i 28 milioni di euro e ha riguardato fucili d’assalto elanciagranate della Beretta, munizioni della Fiocchi, blindati della Iveco diTorino e apparecchiature specializzate per l’addestramento militare”.
Sempresecondo i ricercatori della Rete per il disarmo e di Opal, nel 2011 il governoitaliano autorizzò l’esportazione alle forze armate egiziane di 14.730 colpi completiper carri armati a cui si aggiunsero l’anno successivo 692 colpi con spolettapiù altri 673, tutti prodotti da Simmel Difesa di Colleferro, Roma. Sempre nel2011, fu autorizzata l’esportazione di 355 componenti per la centrale di tiroSkyguardper missili Sparrow/Aspide a cui sono seguiti, nel 2012, altre 1.000 componentiper la stessa centrale di tiro prodotta dalla Rheinmetall Italia Spa di Roma.Quello stesso anno il governo italiano autorizzò pure l’esportazione di 55 veicoliblindati Lizard prodotti dalla società Iveco, attrezzature del cannone navale 76/62Super Rapido di Oto Melara e apparecchiature elettroniche e software di SelexElsag (oggi Selex ES), altra azienda del gruppo Finmeccanica. http://antoniomazzeoblog.blogspot.it