del libro patrocinato da Italia Nostra Lombardia con l’intento di “rivedere” e “aggiornare” il pensiero di Antonio Cederna. L’immediato e deciso intervento di Giulio, Camilla e Giuseppe Cederna, cui fece seguito un appello di decine di intellettuali – da Alberto Asor Rosa a Corrado Stajano –, indusse Electa a interrompere subito la distribuzione del libro. Ma all’interno del consiglio nazionale dell’associazione la vicenda fu condotta molto maldestramente. La presidente Alessandra Mottola Molfino – d’accordo con la maggioranza – rifiutò di assumere qualunque provvedimento nei confronti degli autori del pasticcio. Mise anzi sullo stesso piano i responsabili del libro impropriamente attribuito a Cederna e i componenti del consiglio – soprattutto il sottoscritto, Maria Pia Guermandi ed Elio Garzillo – che contro quel libro avevano preso posizione pubblica, con il che avrebbero danneggiato l’associazione. Alla stampa fu comunicato che la vicenda si era conclusa nel migliore dei modi e tutti i consiglieri erano allineati alle posizioni della presidente.
Ho ricordato queste cose perché nei prossimi giorni i soci di Italia Nostra votano per il rinnovo delle cariche elettive e potrebbe finalmente concludersi uno dei periodi più tristi nella vita della benemerita associazione, un periodo caratterizzato da un’attività tanto estesa e propagandata, quanto superficiale, anodina e inconcludente. Solo un esempio. L’Aquila, in particolare il centro storico. A leggere i documenti ufficiali sembra che l’azione di Italia Nostra sia stata decisiva per il suo recupero. Ma non è così. A fine marzo [cfr. eddyburg] autorevoli esponenti del governo hanno formalmente condiviso un inaudito documento dell’Ocse e dell’università di Gröningen che propone di svuotare gli interni degli edifici del centro storico dello sventurato capoluogo abruzzese conservando soltanto le facciate. Una cosa inverosimile, che avrebbe preteso (e tuttora pretende) un energico e risoluto intervento sui vertici del ministero dei Beni culturali. Con i quali la presidenza di Italia Nostra vanta rapporti inutilmente cordiali.
Ma non è tutto. Il dato più grave dell’inerzia di Italia Nostra riguarda l’atteggiamento di fronte alla crisi della cultura, dell’etica, della politica che sta travolgendo la società italiana. In una realtà drammaticamente caratterizzata dalla perdita di riferimenti, nella quale la rappresentanza istituzionale non ha più credito, che sembra destinata al si salvi chi può, l’azione di un soggetto come Italia Nostra – storicamente impegnato in nient’altro che non sia l’interesse generale – dovrebbe essere obbligatoriamente orientata a ricomporre, compattare, organizzare brandelli di società intorno al nostro patrimonio d’arte e di cultura. Non per sostituirsi ai partiti, ma per contribuire con la propria specificità alla ricostruzione di un più vitale tessuto civile. Invece, in questa direzione, di Italia Nostra non è traccia se non nel senso di una retorica perorazione di buone pratiche.
Mi pare francamente più utile ed efficace l’azione di eddyburg. Penso all’impegno per lo stop al consumo del suolo, alla critica inesorabile alla mala urbanistica capitolina, all’attenzione sempre disponibile nei confronti di comitati e tensioni emergenti (anche all’Aquila). Perciò mi sembra importante segnalare la candidatura del direttore e del vicedirettore vicario al consiglio nazionale di Italia nostra insieme ad altri che possono considerarsi parte della squadra di eddyburg: una bella novità che può essere decisiva per la rinascita di Italia Nostra.
Concludo ricordando che in questi giorni è stato pubblicato un libro commissionato da Legambiente a Francesco Erbani su Antonio Cederna, nel quindicesimo anniversario della sua morte. Un libro che ricostruisce con puntualità il rigore e l’intransigenza di quel grande italiano, fondatore del moderno ambientalismo. Come sappiamo, Cederna è stato il più autorevole esponente di Italia Nostra ed Erbani lo scrive con esattezza. Che ciò sia raccontato in un libro voluto da Legambiente mi pare che sia meritevole di apprezzamento, non disgiunto dal rammarico per l’ennesima occasione persa da Italia Nostra.
In allegato il programma della lista: Nel nome di Cederna