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Antonella Maiello
Chivasso: nuove e vecchie strade
26 Febbraio 2008
Nel quadro delle trasformazioni metropolitane torinesi, dibattito pubblico e decisioni politiche in un comune della fascia orientale (f.b.)

La cittadina di Chivasso, 23.650 abitanti, si trova a 125 km da Milano e 25 da Torino, lungo l’ipotenusa dell’ormai antico triangolo industriale. La sua posizione lo rende un passaggio obbligato delle nuove e vecchie rotte di collegamento tra le due principali città del nord Italia.

Il ruolo di nodo trasportistico, ad un tempo causa ed effetto dell’intenso sviluppo che interessa questo centro, ne fa uno dei principali della provincia orientale del Piemonte ma ne espone, per contro e di continuo, il territorio e l’ambiente a sconvolgimenti e a forme di consumo.

Negli ultimi dieci anni in particolare, una serie di interventi infrastrutturali, hanno interessato l’area di Chivasso. L’elevato impatto di queste opere sul disegno del territorio ha generato un intenso dibattito pubblico e dato vita ad una vivace mobilitazione della società civile. Queste vicende sono ampiamente documentate tra gli atti delle amministrazioni pubbliche competenti (Comune, Provincia e Regione), negli articoli della stampa locale e negli scritti (lettere; proposte; progetti) prodotti dalla cittadinanza organizzata e non. In queste forme eddyburg ha già dato spazio alla vicenda. Nelle prossime righe si cercherà così di ricostruire in sintesi il contesto in cui quelle lettere si inseriscono, non solo per riportare un caso emblematico di gestione del territorio, con il gioco di interessi contrastanti che ne caratterizzano le dinamiche, ma anche per dare luce ad un esempio di cittadinanza attiva, spontanea e propositiva.

Da dove iniziare? Volendo iniziare dal bandolo da cui si è generata la matassa bisognerebbe raccontare che a Chivasso c’è un bel Parco, di 55.781 mq[1], chiamato Mauriziano dal nome dell’Ordine ecclesiastico dal quale l’Amministrazione Comunale ha acquistato il terreno valorizzandolo nel tempo ad uso pubblico. Sebbene il Parco sia formalmente proprietà demaniale solo dal 2005, nei fatti l’ampia area verde è destinata ai cittadini dal 1971, anno in cui il Comune ha iniziato a prenderne in affitto lo spazio. Nel 1995 un Piano Esecutivo Convenzionato (P.E.C.) prevede l’edificazione di un’area esterna al Parco di alcuni condomini. Il progetto include la costruzione di una strada pubblica che corre esternamente al parco (v. foto). La costruzione di questa strada è stata recepita, con un ulteriore prolungamento (fino a via Foglizzo), dalla Variante del PRG approvata nel 1997. L’intervento, ampliato col tempo nelle successive Varianti di Piano, ancorché accolto dall’opinione pubblica nella sua versione iniziale, come collegamento utile alle nuove edificazioni, resta oggi, uno dei più controversi e dibattuti a livello locale.

La vicenda urbanistica della cittadina si intreccia con la più ampia trasformazione trasportistica in atto alle scale più grandi (Provincia e Regione), quando nel 2002 viene firmata una Convenzione tra la Società RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e l’Amministrazione Comunale di Chivasso. La convenzione prevede la costituzione di opere sostitutive di 13 passaggi a livello, che RFI si impegna a realizzare nella Provincia Orientale di Torino (Chivasso e Verolegno), per un ammontare di circa 17 milioni di euro. Il progetto della strada, ormai nota come “nuova viabilità P.E.C. Mauriziano”, viene quindi inserito tra le opere previste dalla convenzione e così inserita nella successiva e definitiva Variante al Piano regolatore (2004). Quello che in diverse occasioni, la cittadinanza si è chiesta e ha chiesto alle Amministrazioni pubbliche coinvolte in questo percorso decisionale – prima fra tutte quella comunale - è se la viabilità in questione sia davvero funzionale, soprattutto nella parte del suo prolungamento, alla migliore mobilità dell’area e coerente con i fini delle opere previste nella Convenzione, dal momento che nel Parco, in realtà, non ci sono tratti ferroviari nè passaggi a livello e se questo valga i conseguenti impatti ambientali (d’inquinamento acustico e aereo).

