loader
menu
© 2024 Eddyburg
Carlo Bonini
Dalla curva dello stadio alla guerriglia urbana
13 Gennaio 2008
Sardegna
Inquietante incontro tra politica e criminalità nell’assedio alla casa di Renato Soru.Solo per i rifiuti?La Repubblica, 13 gennaio 2007

All’alba, quando si contano i feriti (quattordici) e si dà un volto e un nome agli arrestati (sei, due i minorenni), la notte da cani di Cagliari mostra la velenosa miscela che l’ha incendiata

Per cinque ore, nella piazza su cui affaccia la basilica di Nostra Signora di Bonaria, lo squadrismo ultras ha cavalcato a colpi di spranga, sassi, bottiglie, l’odio politico predicato, nella notte tra giovedì e venerdì, sulla banchina del porto, dalla delegazione di parlamentari del centro-destra che aveva accolto la prima nave carica della "munnezza" napoletana. Chi era al porto giovedì – i deputati di Forza Italia Piergiorgio Massidda, Mauro Pili, ex presidente della giunta regionale Sardegna, e Salvatore Cicu, ex sottosegretario alla Difesa; il senatore dell’Udc Massimo Fantola; il senatore di An ed ex sindaco di Cagliari Mariano Delogu (come hanno riferito le informate cronache del giornale on-line "L’Altra Voce") – sabato non era sotto le finestre di casa Soru. Ma la miccia, assai corta, era stata accesa. Bisognava soltanto aspettare.

Ci hanno pensato in due-trecento degli "Sconvolts" (tanti ne hanno contati le riprese degli operatori di polizia e carabinieri). Tipi che di maccheronico hanno solo il nome, a quanto pare. I padroni della curva nord dello stadio Sant’Elia. Gente che, nel tempo, ha meritato le "5 stelle" Youtube per la violenza documentata dai video on-line dei loro scontri (da ieri, per altro, ricchi di una nuova saga). Degni – nei forum del tifo organizzato – di ricevere la genuflessa ammirazione di chi le ha prese in tutta Italia. Con post di questo tipo: «"Sconvolts" Cagliari… Quadrati, compatti, mani nude. Gente tosta. Duri. Più li colpisci e più ritornano. Vederli davanti in 37 al bar Bentegodi (lo stadio di Verona ndr.), dove non credo nessuno sia mai arrivato, è stata una cosa impressionante. Tecnica spaventosa. Prima linea, davanti, di dieci unità. A caricare. Venticinque dietro in supporto quando si apriva la prima linea. Potrei menzionare centinaia di casi. Senso di appartenenza spaventoso. Camminano in mezzo alla strada senza scorta. Un gruppo di fratelli». Odiano i napoletani. Dicono dal 1997, quando a Napoli si consumò la retrocessione del Cagliari in serie B dopo uno spareggio con il Piacenza e la città si trasformò per loro in una tonnara. Ma il calcio e il campanile, in questa storia, sembrano solo un’ipocrita foglia di fico. Osserva un alto funzionario della polizia di Prevenzione: «Vorrà pur dire qualcosa se in questa storia dei rifiuti, a Napoli, a incendiare Pianura, trovi i "Nis" (Niente incontri solo scontri), i "Mastiff", le "Teste matte", vale a dire le peggiori sigle della curva napoletana e a Cagliari ti ritrovi di fronte gente come gli "Sconvolts"». Già, vorrà dire qualcosa. Cosa? «Che come ripetiamo da tempo, come fu chiaro a tutti domenica 11 novembre a Roma, giorno in cui fu ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri e venne dato l’assalto alle caserme, siamo di fronte a una nuova forma di violenza. Liquida. Imprevedibile e disomogenea nella progettazione. Costantemente eversiva negli obiettivi: gli sbirri, i simboli del potere costituito. Ieri, appunto, le caserme. Oggi l’abitazione del presidente di una giunta regionale. Il calcio non c’entra più nulla. Non c’entra più da tempo».

Dice il questore di Cagliari Giacomo Deiana: «E’ gente che non ha niente a che fare con la protesta per i rifiuti. Ed è logico che qualcuno li abbia pagati. Fino ad una certa ora tutto si era svolto in modo tranquillo. Poi, da un gruppo ben individuato, sono partite pietre e bottiglie contro polizia e carabinieri e sono iniziati gli incidenti. E’ chiaro che qualcuno li ha mandati. Si è trattato di un’azione ben organizzata di cui queste persone si sono fatte strumento». "Manovali prezzolati", dunque. Ma da chi?

Fin dove la violenza di sabato notte sia "autoconvocata" – come sembrano inclini a credere a Roma gli analisti della Prevenzione – in ragione di un mutato dna del cosiddetto ultrà, in cerca di nuovi spazi che non siano solo gli stadi, e dove addirittura "comprata", come sostiene il questore di Cagliari, lo potranno chiarire, forse, le indagini avviate in queste ore. Resta un fatto, che tutti mette d’accordo, la circostanza che gli "Sconvolts" non solo hanno cercato lo scontro, ma lo hanno pianificato sin dalle prime ore del pomeriggio. La catena di sms che dava appuntamento per la sera di fronte alla casa del presidente della giunta regionale ha raggiunto centinaia tra le più disparate utenze cellulari di Cagliari. Un invio multiplo che evidentemente ha utilizzato "mailing list" normalmente nella disponibilità di chi lavora con la politica, non certo con le curve. Non solo. La falange squadrista che si è aperta la strada tra le bandiere di Alleanza nazionale, e Azione giovani, si era data tempo e modo di armarsi. Del sagrato della basilica di Nostra Signora di Bonaria non è rimasto nulla. Gli "Sconvolts" hanno metodicamente divelto con le loro spranghe prima la gradinata della Basilica, quindi i dissuasori di parcheggio, per poi dedicarsi all’antico acciottolato che, fino a ieri notte, riproduceva lo stemma dei Padri Mercedari. Napoli. Cagliari. Finisce qui il "lavoro" ultras? La risposta di un investigatore della polizia che da anni lavora sul tifo organizzato non annuncia nulla di buono. «Spero davvero di sbagliarmi, ma credo che siamo solo all’inizio. Per quello che siamo riusciti a capire in queste settimane, la partita dei rifiuti, per la sua dimensione nazionale, è un’opportunità estremamente ghiotta. Per la visibilità che offre ai ghetti delle curve. Per la dimensione sociale, che consente di dare un segno alla violenza. Immaginatevela un po’ questa gente. Se accoltella uno sbirro sul piazzale di uno stadio, gli argomenti sono pochi. Se lo sbirro se lo va a cercare in mezzo a una montagna di rifiuti, potrà sempre dire che lo ha fatto non più per difendere la sua curva. Ma il suo quartiere, la sua città, dai "veleni del potere". No, purtroppo Cagliari porta pessime notizie. Non è stato e non è un affare tra napoletani e sardi».

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg