Il Fatto Quotidiano, 5 maggio 2018. Imbrogli, imbroglietti e imbroglioni per tentar di cancellare il piano di Renato Soru per la difesa delle coste della Sardegna. Da che parte sta l'attuale presidente della Regione?
L’ urbanistica, si sa, in Sardegna è un tema delicato, su cui possono fondarsi i destini politici di una legislatura e su cui può cadere una Giunta. Ne sa qualcosa Renato Soru, il padre della legge salva coste e del piano paesaggistico regionale che si dimise, nel 2008, dopo la bocciatura in Consiglio Regionale di un emendamento alla legge urbanistica allora in discussione e da quel momento in poi rimasta in sospeso. L’onere di riprovarci è toccato all’attuale presidente Francesco Pigliaru, con un disegno di legge di riordino che avrebbe dovuto accogliere le rigorose indicazioni di tutela del Ppr del 2006 ma che in realtà, dicono gli ambientalisti, rischia di stravolgerle, dando il via libera a una nuova colata di cemento sulle coste sarde.
All’articolo 43 (“deroghe per programmi e progetti ecosostenibili di grande interesse sociale ed economico”) e l’allegato A4 sul calcolo del dimensionamento volumetrico assegnato per comune (oltre 9 milioni di metri cubi di cemento in più sulle coste sarde), che lo stesso presidente della Regione Pigliaru, nel corso di un’assemblea pubblica il 27 aprile, si diceva convinto di voler stralciare dal testo generale, insieme alle “grandi deroghe”, troppo arbitrarie, dell’articolo 43.
In questo clima, proprio mentre Pigliaru inaugura la fase d’ascolto pubblica estesa ai portatori d’interesse e alle associazioni, accade il giallo: il 30 aprile sul sito istituzionale della Regione compare per poche ore un testo “unificato” sulle “Norme per il governo del territorio”, contenente delle modifiche mai passate al vaglio del voto nella commissione competente, che provoca la rivolta degli alleati e il rischio di una crisi, poi rientrata dopo i chiarimenti dell’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu e la rimozione del documento dal sito.
Ad alimentare il giallo rimane però un avviso in carta intestata della Commissione Urbanistica che invita le parti interessate a visionare il “Testo unificato del dl 409 - Norme per il governo del territorio” . “Ma quale testo unificato? In Commissione non si era discusso di unificare i testi o di apportare modifiche, eravamo in piena fase istruttoria”. A parlare è Eugenio Lai (Mdp) che subito dopo aver appreso le novità è corso a chiedere spiegazioni sull’accaduto, pronto, se del caso, a ritirare la fiducia alla maggioranza in Regione. “Non c’è stata votazione articolo per articolo ” prosegue, “né tantomeno una votazione finale anche perché la roadmap stabilita da Pigliaru prevede prima l’apertura al dibattito pubblico e solo dopo il momento di sintesi all’interno della maggioranza”.
Cadono dalle nuvole anche gli ambientalisti, fra cui Sandro Roggio, già componente della Commissione Urbanistica regionale nell’era Soru ed oggi schierato contro il ddl Urbanistica: “Ci siamo trovati davanti un altro testo, per giunta con peggiorative . N e ll ’articolo 43 revisionato, ad esempio, i “grandi progetti” presentati su proposta della giunta vengono ora sottoposti all’approvazione del Consiglio regionale. Peccato che così ogni consigliere regionale si sentirà autorizzato a portare gli interessi del suo territorio, dai grandi investimenti del Qatar in Gallura a quelli di un piccolo imprenditore locale in Ogliastra. Un disastro”.