loader
menu
© 2024 Eddyburg
Alberto Vitucci
«Diritto di critica» e il giudice archivia le accuse ai comitati
2 Marzo 2012
Vivere a Venezia
E' lecito criticare lo scandalo del Lido e i suoi autori e complici. Denunciare i misfatti non è diffamare, almeno a Venezia. La Nuova Venezia, 2 marzo 2012

Lido, prosciolti dal gip Lihard, Antinori, Pinarello e Salzano Non hanno diffamato Est Capital ma espresso giudizi

Progetti miliardari, polemiche e battaglie anche legali. La «cementificazione» del Lido ha trovato spazio in questi anni sui principali media nazionali ed esteri. Nel mirino i progetti affidati con i poteri del commissario straordinario alla finanziaria Est Capital. Deserto il primo bando, il secondo bando dell’orttobre 2010 era stato vinto proprio dalla società presieduta da Mossetto. Non più soltanto l’ospedale al Mare, ma anche la darsena e gli stabilimenti balneari (cordata con le società Mantovani, Condotte e Fincosit) e poi gli appartamenti nell’ex Forte di Malamocco, il restauro di Des Bains ed Excelsior. Progetti approvati ma per il momento non ancora decollati.

«E’ sicuramente diritto dei cittadini e delle associazioni ambientaliste in cui si riconoscono, esprimere valutazioni critiche, anche pesantemente critiche, in ordine all’operato della Pubblica amministrazione, specie quando coinvolgono il diritto alla salute e alla tutela dell’ambiente». Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari del Tribunale Giuliana Galasso ha disposto l’archiviazione della denuncia-querela per diffamazione intentata dalla società finanziaria Est Capital contro le associazioni ambientaliste del Lido e i loro portavoce Federico Antinori, Salvatore Lihard e William Pinarello e contro l’urbanista Edoardo Salzano autore del pamphlet «Lo scandalo del Lido».

La società presieduta da Gianfranco Mossetto, che ha vinto la gara per i progetti del nuovo Ospedale al Mare, si era sentita diffamata da alcune espressioni usate dai comitati e riportate dai giornali. In particolare aveva offeso gli imprenditori l’uso dell’aggettivo «anomala» riferito alla procedura utilizzata per la gara. Alla busta principale – quella per l’ex Ospedale – erano state aggiunte due buste supplementari, riguardanti le offerte per la darsena e il nuovo stabilimento balneare. Il giudice cita nell’ordinanza di archiviazione le dichiarazioni rese a verbale da Luigi Bassetto, vicedirettore generale del Comune che aveva condotto la trattativa. «Era la prima volta che accadeva», ha ammesso Bassetto. Dunque, l’utilizzo del termine «procedura anomala» non può essere considerato diffamatorio. «Una prassi che dunque ben può apparire anomala», scrive il giudice nel suo provvedimento, «e comunque in lingua italiana tra i sinonimi di anomalo non vi è illecito». Dunque, libertà di critica. E un principio che provoca soddisfazione tra i comitati.

«Non si poteva certo dire che quella procedura fosse normale», dice Lihard, «ma è singolare come il bando seguente sia stato riformulato non più come vendita dell’Ospedale ma con tre interventi. Comunque è stata riconoscita la libertà di critica. E questa la consideriamo una vittoria». L’attività del coordinamento, hanno precisato i legali della difesa, non è mai stata volta alla denigrazione della società Est Capital ma al merito dei problemi. «Continueremo con questo spirito», dice Lihard, «sperando non arrivino altre denunce. Si tratterebbe in tal caso di veri atti di intimidazione».

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg