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Gianni Favarato
Conto alla rovescia per il via libera al Palais Lumière
8 Dicembre 2012
Venezia e la Laguna
Dalle cronache de

Dalle cronache de la Nuova Venezia di oggi, 8 dicembre 2012, una sintesi dei fatti recenti; in calce una lettera di Italia Nostra al 
Direttore del Mibac fa un po’ di chiarezza sulla fase della pesante e illegittima speculazione al centro dell’area veneziana e sul margine della Laguna, del4 dicembre scorso, in particolare sul possibile ruolo del Mibac: sarà rigoroso o complice?

Se sarà realizzato, il Palais Lumiere, con i suoi 255 metri d’altezza, sarà il palazzo più alto e voluminoso di tutta la pianura Padana, visibile fin dalle Dolomiti nelle giornate terse. Stando al progetto presentato, il grattacielo di Cardin avrà un basamento circolare dove troveranno posto un centro commerciale, un grande centro congressi, un teatro/auditorium da 7000 postiì, 10 cinema. Il tutto disposto su tre torri di altezze diverse: La torre A raggiungerà un’altezza di 255 metri con un massimo di 66 piani abitabili; la torre B sarà di 225 metri e 58 piani; la torre C di 209 metri e 54 piani. L'intero edificio sarà collegato tramite 6 dischi distanti tra loro 40 metri realizzati in una forma progettata tramite sistemi di simulazione Cfd (Computational fluid dynamics) grazie a cui l'effetto di carico aerodinamico sulla struttura è stato limitato ad uso anche di turbine eoliche di nuova concezione.
«Siamo pronti a convocare la conferenza di servizio decisioria per il Palais Lumière entro pochi giorni, ma non possiamo farlo finchè il ministro Ornaghi non chiarirà se la Soprintendenza dovrà o meno esprimere un parere sul progetto». Lo ha dichiarato ieri sera il vicepresidente della Giunta regionale, Marino Zorzato, dopo la riunione tecnica tenutasi nella sede dell’assessorato all’Urbanistica, a palazzo Linetti, per fare il punto sul progetto dello stilista italo-francese, Pierre Cardin, considerato dalla Regione «di rilevante interesse pubblico» e quindi assogettabile alle procedure semplificate e accellerate di autorizzazione, previste per gli accordi di programma. Si tratta, tanto per ricordarlo, di un un grattacielo con tre torri, 66 piani e alto ben 255 su un’area di circa 19 ettari a Marghera, di fronte al ponte Strallato, racchiusa tra tra via Fratelli Bandiera e via dei Pili. Secondo Zorzato, dopo il via libera di Enac alla costruzione di un palazzo superiore di 100 metri al limite di sicurezza previsto per le aree a vicolo del vicino aeroporto Marco Polo, l’unico ostacolo da superare resta proprio quella del possibile pare della Direzione regionale della Soprintendenza dei Beni Culturali e Architettonici sulla compatibilità paesaggistica del grattacielo di Cardin. Infatti, ora tutti pendono dalle labbra del ministro Ornaghi che dovrà chiarire se si debba considerare come “linea di battigia”, con il conseguente divieto di costruzione fino a 300 metri, anche i canali industriali come quelli che fronteggiano l’area dove dovrebbe essere costruito il Palais Lumière. «I nostri tecnici ieri hanno verificato che il progetto è sulla linea del traguardo» ha precisato ancora Zorzato «ma prima di convocare la conferenza di servizio decisoria dovremo aspettare la lecita e speriamo rapida decisione del ministro Lorenzo Ornaghi». Zorzato, insomma, resta ottimista malgrado, Soprintendenza a parte, il progetto del Palais Lumière sia ancora alla fase della progettazione, e malgrado i protocolli di bonifica non siano ancora stati messi a punto e gran parte delle aree necessarie non siano ancora state acquisite da tutti i privati e nemmeno dal Comune di Venezia, che ha grande bisogno di nuovi incassi per ripianare il deficit di bilancio. A tutt’oggi non è mai stato presentato dai progettisti di Cardin neanche il piano finanziario per realizzare l’opera che potrebbe costare complessivamente tra i 3 e i 5 miliardi di euro, ovvero ben di più del previsto. Il Palais Lumière è però sostenuto a spada tratta sia dal governatore del Veneto, Luca Zaia e il suo vice Zorzato, sia dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni che ieri ha bollato come degli incompetenti i cinquanta nomi illustri della cultura italiana (ai quali si sono aggiunti ieri altri 14 architetti firmatari della Carta di Cracovia) che nei giorni scorsi hanno inviato un appello a Napolitano affinchè fermi questo progetto che sfigurerebbe il paesaggio e l’antica storia di Venezia. «Su cinquanta nomi che si sono espressi sulla vicenda» ha dichiarato ieri Orsoni «credo che almeno 49 di loro non sappiano dove il Palais Lumière sarà effettivamente collocato: in una zona industriale in decadimento, fuori dai vincoli ambientali ed è necessario per l’equilibrio del bilancio comunale».

