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Alice D'Este
«Città svenduta per 30 denari. Crociere, decreto insufficiente»
15 Maggio 2012
Vivere a Venezia
La denuncia di Settis contro la disneyficazione di Venezia. Corriere del Veneto, 13 maggio 2012 (m.p.g.)

«Completamente genuflessi al commercio, basta che arrivi un obolo di 30 denari e tutto diventa lecito». Parole pesanti, come nel suo stile. Dopo aver scatenato un polemica sui giornali nazionali tre mesi fa, l'ex direttore della Normale di Pisa e archeologo di fama internazionale Salvatore Settis, ieri alla Scuola grande di San Rocco per la presentazione del volume «John Ruskin e Venezia», ha rincarato la dose, prendendo di mira sia la questione del Fontego dei tedeschi (e del progetto firmato da Koolhaas per Edizioni Property) che le grandi navi in Bacino San Marco. «Le grandi navi? Quando è stato dato l'annuncio che sarebbe stata presa una posizione in merito da parte del Ministero tutti si aspettavano una legge che si muovesse in direzione opposta - dice Settis - che salvaguardasse cioè tutte le coste italiane impedendo alle grandi navi di avvicinarsi e tutelando ancora più delle altre quella veneziana.

Che non avesse deroghe, insomma, ma al massimo un inasprimento delle regole a fronte di un patrimonio così importante e invece...». Una condanna ferma, la sua, che in giorni caldi come questi (è di giovedì la riapertura del dibattito con la nascita di un possibile tavolo di confronto tra le associazioni cittadine, l'autorità portuale, il ministero e le compagnie) suona come una condanna senza se e senza ma. «Questa è una città piena di transatlantici che passano senza nemmeno sapere cosa c'è davvero a Venezia - ha sottolineato - c'è una disneyficazione diffusa ed è per questo che l'impegno civile deve aumentare. Sono i cittadini però a doversi muovere per primi». Il riferimento è giuridico: una sentenza della Corte costituzionale del 1986, in cui si è stabilito che il valore culturale ed estetico di un bene non può essere subordinato agli aspetti economici. «Con queste scelte è chiaro dunque che la classe politica sta violando la Costituzione italiana e dobbiamo ricordarglielo noi per primi - continua Settis - chi fa passare le navi in Bacino San Marco, chi svende gli spazi lo sta facendo e la giustizia non vuole questo».

Quello di Settis è stato dunque un appello diretto all'impegno civile, un'invocazione a continuare il lavoro iniziato dalle associazioni che, con metodi diversi, dalla protesta pubblica alle azioni legali, si stanno opponendo alle scelte. «Si tratta del futuro dei nostri figli - dice Settis - di rispettare quello che abbiamo ricevuto in eredità dal passato e consegnarlo al futuro: non è questo il modo».

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