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Enrico Tantucci
Comune ostaggio di Prada e Benetton 14 milioni «congelati»
21 Febbraio 2012
Vivere a Venezia
I moderni dogi di Venezia si sono messi nelle mani di Benetton e Prada, vendendo cose che non erano loro. Ma sono furbi. La Nuova Venezia, 21 febbraio 2012, con postilla

Comune «ostaggio» di Prada per Ca’ Corner della Regina e di Benetton per il Fontego dei Tedeschi, visto che 8 milioni di euro della vendita dell’ex sede dell’Asac (l’Archivio storico della Biennale) e 6 milioni di indennizzo per i cambi di destinazione d’uso dell’ex sede delle Poste centrali di Rialto sono «congelati» dai privati in un fondo vincolato in attesa di sapere se i progetti di trasformazione saranno approvati da Ca’ Farsetti e dalle altre autorità competenti. A sollevare il caso è il presidente della Commissione consiliare Bilancio Renato Boraso che ha convocato per giovedì nell’organismo l’assessore competente Sandro Simionato per un’«informativa sui riflessi sul patto di stabilità 2012 in relazione ai procedimenti amministrativi riguardanti Ca’ Corner della Regina e Fondaco dei Tedeschi». «Vogliamo chiarezza e trasparenza dal Comune - attacca Boraso - perché i 40 milioni di euro della vendita di Ca’Corner della Regina e i 6 della valorizzazione del Fontego sono già stati inseriti in bilancio ai fini del patto di Stabilità.

Ma di quei 46 milioni, 14 in realtà non ci sono, perché vincolati al fatto che Prada e Benetton restino poi soddisfatti dell’approvazione effettiva dei relativi progetti. E’ una situazione assurda e assai poco trasparente, vogliamo capire se possiamo realmente contare su quegli 8 milioni per Ca’ Corner della Regina e sui sei per il Fontego o se il bilancio del Comune e il rispetto del Patto di stabilità possono essere messi in crisi dai “capricci” dei loro nuovi proprietari, lasciando l’Amministrazione alla loro mercè».

Effettivamente, nel contratto di compravendita che il Comune ha stipulato con la Petranera srl - una controllata del Gruppo Prada - si legge che «qualora, decorsi due anni dalla data di sottoscrizione del presente contratto, non sia approvata da tutte le competenti autorità la summenzionata destinazione d’uso del piano secondo dell’immobile, la parte acquirente avrà diritto ad una riduzione del prezzo per un importo pari a 8 milioni di euro». E, come è ormai noto, nella convenzione che lo stesso Comune ha stipulato con Edizione Property - la società immobiliare del gruppo Benetton - i 6 milioni di euro di indennizzo sono a loro volta vincolati al rilascio di tutte le autorizzazioni necessari ai cambi di destinazione d’uso da parte dell’Amministrazione, ma anche al sostanziale rispetto del progetto dell’architetto olandese Rem Koolhas, che prevede anche la maxiterrazza sul tetto con vista Rialto di cui si continua a discutere, in attesa dell’ultima parola del Ministero dei Beni Culturali.

Prova a gettare acqua sul fuoco proprio l’assessore Simionato: «Per il Comune e il rispetto del patto di stabilità non c’è alcun problema con gli accordi con Prada e Benetton per Ca’ Corner della Regina e Fontego dei Tedeschi. Quei soldi li abbiamo incassati e anche se in parte su un fondo vincolato, valgono comunque ai fini del rispetto dei nostri vincoli di bilancio. Se poi tra due anni, nel caso di Ca’ Corner della Regina, Prada non dovesse ritenersi soddisfatto della progettazione che gli sarà consentita all’interno dell’edificio, vorrà dire che gli restituiremo quegli 8 milioni di euro». E l’incertezza resta.

postilla

Come se dicesse: “Io Comune ha venduto a Benetton e a Prada qualcosa che non era nella mia disponibilità, quindi so che (a meno di non passare sulle regole della tutela come un bulldozer e concedendoti di fare gli scempi che ti servono per mercificare i beni che ti ho donato) dovrò restituirti quello che hai fatto finta di regalarmi, ma intanto ho messo in bilancio quello che provvisoriamente ho incassato, quindi sono a posto con il patto di stabilità”. Ma questi amministratori li abbiamo scelti o ce li hanno imposti?

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