Fra 2000 e 2008 l’edilizia ha galoppato trascurando il problema-casa per poveri, giovani, immigrati, anziani soli e però imbruttendo paesaggi unici. Oggi “Italia Nostra” chiama a raccolta a Roma, al Teatro dei Dioscuri, ottimi tecnici (Berdini, Cervellati, De Lucia, Guermandi, Roli, Salzano, ecc. alcuni anche suoi consiglieri) per ricominciare dai “princìpii” a ragionare
sulle “città vendute”, sui guasti dell’urbanistica contrattata con/per i privati, sul cemento dilagante, ecc. Dalla lotta contro il potere degli immobiliaristi ormai padroni di città e campagne emerge un decalogo acui ancorare pensiero e azione.
1. La città è un bene comune: deve garantire gli interessi collettivi, senza negoziazioni con gli quelli privati.
2. Moratoria delle nuove urbanizzazioni per rigenerare città e campagna.
3. Legalità: no condoni e piani casa.
4. No agli strumenti che vanificano la pianificazione (a partire dagli accordi di programma) e all’iniziativa privata come impulso alla pianificazione.
5. Destinare di nuovo a investimenti gli oneri di urbanizzazione.
6. Rilanciare la pianificazione paesaggistica Stato-Regioni in base al Codice.
7. Tutelare identità culturale e integrità fisica quale cardine della pianificazione urbanistica ordinaria, secondo i migliori esempi recenti.
8. Recuperare le immense periferie degradate, anche con radicali ristrutturazioni urbanistiche di abusi e speculazioni, vincolandole ad antisismicità e risparmio energetico.
9. Mobilità sostenibile: incentivare il trasporto pubblico e contenere quello privato.
10. Ridefinire regole per una vera trasparenza/partecipazione (a partire da comitati, associazioni ecc.) nel processo di formazione delle scelte.
Sani princìpii e scelte rigorose per una sinistra riformatrice di governo. Ovunque.