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Comitato per la Bellezza
Declamare la Bellezza non serve, bisogna tutelarla
25 Giugno 2014
Beni culturali
Per restituire la bellezza perduta a ciò che resta del Belpaese basterebbe attuare l'articolo 9 della Costituzione. Una polemica posizione dell'Associazione "per la bellezza": una voce autorevole contro l'incauto tentativo di nascondere dietro la retorica il progressivo sabotaggio della Costituzione e dei limiti posti dai legislatori negli anni della saggezza. Inviato a eddyburg il 24 giugno 2013

Il Comitato per la Bellezza è stato gentilmente invitato a partecipare ad un confronto che si svolgerà venerdì prossimo alla Camera e che ha per tema l’inserimento all’articolo 1 della Costituzione della Bellezza come uno degli elementi fondanti dell’identità nazionale. Al confronto hanno aderito numerose associazioni, alcune dal passato importante. Non il nostro Comitato per la Bellezza. Noi riteniamo infatti - e l’abbiamo ripetutamente spiegato alla promotrice, on. Serena Pelegrino di SEL - che la Bellezza sia già ampiamente tutelata dalla nostra Costituzione all’articolo 9 laddove si dice che “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Solo che questo articolo rischia di rimanere - grazie anche al Titolo V della Costituzione e all’inerzia di troppe Regioni - inattuato. Per questo riteniamo necessaria un’ampia, documentata, cruda riflessione sulle continue violazioni, sui continui svuotamenti ai quali è sottoposto il fondamentale articolo 9. Altro che fare accademia sulla Bellezza di cui tutti parlano come “un brand” , anzi “il brand” italiano, in termini pericolosamente mercantili, mentre, ogni giorno, i nostri paesaggi, le nostre coste, le nostre montagne, persino i Parchi lasciati a se stessi, subiscono l’aggressione di nuovo cemento e asfalto, i centri storici, svuotati, rischiano di diventare sempre più rumorosi divertimentifici turistici, la tutela dei beni culturali e ambientali ha subito tagli di fondi e di personale qualificato spaventosi, da tramortire, le Soprintendenze vengono intimidite e ulteriormente indebolite da una campagna ormai quotidiana contro di esse, accusate, anche da uomini e forze di governo, di essere un “residuo dell’Ottocento”, di aver “incatenato” il processo di modernizzazione del Paese, di burocratizzare la tutela stessa, di basarsi su di un “pregiudizio estetico” (così Legambiente) per difendere paesaggi straordinari dalle pale eoliche...Non di aver invece fermato nei limiti delle loro esigue forze, mai adeguate, nuovi “mostri” e nuove degradazioni, non di aver realizzato, quando c’erano i fondi, splendidi restauri, di presentare ai turisti una costellazione comunque straordinaria di musei e di aree archeologiche, ecc.

Questi sono i veri problemi oggi. Una seria, civile, diffusa tutela (che è già, in sé, valorizzazione) passa da qui, da questi drammatici nodi che esigono una autentica “ricostruzione” del Ministero stesso, non declamazioni accademiche. Anni fa si voleva “migliorare” l’articolo 9 della Costituzione inserendovi la nozione di “ambiente” (come se il paesaggio non la contenesse già). Vennero presentate modifiche così pasticciate che si concluse di lasciar perdere. La prima parte della nostra Costituzione è quanto mai attuale: non ha bisogno di essere modificata, bensì di venire finalmente, puntualmente attuata.

per il Comitato per la Bellezza: Vittorio Emiliani, Desideria Pasolini dall’Onda, Luigi Manconi, Vezio De Lucia, Paolo Berdini, Gaia Pallottino.
Roma, 24 giugno 2014

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