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Lodo Meneghetti
Coniglio contro Sisifo
26 Maggio 2010
Recensioni e segnalazioni
Recensione del libro di Marco Ermentini, «Architettura Timida. Piccola enciclopedia del dubbio». sarà pubblicata anche su AL Architetti lombardi

Marco Ermentini, Architettura Timida. Piccola enciclopedia del dubbio, Nardini Editore, Firenze 2010, pp. 95, euro 18,00

Gli architetti razionalisti radunati attorno alla rivista «Quadrante» - diretta da Pier Maria Bardi e Massimo Bontempelli - definivano «arrogante» l’architettura diversa da quella, la loro, fondata sulla ragione, la chiarezza e la proprietà delle forme e dei contenuti, sul rifiuto di elementi decorativi superflui. Insomma, l’architettura razionalista. Arrogante era l’edilizia «del mercato immobiliare», diremmo ora, ma anche una parte dell’architettura del Novecento milanese d’autore, persino la Ca’ Brütta di Colonnese e Muzio, se, eretta in basi ad altissimi indici di sfruttamento fondiario, era costata la distruzione di «uno dei più romantici giardini della Milano ottocentesca» (Piero Bottoni). Ora, nel nostro tempo dai tanti valori morali perduti, l’arroganza e, come ci insegna l’incantevole libretto di Marco Ermentini, l’intolleranza e la violenza, spesso la stupidità, contraddistinguono buona parte dell’architettura e del restauro. Come comportarsi, da architetti, se non all’incontrario?

Ermentini ha fondato con il filosofo Andrea Bortolon e l’artista Aldo Spoldi nel 2000 all’Accademia di Brera la SAA (Shy Architecture Association), movimento per l’architettura timida che auspica «un modo più discreto di situarci nella realtà utilizzando la non violenza verso le cose» (p. 74). Gli architetti devono conoscere con amorevolezza gli edifici, essere pazienti, delicati, desistenti, lenti come Bartleby lo scrivano del racconto di Melville. «Preferisco di no» diceva di fronte a certi ordini che non corrispondevano al suo modo di stare al mondo in maniera silenziosa, riservata, nascosta. Il carattere del bravo architetto o restauratore si modelli non su quello di Sisifo, potente, astuto e fraudolento, ma su quello del coniglio, delicato, riflessivo e leale.

Un armamentario di cento lemmi, termini singoli o brevi titoli, ognuno dotato di un’immagine, illustrativa o traslata, ci guida lungo un’«enciclopedia del dubbio» che ci offre invece le basi di una serena certezza. Minime narrazioni, intelligenti contestazioni, amare e dolci ironie, fulminanti paradossi: tutto si tiene, come le stratificazioni dell’anti-restauro perorato da Ermentini, per approdare alla regola ultima della «rivoluzione timida»: applicare la «metanoia» e la «cairologia», ossia «convertirsi a un rapporto più cordiale e armonioso con i sistemi naturali» (p. 71), trovare la misura e il momento giusti, opportuni.

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