la Repubblica
La truffa è semplice, basta adoperare le parole con fraudolenta malizia, magari usando espressioni in inglese. Ciò che è "piatto" non è la tassa, ma la percentuale di prelievo sul reddito, cioè l'aliquota. Chi guadagna molto dovrebbe, in base alla nostra Costituzione, pagare una percentuale del proprio reddito molto più alta di chi guadagna meno, invece con la flat tax pagano una uguale percentuale del reddito sia chi guadagna 1000 al mese sia chi ne guadagna 10.000, 100mila o 1milione. (e.s.)
la Repubblica, 17 maggio 2018
Che cos'è la flat tax: maxi taglio fiscale per i ricchi,
rischio beffa per i poveri
«La scheda. Le caratteristiche della "tassa piatta" che si prepara ad entrare nel programma di governo gialloverde e che costa almeno 50 miliardi. Chi avvantaggia e perché»
Che cos’è?
Nel gergo anglofilo della politica economica e delle tasse viene chiamata flattax, significa tassa piatta, ma anche con la traduzione in mano non si capisce.“Piatta”, ma perché? L’aggettivo viene dal linguaggio degli economisti cheparlano riferendosi ad un grafico con una curva dove sono rappresentati ilreddito (ascisse) e il peso delle tasse (ordinate). Se la curva cresce alcrescere del reddito, si parla di tasse progressive, se invece resta ferma alcrescese del reddito appare piatta e dunque le tasse sono meramenteproporzionali.
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incidenza media delle due imposte, irpef attuale e flat tax con due aliquote, per un dipendente single. (Fonte: Massimo Baldini) |
Detto questo dobbiamo spiegare che cosa sono le tasse progressive e quelleproporzionali. Il principio di progressività non è così intuitivo, perchéprevede che chi guadagna di più paghi più che proporzionalmente, mentre nelsentire comune il termine “proporzionale” già sembra sinonimo di equità. Invecequando si parla di soldi non è così perché, come diceva Einaudi (un grandeeconomista che è stato anche presidente della Repubblica) le stesse dieci lirenon hanno lo stesso valore per il povero che ci compra la minestra e per ilricco che ci compra la poltrona al teatro, dunque il ricco può pagare di più. Quello che diceva Einaudi è talmente vero che la nostra Costituzioneall’articolo 53 impone che che le tasse siano ispirate al principio diprogressività.
La flat tax è stata mai applicata?
Il 19 novembre del 2004 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi diritorno da una visita ufficiale nella giovane democrazia della Repubblicaslovacca, dove aveva esaltato le ricette dell’economista, consigliere diReagan, Arthur Laffer, rilanciò l’idea della flat tax che del rasto, fin dalprogramma del 2001 era stato uno dei suoi cavalli di battaglia. E’ vero chemolti paesi dell’Est hanno adottato l’aliquota unica ma bisogna considerare chequei paesi, usciti dai regimi non di mercato, non avevano un sistema fiscalesviluppato, quindi la certezza di una aliquota al 15 o 16 per cento era giù unsuccesso.
E gli americani?
Anche i falchi americani delle tasse non hanno mai avuto vita facile. MiltonFriedman consigliò la flat tax a Reagan che tuttavia non la adottò e nel 1986si limitò a tagliare l'aliquota massima con il celebre Tax Reform Act. Piùtardi, lo specialista Alvin Rabushka, tentò di dare consigli a George W. Bush:ma persino George junior si limitò a limare l'aliquota più alta in vigore negliUsa di circa 5 punti portandola al 35 per cento e rifiutò di introdurrel'aliquota unica proposta dal miliardario Steve Forbes (che per questo loattaccò duramente). Obama la riportò all'attuale 39,6 nel 2013. L'esercizio deltaglio delle tasse non è facile. Da qualsiasi sponda dell'Atlantico si cerchi diattuarlo.
Ora veniamo all’Italia.
La flat tax contenuta nel programma gialloverde è un grosso cambiamentorispetto all’attuale sistema. I puristi possono dire che non si tratta di unavera e propria flat tax, perché non ha una sola aliquota ma ne ha due, ma se siguarda la curva della progressività (vedi sopra) ci si accorge che il risultatodella “quasi flat tax” non cambia molto: invece di una linea retta c’è unpiccolo scalino.
