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Felice Casson
Casson: “E ora cambiamo Venezia”
17 Marzo 2015
Venezia e la Laguna
«Comunali. Casson vince le primarie con il 55,6%. Un’indicazione forte contro la politica vecchia e poco trasparente. Quella stagione va chiusa. Giochiamo insieme per vincere». Intervista di Ernesto Milanesi al candidato sindaco del PD veneziano. Il manifesto, 17 marzo 2015
«Comunali. Casson vince le primarie con il 55,6%. Un’indicazione forte contro la politica vecchia e poco trasparente. Quella stagione va chiusa. Giochiamo insieme per vincere». Intervista di Ernesto Milanesi al candidato sindaco del PD veneziano. Il manifesto, 17 marzo 2015

A furor di popolo, cam­biando verso anche al Pd del Naza­reno. Felice Cas­son è il can­di­dato sin­daco del cen­tro­si­ni­stra a Vene­zia. Dome­nica ha trion­fato nei sestrieri quanto nelle isole e in ter­ra­ferma: 7.168 pre­fe­renze che val­gono il 55,62%. Il gior­na­li­sta Nicola Pel­li­cani non è andato oltre i 3.147 voti (24,42%) e Jacopo Molina, l’ultrà di Renzi, si è fer­mato a 2.573 (19,96%).

Un suc­cesso cla­mo­roso, nitido e poli­ti­ca­mente ine­qui­vo­ca­bile. Alle Pri­ma­rie hanno par­te­ci­pato in quasi 13 mila, come nella con­sul­ta­zione di cin­que anni fa e quindi in asso­luta con­tro­ten­denza. La pro­po­sta di “alter­na­tiva in Comune” ha con­vinto la stessa base del Pd, che esige di girare pagina dopo lo scan­dalo Mose. Infine, con Cas­son si con­ferma l’«anomalia» di Vene­zia nei con­fronti della vec­chia guar­dia Ds quanto della “rot­ta­ma­zione” senza com­pli­menti.

Ma è già tempo di orga­niz­zare la cam­pa­gna elet­to­rale “vera”: altri due mesi di incon­tri, con­ve­gni, dibat­titi sem­pre nel solco trac­ciato al momento della can­di­da­tura. Cas­son, 61 anni, è rico­no­sciuto per il pro­filo estra­neo alle logi­che di lobby e salotti. Da magi­strato si è occu­pato di Gla­dio, Tan­gen­to­poli, Petrol­ki­mico e incen­dio della Fenice. Da sena­tore è fra i dis­si­denti Pd e ha voluto Cor­ra­dino Mineo al suo fianco nelle pri­ma­rie. Da appas­sio­nato di basket, sa bene quanto pesano fidu­cia e disci­plina nel gioco di squa­dra.

Dome­nica sera, ha stap­pato la bot­ti­glia del suc­cesso final­mente con un bel sor­riso. E ieri si è risve­gliato… più Felice, anche se già impe­gnato dalle prime riu­nioni come can­di­dato sin­daco dell’intera coa­li­zione. «Abbiamo segnato un bel cane­stro da tre punti, ma dob­biamo tutti insieme gio­care per vin­cere la par­tita che vale Ca’ Far­setti» com­menta.

Chiusa la com­pe­ti­zione delle Pri­ma­rie, qual è il clima?
«Voglio rin­gra­ziare Pel­li­cani e Molina, per­ché si sono subito dimo­strati più che dispo­ni­bili a col­la­bo­rare. Una dimo­stra­zione di quanto il cen­tro­si­ni­stra a Vene­zia sia unito. E mi hanno fatto pia­cere i mes­saggi e le tele­fo­nate che ho rice­vuto dai ver­tici del Pd, dal governo, da sin­daci come Igna­zio Marino».

Cas­son can­di­dato sin­daco, nono­stante Renzi?
Ma no, per carità. Renzi, cor­ret­ta­mente, non è inter­ve­nuto e nem­meno avrebbe potuto. E il Pd sa benis­simo che sono ele­zioni ammi­ni­stra­tive…

Dun­que, qual è la let­tura giu­sta di que­ste Pri­ma­rie?
Un’indicazione espli­cita, forte e per­fino natu­rale con­tro l’apparato della poli­tica vec­chia e soprat­tutto poco tra­spa­rente. Ad ogni ini­zia­tiva pub­blica, i cit­ta­dini lo mani­fe­sta­vano con­ti­nua­mente: vole­vano cam­biare, sul serio e senza più dele­ghe in bianco. La vicenda, giu­di­zia­ria e non, legata al Mose ha lasciato un segno inde­le­bile: la città ha biso­gno di chiu­dere quella sta­gione con una poli­tica dav­vero diversa.

I cas­soni del Mose, ormai, sono pronti…
Nel 2017, secondo gli ultimi annunci, dovrebbe anche comin­ciare a fun­zio­nare. Ma restano sem­pre aperte le que­stioni legate da un lato agli effet­tivi costi di gestione del Mose e dall’altro alla manu­ten­zione delle 78 para­toie fra il Lido e Chiog­gia, che esi­ge­ranno ulte­riori ingenti risorse.

Una “ver­tenza Vene­zia” con il governo?
Diventa indi­spen­sa­bile un “patto con la città”. Da palazzo Chigi dovranno venire a Vene­zia, per­ché oltre al Mose c’è il bilan­cio da far qua­drare (e non certo sulle spalle dei dipen­denti comu­nali e dei cit­ta­dini) insieme al futuro della città più bella del mondo, che neces­sita di cer­tezze da Roma.

Grandi Navi: un altro tema che con­trap­pone il turi­smo di massa alla sal­va­guar­dia della laguna. Che si fa?
L’ho detto subito, pre­sen­tando il pro­gramma. Lo scavo del Canale Con­torta non solo è una distru­zione che va anche con­tro la legge dello Stato, ma sarebbe un’opera sba­gliata dal punto di vista dell’assetto idro­geo­lo­gico. È ciò che, per altro, abbiamo sem­pre soste­nuto quando ci si accu­sava di essere quat­tro gatti con la voca­zione del “Signorno”. Prendo atto volen­tieri che già nelle Pri­ma­rie non era­vamo più soli. E aggiungo che occorre pren­dere una deci­sione in tempi rapidi, ma non sulla testa di Vene­zia…

Il can­di­dato del cen­tro­si­ni­stra che vuol diven­tare sin­daco cosa garan­ti­sce in ter­mini di discon­ti­nuità con il pas­sato?
Pre­messa: non mi sono mai sognato di soste­nere che negli ultimi vent’anni Vene­zia è stata male ammi­ni­strata dal cen­tro­si­ni­stra. Se mai, ci sono stati alcuni che non lo hanno fatto bene. Di certo in giunta ora potrà sedersi solo chi si impe­gna ad ammi­ni­strare a tempo pieno: nes­suno ordina di fare l’assessore e quindi biso­gna dav­vero dedi­carsi a Vene­zia, non un paio di giorni alla set­ti­mana. E viene altret­tanto facile inter­pre­tare la volontà dei cit­ta­dini: addio al manuale Cen­celli, alle logi­che di par­tito o peg­gio ancora di cor­rente. A Ca’ Far­setti ci sarà posto solo per le com­pe­tenze, il merito, la pro­fes­sio­na­lità e la mas­sima trasparenza.

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