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DPEF: Strategia per la competitività e il riequilibrio territoriale
14 Febbraio 2007
Articoli del 2006
Estratti dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2007-2001, presentato da Romano Prodi e Tommaso Padoa Schioppa e approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 luglio 2006 (f.b.)

A indirizzare la spesa in conto capitale in questa direzione sarà il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 (di seguito: Quadro) che l’Italia definirà entro l’estate 2006 anche per accedere all’uso dei fondi europei. La politica regionale di sviluppo delineata nel Quadro sarà diretta a ridurre la persistente sottoutilizzazione di risorse del Mezzogiorno e contribuire alla ripresa della competitività e della produttività dell’intero Paese. Si intende perseguire una “strategia dell’offerta”, che attraverso la realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali e il miglioramento dei servizi collettivi conferisca redditività agli investimenti privati. Un aumento della convenienza a investire potrà tradursi in un incremento dell’attività imprenditoriale sia endogena sia esterna ai territori meridionali, con effetti positivi sui redditi e sull’occupazione. Per contrastare il rallentamento della dinamica della produttività nelle regioni del Centro Nord le politiche faranno leva sui punti di forza del sistema produttivo dell’area che, oltre a un settore agroindustriale in rinnovamento, a un settore turistico con rilevanti possibilità di miglioramento, e a produzioni tradizionali con prospettive di crescita dimensionale, comprende medie imprese in grado di affrontare i processi di internazionalizzazione e filiere quali la meccanica, capaci di sviluppare innovazioni sia di processo sia di prodotto e per tale via innescare un processo di modernizzazione utile all’intero Paese.

Sulla base degli impegni europei e dell’Intesa raggiunta da Stato e Regioni nel febbraio 2005, il Quadro conterrà un’indicazione delle priorità, le regole di condizionalità per il trasferimento dei fondi, incluse quelle a tutela del principio di addizionalità dei fondi comunitari, gli impegni finanziari settennali sulle risorse comunitarie e nazionali.

Nel prossimo settennio 2007-2013, in base all’accordo sulle Prospettive finanziarie dell’Unione europea raggiunto nello scorso mese di dicembre, le risorse comunitarie da utilizzare con Programmi nazionali, regionali e interregionali ammontano a circa 29 miliardi di euro. Le risorse nazionali a carico del Bilancio dello Stato richieste per l’accesso ai fondi europei saranno commisurate, secondo una programmazione anch’essa settennale: quanto al cofinanziamento, in base ai tradizionali tassi di cofinanziamento, integrati dalle dovute compensazioni per particolari aree;quanto alle risorse nazionali afferenti al Fondo aree sottoutilizzate, nella misura media dello 0,6 per cento del PIL, in linea con le leggi finanziarie degli ultimi anni. Verranno inoltre garantite, anche partendo dai limiti dell’esperienza passata, condizioni atte ad assicurare requisiti di aggiuntività finanziaria e strategica delle politiche regionali rispetto a quelle ordinarie.

Per quanto riguarda la strategia di assegnazione dei fondi, essa si muoverà sulla base dell’esperienza acquisita con il ciclo 2000-20061 e in linea con quanto prefigurato nella bozza tecnico-amministrativa di Quadro definita dalle Amministrazioni centrali e regionali con il partenariato economico e sociale, che ha identificato dieci priorità.

Quattro sono i principali obiettivi:

1. sviluppare i circuiti della conoscenza;

2. accrescere la qualità della vita, la sicurezza e inclusione sociale;

3. potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza;

4. internazionalizzare e modernizzare.



1) Sviluppare i circuiti della conoscenza

All’accrescimento delle conoscenze concorrono le azioni previste nell’ambito delle priorità “miglioramento e valorizzazione delle risorse umane” e “ricerca e innovazione per la competitività”. Si tratta di interventi per la qualificazione delle risorse umane e delle competenze in un contesto in cui, soprattutto al Sud, del tutto inadeguate appaiono le conoscenze diffuse dei giovani (cfr. par. 1). L’impegno finanziario in tema di istruzione andrà decisamente moltiplicato rispetto a quello, ancora insufficiente, destinato negli anni 2000-2006 al Programma nazionale sulla scuola. Va inoltre proseguito, orientato con maggior forza verso l’obiettivo dell’apprendimento lungo l’arco della vita e migliorato nella qualità, l’intervento di formazione, per il contributo che esso può dare alla capacità di inserimento nel mercato del lavoro degli individui e, in particolare, delle donne.

