«È singolare che il Comune e il sindaco uscente abbiano preso posizioni contro il passaggio delle Grandi Navi da San Marcoe poi non abbiano voluto questa mostra che ne documenta l’impatto».Non è tanto strano: tra il dire e il fare c'è una laguna di chiacchiere La Nuova Venezia, 13 luglio 2014 (m.p.r.)
Ora tutti vogliono fare anche a Venezia una mostra con le immagini di Gianni Berengo Gardin dedicata al passaggio «claustrofobico» delle Grandi Navi in laguna, che sono esposte da due giorni nell’esposizione che il Fai ha voluto realizzare a Villa Necchi Campiglio a Milano, presentando anche la nuova campagna del Fondo per l’ambiente Italiano dedicata ai Luoghi del Cuore da segnalare per tutelarli, che include anche il Canale della Giudecca, “segnato” dal passaggio delle navi da crociera. E lo stesso grande fotografo a rivelarlo il giorno dopo l’inaugurazione della sua mostra di cui si è parlato ovunque. «Oggi (ieri ndr) - mi hanno chiamato i rappresentanti di due fondazioni private veneziane, che si sono messe subito a disposizione per realizzare la mostra con le mie foto delle Grandi Navi anche in laguna, ma io ho risposto di no. La mostra a Venezia la voglio fare, ma in uno spazio pubblico, proprio perché il problema del passaggio delle navi da crociera e il loro impatto sulla città è un problema di tutti».
E torna, quindi, per Berengo, l’amarezza per non aver potuto realizzare da subito la mostra con le sue foto a Venezia, con tre istituzioni pubbliche che lo hanno tenuto «a bagnomaria» per oltre un anno, con una disponibilità apparente a realizzare l’esposizione, senza poi farne nulla. «È singolare che il Comune e il sindaco uscente abbiano preso posizioni contro il passaggio delle Grandi Navi da San Marco - commenta ancora Gianni Berengo Gardin - e poi non abbiano voluto questa mostra che ne documenta l’impatto». Berengo Gardin non lo dice esplicitamente, ma le tre istituzioni pubbliche che hanno di fatto detto no alle sue fotografie che stanno facendo il giro del mondo, fanno capo in buona parte proprio all’Amministrazione comunale e coinvolgerebbero in particolare la Fondazione Musei Civici e la Fondazione Bevilacqua La Masa.
«Nessuno mi ha mai fatto sapere esplicitamente che non voleva la mostra con le immagini delle Grandi Navi in Bacino di San Marco - ricorda Berengo Gardin - ma mi hanno fatto sapere che c’erano problemi di spazio, di calendario o di natura organizzativa, senza mai arrivare a una risposta precisa, fino a indurmi a rinunciare». La mostra delle foto di Berengo Gardin sulle Grandi Navi, l’avrebbe fatta volentieri Jiva Kraus, curatrice dell’Ikona Gallery, galleria privata veneziana che fa proprio delle mostre fotografiche il suo punto di forza. «È un’amica - commenta Berengo Gardin - ma le ho detto di no, proprio perché volevo fortemente che queste fotografie venissero viste in uno spazio pubblico. Del resto i titolari di altre due grosse gallerie private veneziane mi hanno detto che non avrebbero mai potuto fare una mostra con queste mie fotografie, perché gli avrebbero sicuramente spaccato le vetrine...».
Tema incandescente quello delle Grandi Navi a Venezia, dunque, anche se affrontato con l’ottica di un grande fotografo come Gianni Berengo Gardin. «Ma la mostra a Venezia con queste fotografie voglio comunque farla, non rinuncio a questa idea - insiste ancora - ma deve essere, appunto, in uno spazio pubblico, perché si tratta di un dovere civile quello di dibattere su un problema come questo, che riguarda l’immagine e l’integriità di una città come Venezia». E chissà che non possa essere lo stesso Fai veneziano - quello che è diventato di fatto uno spazio pubblico, pur non essendolo, come il Negozio Olivetti di Carlo Scarpa in Piazza San Marco - a pensare di portare finalmente anche in laguna le immagini di Berengo Gardin, che sta proponendo a Milano. A poca distanza dal passaggio quotidiano dei «Mostri a Venezia» - come è il titolo della sua mostra - in Bacino San Marco.