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Marco Preve
Cinque Terre, la funivia che divide
15 Agosto 2009
Liguria
Sono in tanti a pensare che l’invasione del turismo sia la soluzione per i luoghi più belli. Dovrebbero visitare Venezia, o San Marino, o tanti altri siti devastati. La Repubblica, ed. Genova, 23 luglio 2008

Il ministro dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo e Legambiente difendono il progetto della funivia delle Cinque Terre. Un´iniziativa che dovrebbe concretizzarsi il prossimo anno, che collegherà i sentieri sopra Riomaggiore alla cima del monte Parodi dove si trova l´ex forte di Bramapane, e che, come anticipato ieri da Repubblica, è stata duramente bocciata dal consiglio nazionale di Italia Nostra. Per l´associazione presieduta da Giovanni Losavio la funivia rappresenta uno sfregio all´integrità delle Cinque Terre. Franco Bonanini, presidente e anima del Parco, difende la sua scelta spiegando che servirà ad allentare la pressione turistica oggi concentrata su una parte ridotta del territorio, incentiverà il turismo dei borghi collinari e soprattutto, viste le caratteristiche (meno di un chilometro e una sola campata dice Bonanini), non deturperà l´ambiente.

«Il progetto rappresenta un´opera che si muove nella direzione giusta» ha detto Stefania Prestigiacomo, ministro dell´Ambiente, «per accrescere il valore dell´area e consentire ad un numero sempre maggiore di persone di apprezzare le suggestioni delle Cinque Terre anche al di fuori dei celeberrimi sentieri sul mare. Questa è la logica che dovrebbe guidare la gestione dei Parchi, una logica che le Cinque Terre, grazie ad una guida lungimirante ed illuminata, hanno seguito riuscendo a far diventare il vincolo paesaggistico motore della rinascita economica di un´area di incomparabile bellezza».

Sulla stessa linea, ma polemici nei confronti dei "cugini" di Italia Nostra, i dirigenti di Legambiente. Va però ricordato che si tratta di una difesa d´ufficio, visto che Franco Bonanini, oltreché presidente del Parco e direttore dell´Agenzia turistica della Regione Liguria, è da anni uno dei membri più influenti del direttivo nazionale di Legambiente.

«C´è un ambientalismo che blocca e conserva - dice il vicepresidente Sebastiano Venneri - ma che rischia di fare danni incalcolabili al territorio. Senza innovazione e senza un´idea di futuro, infatti, qualsiasi luogo sarebbe condannato a una misera gestione del presente». Sposa le tesi del ministro di centro destra anche Roberto Della Seta ex presidente di Legambiente, oggi senatore del Pd: «E´ un attacco gratuito e pretestuoso. Come purtroppo capita da tempo, Italia Nostra se la prende con i pochi simboli positivi di uno sviluppo veramente sostenibile».

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