Come funziona?
Le due aliquote sono del 15 e del 20 per cento, invece delle cinque attuali.Sui redditi fino ad 80 mila euro lordi si pagherà il 15 per cento e sulla parteche eccede gli 80 mila euro si pagherà il 20 per cento. Per attenuare larozzezza delle due aliquote e dare un po’ di progressività anche il progetto diflat tax gialloverde introduce delle deduzioni per i familiari (3.000 euro perciascun familiare a carico) che diminuiscono fino ad azzerarsi al crescere delreddito oltre gli 80 mila euro. La novità fondamentale da tenere presente chela nuova flat tax, almeno nei progetti, si propone come familiare, cioèl’aliquota si calcola sulla somma del reddito dei coniugi, creando delledifferenze con le coppie monoreddito tutte da valutare.
Chi ci guadagna e chi ci perde?
Il risultato della flat tax, secondo l’economista Massimo Baldinidell’Università di Modena, che ha scritto un dettagliato articolo sullavoce.info, si verificherà un gigantesco trasferimento di ricchezza a favore deipiù abbienti: così come è congegnata la riforma ci guadagneranno solo i redditialti e i poveri resteranno a guardare.
La palazzina a cinque piani.
Immaginiamo che i contribuenti italiani abitino un palazzo a cinque piani: alprimo i più modesti, nell’attico i più benestanti. Ebbene al primo piano c’è ilnucleo che si affaccerà alla finestra con un po’ di irritazione ma anche conqualche brivido: solo grazie ad una pesante clausola di salvaguardia, in basealla quale non si può essere penalizzati, con un costo complessivo stimato in 8miliardi, potrà pagare le stesse tasse che pagava prima. Senza clausola, con ilpuro calcolo del nuovo sistema, questa famiglia media, dove i due partnerlavorano e portano a casa 15 mila euro di reddito lordo ciascuno, sarebbecostretta a sborsare 2490 euro in più.
Il paracadute?
Il rischio che i poveri debbano pagare più di oggi è così concreto, tanto cheil progetto prevede un paracadute. Infatti la nuova deduzione sull’imponibiledi 3.000 euro non compensa la prevista cancellazione delle due detrazioni dalavoro dipendente che spettano oggi ai due coniugi e l’azzeramento delledetrazioni per i due figli: infatti oggi la famiglia del primo piano pagatranquillamente solo 210 euro di Irpef. Necessaria dunque la «salvaguardia»: macome funzionerà? E chi garantisce che il fisco non si presenti con un conto diversoe che il contribuente sia chiamato a dimostrare quanto pagava l’anno prima diIrpef?
I piani bassi
Anche al secondo piano, dove insieme al primo si affolla l’80 per cento dellefamiglie italiane, cioè il grosso del ceto medio basso della Penisola, non c’èda stare allegri. Due coniugi che guadagnano 25 mila euro annui lordi ciascuno,dunque con un reddito familiare di 50 mila euro, rientrano nell’aliquota del 15per cento. Con le deduzioni abbattono l’imponibile e alla fine risparmiano,rispetto ad oggi, 469 euro, con un guadagno sull’attuale reddito nettofamiliare di appena l’1 per cento.
I piani alti
Quando si arriva con l’ascensore fiscale al terzo piano della palazzina sicomincia a scorgere qualche sorriso. Lì i due partner che guadagnano 40 milaeuro ciascuno, e dunque hanno un imponibile familiare di 80 mila euro,pagheranno il 15 per cento ma risparmieranno 8.744 euro d’imposta e il lororeddito familiare aumenterà del 15 per cento. Al quarto piano, dove entrano 110mila euro si stappano bottiglie di pregio: 15.866 euro di tasse in meno, parial 21 per cento di aumento del reddito. Al quinto piano non si stappa perchémagari è meglio non farsi sentire dai vicini: in casa entrano già 300 mila euroe il taglio delle tasse sarà, con il progetto gialloverde, quasi del 40 percento. Euro più, euro meno, in casa ne arriveranno quasi 68 mila in più.
I costi
E’ l’aspetto più dolente, anche per i patiti della flat tax: ci vogliono 50miliardi per applicare la flat tax in Italia- ndr].
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