L’inaudito attacco scatenato contro Carlo Azeglio Ciampi da Silvio Berlusconi, con il dichiarato proposito di sostituirsi al capo dello Stato su materie delicatissime come lo scioglimento delle Camere e la data delle elezioni, dimostra che questo personaggio non si ferma e non si fermerà davanti a nulla pur di non mollare palazzo Chigi. Sta per deflagrare, insomma, con le conseguenze più gravi e imprevedibili, l’anomalia finale di un premier che considera la democrazia e i suoi istituti degli accessori facoltativi da mettere sempre e comunque al servizio del suo personale potere. Attraverso strappi e forzature, leggi ad personam e conflitti di interessi, occupazione delle televisioni e manovre intimidatorie contro l’opposizione, si è così venuta realizzando al vertice del governo una sorta di autocrazia di stampo caucasico; un’escrescenza prepotente, decisa a non rispondere dei propri comportamenti a nessuno dei poteri elencati nella Costituzione della Repubblica Italiana. E quindi non risponde alla magistratura che è stata anzi colpita e perseguitata come mai era accaduto in Europa; ciò per puro spirito di vendetta determinato dai numerosi processi per corruzione a cui l’imputato premier è riuscito comunque sempre a sottrarsi dileguandosi attraverso le maglie larghissime delle prescrizioni. E quindi non risponde al Parlamento costretto ad approvare le leggi più ingiuste e vergognose a colpi di maggioranza, di quella maggioranza formata in larga parte da suoi dipendenti o da esponenti politici assoggettati o troppo deboli per potergli dire di no.
E quindi, adesso, non risponde neppure al presidente della Repubblica e anzi lo minaccia facendo persino balenare l’ipotesi di far eleggere il successore di Ciampi dalle Camere uscenti e non da quelle rinnovate dal voto dei cittadini. Cosicché, visto che la maggioranza dei deputati e dei senatori è ancora sotto il suo controllo, c’è anche l’incubo di una elezione di Berlusconi al Quirinale.
Ma Ciampi, fortunatamente, è ancora il nostro presidente e lo resterà, nella pienezza delle sue funzioni, fino alla scadenza del settennato fissata il 19 di maggio. Possiamo dunque stare certi che tutti i tentativi di aggirare la Costituzione saranno respinti con la massima determinazione. Costituzione, ricordiamolo, che è stata già manomessa per effetto di quella sciagurata riforma approvata con il consenso dei bravi ragazzi Bossi, Fini e Casini e che, per fortuna, gli italiani avranno modo di rispedire al mittente con il prossimo referendum.
Se Ciampi farà il possibile, Berlusconi farà l’impossibile, come sta già facendo, per avvelenare il clima elettorale. E più i sondaggi lo daranno per sconfitto e più lui si adopererà per introdurre nuove rotture, nuove provocazioni, nuove aggressioni nei confronti di chi gli si oppone. E quando dalle urne uscirà la vittoria dell’Unione, lui, stiamone certi, griderà che l’Unione ha organizzato brogli e che il voto va annullato. Lo ha già fatto nel ‘96 e, del resto, se continua a definire impossibile un’affermazione del centrosinistra una ragione ci sarà.
In questo clima dove ogni colpo di mano è possibile si iscrive l’aggressione del presidente del Consiglio all’Unità. Non è la prima volta che il nostro giornale viene attaccato dall’autocrate con linguaggio diffamatorio e violento esponendo i giornalisti e i lavoratori di questa testata a tutti i rischi connessi. Sabato, a Firenze, però, ogni limite è stato superato quando davanti alla nostra precisa denuncia di come, con le 1942 intercettazioni trafugate per essere divulgate si voglia gravemente intossicare la campagna elettorale, il presidente del Consiglio ha citato il ministro degli Interni e chiesto l’intervento dell’Avvocatura dello Stato.
Cosa ci sta preparando? Minacce, comunque, che non ci fanno paura anche perché ci sentiamo appoggiati e confortati dalla grande solidarietà che ci giunge dai nostri lettori e dai tanti amici che ci chiedono di andare avanti, tenere duro. Ci dispiace soltanto che abbia ragione il Cdr dell’ Unità quando ieri mattina ha registrato «l’assordante silenzio» di importanti testate giornalistiche (la più importante della quale domenica mattina pubblicava la fotografia del Berlusconi che sventolava scatenato l’Unità, senza una sola parola che spiegasse il perché negli articoli degli inviati).
Nessun vittimismo da parte nostra, per carità, ma solo il timore che molti nostri colleghi non abbiano ancora capito che dopo la magistratura, il parlamento e il Quirinale, l’assalto di Berlusconi toccherà a loro come adesso tocca a noi. «Vi attacca perché date fastidio», Enzo Biagi lo ha spiegato come meglio non si poteva.
Ciampi. Biagi. Meno male che ci sono loro.