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Paola Mammarella
Decreto sviluppo, più certezza per la compravendita delle cubature
12 Giugno 2011
Articoli del 2011
Prosegue, nella duplice vergogna del silenzio generale e e della complicità dell’INU e del PD, la rivoluzione edificatoria del territorio. La destra prosegue nell’utilizzazione dell’invenzione riformista dei “diritti edificatori” . Edilportale, 10 giugno 2011

Trascrizione e tipizzazione dei contratti per la circolazione dei diritti edificatori come chiave a sostegno dello sviluppo locale

Dare più certezza alla circolazione dei diritti edificatori. Insiste su questo punto uno degli emendamenti al decreto sviluppo, che sta per iniziare l’esame in aula per la conversione in legge. L’argomento è stato ripreso anche da Inu, Istituto nazionale di urbanistica, che ha posto una serie di proposte all’attenzione dei parlamentari.

Secondo Simonetta Rubinato del Pd, lo sviluppo locale potrebbe essere incentivato dalla compravendita delle cubature. A tal fine sarebbe utile un panorama normativo certo, con la possibilità di trascrivere i contratti che trasferiscono i diritti edificatori. Evoluzione che eviterebbe l’insorgere di molti contenziosi.

Il tutto potrebbe essere completato dalla tipizzazione dei contratti di cessione di volumetria, che darebbe fondamento legislativo al principio della perequazione urbanistica, in base al quale tutti i terreni esprimono la medesima capacità edificatoria. La cubatura di competenza dei terreni non edificabili potrebbe quindi essere venduta a quelli edificabili.

Nel caso in cui il trasferimento avvenga a favore di enti pubblici territoriali, è proposto inoltre l’assoggettamento alle imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa. Al contrario, i privati non avrebbero margini di guadagno.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’Inu, che oltre a ribadire la necessità di una legge ad-hoc per il governo del territorio, ferma da anni nelle competenti commissioni parlamentari, ha proposto di inserire lo strumento della perequazione tra le misure per semplificare la realizzazione delle costruzioni private.

L’Inu si è concentrato su una migliore e più ordinata disciplina del Piano regolatore generale, che a suo avviso dovrebbe essere sdoppiato in una parte strutturale e in una operativa.

Le leggi regionali dovrebbero quindi disciplinare i contenuti del piano comunale e intercomunale individuando le componenti strutturali, operative, regolamentari o gestionali. La componente strutturale dovrebbe recepire tutti i vincoli ricognitivi previsti da leggi e da piani di settore, individuare altri valori territoriali da tutelare e compiere scelte di pianificazione. Nella componente operativa dovrebbero invece essere individuate le aree e gli interventi di trasformazione del territorio da promuovere in un arco temporale non superiore ai cinque anni.

L’Istituto nazionale di urbanistica ha infine proposto il ripristino dei tempi di certificazione dell’interesse pubblico sugli immobili storici, da riportare a cinquanta anni dopo che il Dl sviluppo ha innalzato la soglia a settanta anni.

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