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Alberto Vitucci
Comitatone fra 8 giorni: ultimo ostacolo per il Mose
14 Novembre 2006
MoSE
Quella di Prodi non è la prima forzatura: avevano cominciato Amato e D’Alema. Quanto è forte la lobby bipartisan del Consorzio! Da la NuovaVeneziadel 14 novembre 2006

VENEZIA. Comitatone a Roma, il 22 novembre. Dopo il colpo di spugna sulle alternative al Mose, Palazzo Chigi convoca l’attesa riunione che dovrà decidere sul futuro della salvaguardia. Il governo ha deciso di andare avanti con i lavori alle bocche di porto. Ma i ministri Mussi e Pecoraro Scanio annunciano battaglia. E il sindaco Cacciari presenterà un ordine del giorno da mettere ai voti.

Riunione. Ne ha parlato ieri mattina in una riunione dei capigruppo di maggioranza, in cui si è deciso di ribadire la linea già approvata dal Consiglio comunale del 5 giugno scorso. «Verifica approfondita delle alternative» (che il Consiglio dei ministri ha bocciato con il voto contrario di tre ministri, Pecoraro, Mussi e Ferrero, e l’astensione di altri due, Bianchi e Damiano). Ma anche il monitoraggio ambientale dei lavori in corso, l’avvio di sperimentazioni con sistemi reversibili per fermare l’acqua alta e l’approccio sistemico alla salvaguardia della laguna. Significa che il Comune, pur prendendo atto che il governo ha deciso di accelerare, non rinuncia a esporre le sue ragioni e appoggia la linea del sindaco. Una linea a cui si è associato ieri anche Sebastiano Bonzio di Rifondazione.

Il sindaco. «Ognuno si prenderà le proprie responsabilità - ribadisce Cacciari - sul documento chiederò che si vada ai voti». Posizione illustrata anche a una delegazione dell’Assemblea permanente «No Mose», che è stata ricevuta in municpio. «E’ un’altro schiaffo alla città - dice il portavoce Luciano Mazzolin - si è deciso di mandare avanti un progetto inutile senza ascoltare 12.500 persone che hanno firmato la petizione per bloccare i lavori, il sindaco di questa città e i tanti tecnici che hanno espresso dubbi. Ci riuniremo allo Iuav e decideremo il da farsi. Manifestazioni per il giorno della Saluite o a Roma lo stesso giorno del Comitatone».

La sfida. Una partita che molti considerano ancora aperta. «Dobbiamo tentare in tutti i modi - dice il capogruppo dei Verdi Beppe Caccia - di evitare una decisione scellerata, che imporrebbe sulla testa della città un progetto sbagliato, inutile, dannoso e costosissimo. Insomma, il bidone del secolo». «Il governo detto sì al Mose - spiega il segretario dei Ds Michele Mognato - noi eravamo convinti delle alternative ma ora occorre che il Comune sia protagonista sul fronte del monitoraggio dei cantieri e sul miglioramento ambientale».

I precedenti. Ma la battaglia non si ferma. E c’è chi ricorda che non è la prima volta che il governo tira dritto davanti alle osservazioni negative di organi tecnici sul progetto Mose. Era successo nel 1990 con Prandini dopo la bocciatura del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, nel 1999 e 2001 con i governi D’Alema e Amato che avevano rinunciato a sostenere la Valutazione di impatto ambientale negativa del ministero.

Aventi tutta. Intanto i lavori proseguono. E ieri il precomitato di magistratura, esperti e ingegneri del Magistrato alle Acque riuniti a palazzo Dieci Savi, ha dato il via libera ad altri 3 progetti esecutivi che riguardano il Mose. Due per la bocca di Malamocco, con le protezioni ai fondali per preparare la base dei cassoni. Uno per il secondo stralcio del porto rifugio di Treporti, in bocca di Lido. Qui dovranno essere costruiti i grandi cassoni in calcestruzzo che saranno poi sistemati sui fondali della laguna. Un cantierie che in un primo momento non era previsto al Lido. «Ma la commissione di Salvaguardia ha deciso così», dice la presidente Piva. Così al Lido, verso Punta Sabbioni, dovrebbe cominciare l’attività di costruzione dei manufatti largi fino a 150 metri per 30. Saranno posati sul fondo su 12 mila pali in calcestruzzo. Dai fondali della laguna saranno estratti milioni di metri cubi di materiale, sostituiti con 8 milioni di metri cubi di calcestruzzo. L’intervento «pesante» che prelude all’ultima fase di costruzione del Mose: la posa delle paratoie. Intanto alle tre bocche proseguono i lavori preliminari, per le conche e i porti rifugio, e di preparazione al Mose vero e proprio, già finanziati con 1200 milioni di euro dal Cipe.

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