Quello che si contesta non è solo l’opportunità dell’intervento della “nuova viabilità PEC Mauriziano” ma anche l’inserimento nell’opera complessiva, a carico di Ferrovie dello Stato, di una casa per l’associazione locale degli scout, all’interno dell’area pubblica: perché costruire un edificio ad uso privato su uno spazio pubblico, con finanziamenti pubblici? Perché derogare al PRG che esplicitamente prevede per l’area verde del parco destinazione per attività “… ludico – ricreative – sportive per la collettività…”?

Queste domande sono state opportunamente poste alle amministrazioni pubbliche nelle forme di una lettera sottoscritta dall’ambientalismo locale (8 tra Comitati, Associazioni e Partiti politici), indirizzata a Ministero e RFI e in un apposita interrogazione del Consiglio Regionale. I quesiti, raccolti ed articolati con attenzione ai riferimenti normativi e alle valenze tecniche degli interventi, accompagnati inoltre da proposte alternative, hanno seguito una manifestazione anche più diffusa dell’opinione locale che ha preso corpo nella raccolta di oltre 2000 firme di cittadini presentate nel 2005 al Consiglio Comunale. Questo a sua volte le ha accolte, in un’apposita mozione, impegnandosi a rivalutare, alla luce delle stesse, l’intervento della viabilità.

L’intera vicenda del Parco Mauriziano s’intreccia infine, per i soggetti protagonisti e le finalità che ne animano la protesta, con la più ampia progettazione trasportistica piemontese. Così la battaglia chivassese per la tutela e il miglioramento del proprio territorio è arrivata all’interno del processo di approvazione e decisione del progetto della Nuova Metropolitana della Città di Torino. Il Progetto presentato dall’Agenzia per la mobilità Metropolitana Torinese prevede come stazione terminale quella di Stura ed un collegamento con la città di Chivasso solo ogni 40 minuti. D’altra parte l’ambientalismo chivassese ha percepito questa esclusione come il rischio di perdere una grande occasione di migliorare l’accessibilità del territorio, attraverso l’implementazione di una modalità di trasporto più sostenibile, quella su ferro. Questo comune sentire ha unito le numerose associazioni attive sul territorio (Parco Mauriziano, Aria Pulita, Basta Strade!, Legambiente, Pro Natura, Centro Paolo Otelli, Acli, IRA di Torrazza), supportate da alcuni gruppi consiliari (Verdi per la Pace, Partito per la Rifondazione Comunista; Sinistra Europea) nel Comitato per la Metropolitana Chivasso - Torino. La battaglia di questo gruppo si è fatta infine proposta nel progetto del prof. Carlo Fontana: una proposta di diverso utilizzo delle reti già esistenti e quindi senza sostanziali costi aggiuntivi. In particolare il progetto Fontana (v. foto) suggerisce di trasferire tutti i collegamenti interregionali sulla linea TAV Milano-Torino, ciò che consentirebbe di convertire l’affollata tratta Chivasso-Torino in una vera e proprio linea di metropolitana suburbana sul modello della RER parigina.

Senza pretesa di esaustività nella ricostruzione dei fatti né volontà di rilasciare un’analisi oggettiva della vicenda si vuole qui invitare solo ad una riflessione sulle dinamiche di questa mobilitazione. La partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche è un tema che oggi ritorna nel dibattito sull’innovazione delle PA e che soprattutto in tema di gestione di uno dei beni pubblici per eccellenza – il territorio – meriterebbe un certo rilievo. Ma quando la partecipazione riesce ad essere davvero un vettore di politiche più efficienti e più rappresentative dei bisogni della cittadinanza? La mobilitazione dei Chivassesi insegna che quando la società civile porta il confronto nel merito tecnico delle scelte adottabili, la critica alle decisioni prese non resta protesta ma diventa proposta ed orienta all’innovazione. Se alla fine prevarranno interessi privatistici allora la partecipazione, non indotta, ma spontanea, non mera rivendicazione ma costruttiva individuazione di scenari progettuali alternativi, avrà quanto meno favorito una corretta informazione, stimolando un dibattito cosciente e plurale, ma anche mostrato ai più la direzione reale delle politiche condotte dalla classe dirigente.

Sulla vicenda del Parco Mauriziano, due lettere pubblicate su eddyburg ( qui e qui) che denunciano le preoccupazioni per il progetto di RFI



FONTI:

Consiglio Regionale del Piemonte: Interrogazione Consiliare 15 gennaio 2008 Torino

Lettera Comitati Chivassesi a RFI e Ministero dell’Ambiente

Audizione Provinciale per il Comitato per la Metropolitana di Chivasso. Torino 15 novembre 2007

Fonatana Carlo Studio Metro definitivo

[1] fonte: www.comune.chvasso.to.it

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