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Contro i parcheggi sotterranei nei centri storici
26 Settembre 2006
Un documento di Italia Nostra a difesa dell'integrità fisica dei centri storici. Settembre, 2006 (m.p.g.)

Il Consiglio direttivo di Italia Nostra, di fronte alla constatata diffusa ripresa(esaurite da oltre un decennio le velleitarie previsioni della legge Tonioli, fermamente allora avversata dall’associazione) di iniziative dirette alla realizzazione di parcheggi sotterranei nei centri storici, confermail giudizio che ribadì nel convegno nazionale di Napoli del dicembre 1995, motivando le ragioni di incompatibilità con il tessuto urbano storico di simili complesse infrastrutture, lesive della integrità fisica delle fondazioni dell’insediamento antico e fattori di ulteriore congestione del traffico (vera e propria resa definitiva del centro storico all’automobile); ritiene infatti che i parcheggi sotterranei costituiscano una radicale e irreversibile alterazione anche funzionale (diremo uno sviluppo per certo non sostenibile) del nucleo storico della città, posto al servizio dell’automobile come mezzo privato di trasporto in alternativa vincente al trasporto pubblico e a definitiva rinuncia di ogni ipotesi di pur parziale pedonalizzazione; osservaper altro che meramente illusorio è il risultato (in ogni caso non certo) di sopprimere il parcheggio di superficie, posto che quello sotterraneo specie se multipiano ha necessariamente ben maggiore capienza, con l’effetto di attrazione di un ulteriore traffico, anche vizioso nella ricerca spesso delusa di ricovero (si parla al riguardo di effetto “calamita” e “scommessa”) e dunque il parcheggio sotterraneo è moltiplicatore di circolazione automobilistica e fattore di congestione; mentre, se riservato ai residenti attraverso rapporti di concessione onerosa, costituisce una indebita privatizzazione di un bene collettivo – cioè di tutti- a favore di pochi privilegiati.

Italia nostra rileva come alla realizzazione dei parcheggi sotterranei nei centri storici si opponga infine la recente previsione del codice dei beni culturali e del paesaggio (suggerita da questa stessa associazione) che riconosce nelle piazze e negli altri spazi inedificati dei contesti urbani storici i caratteri di beni culturali, come tali assoggettati alla tutela e perciò al divieto, anche penalmente sanzionato, di “usi incompatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”, come lo svuotamento per la trasformazione in stive cariche di automezzi o per far luogo –è il diverso caso di piazza Matteotti a Perugia- a una vasta scalinata di accesso al progettato incombente centro commerciale (e se quella previsione normativa fosse stata operante all’avvio dei lavori per il parcheggio sotterraneo di piazza San Carlo a Torino, vincente sarebbe stata –non è irragionevole supporre- l’iniziativa giudiziaria allora opposta da Italia Nostra); si impegna quindi a contrastare con ogni legittima iniziativa la previsione di parcheggi sotterranei nella piazza Sant’Ambrogio a Milano (multipiano, per poco meno di seicento posti macchina, quasi a lambire le fondazioni della Basilica romanica, secondo un progetto motivatamente avversato dal Soprintendente di settore, ma imposto infine per “scelta politica”, come ha ammesso il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici), nella piazza Roma di Modena (l’avancorte del seicentesco palazzo ducale), perfino in più luoghi monumentali della città di Roma; ed insieme ogni ipotesi di invasione dei sottosuoli degli spazi pubblici inedificati, profondo sfregio nel corpo delle città storiche.

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