Nel campo della ricerca e dell’innovazione risorse superiori rispetto a quelle assegnate nel periodo di programmazione precedente saranno indirizzate, con criteri fortemente meritocratici a tre linee di intervento: finanziamento di centri d’eccellenza di standard internazionale presenti nel territorio meridionale; meccanismi di “mediazione” tra ricerca e mondo imprenditoriale in grado di valorizzare in termini di innovazione e di produttività i progressi della ricerca nazionale; promuovere la trasformazione della conoscenza in applicazioni produttive, anche valorizzando il ruolo delle tecnologie dell’informazione come fattore essenziale di innovazione.



2) Accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale

Le condizioni di vita dei cittadini e l’accessibilità dei servizi condizionano la capacità di attrazione e il potenziale competitivo di un’area.

Gli interventi sull’ambiente mireranno, innanzitutto, attraverso un incremento di risorse dedicate, ad accrescere la disponibilità di risorse energetiche mediante il risparmio e l’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Per i servizi idrici e della gestione dei rifiuti, saranno effettuati, in continuità con l’impostazione data nel 2000-2006, e con una identificazione di precisi obiettivi di servizio, investimenti rivolti all’efficienza e alla tutela del territorio.

Saranno previsti interventi per il miglioramento dell’accessibilità, con particolare attenzione alla logistica e alla disponibilità e qualità dei servizi sociali. Indispensabili risultano inoltre azioni che, soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno, contrastino e prevengano i fenomeni criminali, ripristinando condizioni di adeguata sicurezza. Esse andranno condotte con un forte impegno sulla qualità delle risorse umane coinvolte e con un legame alle iniziative territoriali, che è finora mancato. A questi obiettivi è rivolta la priorità “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale”, con accresciute risorse finanziarie.



3) Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza

Gli interventi previsti in questo ambito si rivolgeranno alla promozione della competitività delle filiere produttive, incidendo sulle posizioni di rendita che pongono un netto limite alle potenzialità di crescita dei territori. Essi saranno integrati con azioni specifiche e modalità volte a incrementare la concorrenza nell’accesso alle opportunità offerte dai programmi, nei mercati dei servizi di pubblica utilità, e alla creazione di esternalità positive per il sistema delle imprese .

Ad aumentare la competitività dei sistemi di imprese contribuiranno anche “progetti integrati locali”, in base alla priorità “competitività dei sistemi produttivi locali e occupazione” e interventi per la mobilità e la logistica. Potranno contribuire anche meccanismi fiscali automatici, come i crediti d’imposta, da finalizzare alla ricerca, alla crescita dimensionale, agli start-up innovativi. A tali azioni si affiancheranno quelle mirate ad aprire spazi alla concorrenza e a ridurre il peso della burocrazia sull’attività imprenditoriale.

Particolare rilievo assumono le potenzialità di alcune filiere produttive:

• l’agro-alimentare potrà avvalersi anche di interventi atti a rendere più accessibili i mercati di sbocco e a rafforzare la logistica (priorità “reti e collegamenti per la mobilità”e “apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse”);

• la filiera meccanica potrà attivare fra l’altro la necessaria promozione e valorizzazione di produzione di energia rinnovabile;

• la filiera del turismo culturale e ambientale potrà orientare il proprio sviluppo grazie alla concentrazione delle risorse su pochi grandi attrattori culturali e naturali che già beneficiano di flussi di domanda turistica internazionale (priorità “valorizzazione delle risorse naturali e culturali”);

• i servizi avanzati nel campo della scienza, delle nuove tecnologie e della cultura potranno meglio svilupparsi nei sistemi urbani e nelle aree metropolitane grazie a un più elevato sostegno finanziario alle azioni per connettere le città e i sistemi territoriali con le reti materiali e immateriali dell’accessibilità e della conoscenza, al rafforzamento della specializzazione delle funzioni urbane.



4) Internazionalizzare e modernizzare

L’apertura del Mezzogiorno ai flussi di merci e persone, nonché il suo potenziamento quale area di destinazione di investimenti diretti esteri potrà essere favorita da interventi infrastrutturali e logistici destinati a rafforzare la capacità di penetrazione commerciale delle imprese dell’area sui mercati di sbocco e l’attrattività di queste aree per gli investitori. Quest’ultima andrà anche promossa attraverso il rafforzamento di un programma dedicato. Le relazioni internazionali del Mezzogiorno, affiancandosi a un rafforzamento dell’azione di capacity building, accelereranno la modernizzazione complessiva.

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