Una lettera di Italia nostra
Venezia, 4 dicembre 2012

l’Associazione Italia Nostra Onlus ha appreso dalla stampa locale che la competente Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Venezia e Laguna avrebbe richiesto al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi di esaminare il progetto Palais Lumière presentato dallo stilista Pierre Cardin.

Il parere paesaggistico, necessario per legge, in casi di particolare gravità tuttavia non viene espresso dalle locali Soprintendenze e Direzioni Regionali, ma direttamente dal ministero. Così è avvenuto per il progetto di restauro del Fondaco dei Tedeschi, dopo un esposto alla Procura presentato dal Presidente Nazionale di Italia Nostra.

Dopo il parere negativo alla realizzazione del Palais Lumière espresso nel luglio del 2012 dall’Enac (Ente nazionale aviazione civile) eccedendo la torre di 110 metri in altezza i limiti previsti dai vincoli di sicurezza per la vicinanza all’aeroporto, le pressioni di Regione, Provincia e Comune sull’Enac stesso - documentate dalla stampa locale - hanno portato l’ente alla concessione di una pericolosissima deroga, vicenda oggetto di un esposto da parte di Marina e Carlo Ripa di Meana.

Successivamente si è dovuto registrare un altro tentativo di ‘pressing’, sul ministro Ornaghi: «‘Gli ho chiesto cosa c’entra Marghera con la conterminazione lagunare’, dice Orsoni. Che da buon avvocato fa anche balenare la possibile richiesta danni se il ministero dovesse causare ritardi per richieste ritenute ‘illegittime’». Così un articolo sulla stampa veneziana.

Dal momento che il Sindaco è uno specialista di diritto amministrativo, sorprende vivamente che ignori come la zona ove sorgerebbe la torre risulti ubicata entro l’area sottoposta a vincolo paesaggistico nel quale è ricompresa tutta la Laguna. È, infatti, a ridosso della conterminazione lagunare (delimitazione del territorio lagunare fissata alla fine del XVIII secolo e aggiornata nel
1990 con decreto statale non discutibile, entro cui valgono le disposizioni e i regolamenti per la salvaguardia ambientale della Laguna), e dunque è sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi del D. Lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali) - Parte III, Art. 142 lett. a - Aree tutelate per legge (recepite da L. 431/1985 cd. ‘Legge Galasso’) che prevede una fascia di rispetto e di vincolo di 300 metri dalla linea di costa.

I quotidiani del 4 dicembre u.s. confermano l’esatta interpretazione di Italia Nostra, già espressa in una lettera all’UNESCO del 22 ottobre scorso (rimasta a tutt’oggi senza risposta, con la quale la nostra Associazione chiedeva che l’Organizzazione Mondiale prendesse dovuta posizione contro la torre).
Infatti il Direttore Regionale arch. Ugo Soragni - su indicazione dei tecnici degli uffici centrali di Roma - sollecita con una lettera la necessità che gli organi periferici del MiBAC partecipino agli incontri che esaminano il progetto e deliberano in proposito.

Visto quanto pubblicato sulla stampa locale il 4 dicembre u.s., Italia Nostra ringrazia Codesta Direzione Generale per il deciso intervento che consente ora di recuperare la legalità di un iter parso fino ad ora troppo accomodante.

L’associazione Italia Nostra Onlus auspica dunque che il Ministero prosegua a monitorare con particolare attenzione tutto il percorso della pratica e proceda a esercitare rigorosamente le proprie competenze esprimendo un parere paesaggistico negativo che non permetta interpretazioni equivoche o mediazioni compromissorie.Nel confidare che il Superiore Ministero nella sua massima espressione tecnica svolta a livello centrale intervenga con precisione, tempismo e fermezza nella difesa del patrimonio culturale veneziano, troppo spesso usato per fini di mero business, La preghiamo di accettare i sensi della nostra stima e restiamo a disposizione per ogni eventuale approfondimento o necessità documentale.

Distinti saluti.
il presidente della sezione di Venezia Lidia Fersuoch

Altri articoli sull'argomento nella cartella Vivere a Venezia su archivio.eddyburg.it

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