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Nicola Persico
Cassa depositi e prestiti, la nostra Fannie e Freddie
17 Aprile 2014
Temi e principi
«L’amministrazione americana vuole tornare al credito facile. Eppure ancora paghiamo la crisi partita dalla bolla dei subprime. Ma nemmeno in Italia c’è da essere ottimisti con il meccanismo di “Plafond casa” gestito dalla Cdp. Un intervento rischioso e controproducente».

«L’amministrazione americana vuole tornare al credito facile. Eppure ancora paghiamo la crisi partita dalla bolla dei subprime. Ma nemmeno in Italia c’è da essere ottimisti con il meccanismo di “Plafond casa” gestito dalla Cdp. Un intervento rischioso e controproducente».

Lavoce.info, 15, aprile 2014 (m.p.r)

Mutui made in Usa

Il governo americano rischia di riattizzare la bolla dei mutui subprime. La bolla, scoppiata nel 2008, è stata creata da dieci anni di troppo facile accesso al credito. Il governo Usa ha drogato la domanda per i mutui obbligando due società finanziarie parastatali, comunemente chiamate Fannie e Freddie, a comprare una grossa percentuale di mutui “tossici.” Le banche hanno volentieri creato un’offerta per questa domanda “drogata”, originando una adeguata quantità di mutui tossici da rivendere, con profitto, a Fannie e Freddie: sono giunte a emettere mutui con 0 per cento (sì, zero) di downpayment (acconto) e i cosiddetti “Ninja loans”. (1) Dopo la crisi, Fannie e Freddie sono state nazionalizzate (cioè accollate alla collettività) e date in gestione a Edward DeMarco, un economista non politico, che ha innalzato i requisiti per ottenere un mutuo. E oggi, grazie anche alla ripresa economica, i debiti tossici di Fannie e Freddie si stanno riducendo. Ma la stretta ai cordoni del credito non è piaciuta al partito democratico, che vuole il credito facile per i meno abbienti. E quindi, a fine 2013, il presidente ha defenestrato DeMarco, mettendo a capo di Fannie e Freddie un uomo politico che, prima della crisi, era fra i maggiori fautori dei mutui facili. La preoccupazione è che riporti in auge il vecchio sistema di credito drogato.

…E mutui made in Italy
In Italia, ci dobbiamo preoccupare per queste vicende americane? Secondo me, sì. Primo perché un’altra crisi del mercato immobiliare Usa non ce la meritiamo, abbiamo già abbastanza problemi. Secondo, perché i nostri politici sembrano avere imparato la lezione americana, hanno imparato che il credito facile fa bene alle urne. I nostri governanti hanno messo in piedi un meccanismo “Fannie e Freddie de noantri”. La Cassa depositi e prestiti (Cdp, la nostra banca di Stato) gestisce infatti la convenzione “ casa”, e sulla base di questa concede alle banche finanziamenti a condizioni agevolate (con un limite di 2 milioni di euro totali), che verranno poi utilizzati dagli istituti di credito per erogare mutui-casa alle giovani coppie e alle famiglie numerose. (2)

Il credito in Italia è difficile da ottenere ed era ora che si pensasse ai giovani e alle famiglie numerose. Ma un dettaglio preoccupa: la convenzione non specifica i tassi da applicare alla clientela. Saranno le banche a determinarli. Praticamente: prima le banche intascano lo sconto fatto dallo Stato, poi decidono quanta parte traslarne a favore del cliente. Ma se finisce che le banche si intascano lo sconto? L’accordo sarebbe allora un trasferimento di denari pubblici (cioè nostri) alle banche? In più, il 18 dicembre 2013 è stata rimossa anche la condizione che i “mutui Plafond” siano riservati all’acquisto della prima casa. Vorrà dire che daremo un sostegno anche alle giovani coppie immobiliariste …

Sul sito del ministro delle Infrastrutture si legge che, al 19 marzo, «alcune mail [...] segnalano difficoltà nell’applicazione del casa [...] Cittadini che si sono presentati allo sportello delle banche [...] per richiedere il mutuo per l’acquisto della prima casa o per la ristrutturazione e che si sono sentiti rispondere “Non ne sappiamo nulla”». Nel solo 2011 il credito erogato per l’acquisto di abitazioni è stato di circa 72 miliardi. (3) Di contro, la quantità di credito agevolato è solo 2 miliardi e quindi per forza ci sarà un eccesso di domanda. Da cui segue un interrogativo: chi saranno i fortunati a cui le banche estendono il credito agevolato? Procedendo con la lettura si scopre che il ministro ha «girato queste mail a Cdp e all’Abi perché verifichino che cosa è successo e risolvano il problema». Ai detentori dei 72-2=70 miliardi di credito non agevolato non resta dunque che affidarsi alla alacre attività informatica del ministro che, girando e-mail a chi di dovere, sicuramente provvederà alla moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Ma cerchiamo di mantenere l’ottimismo e di convincerci che una parte consistente dello sconto da tutti noi pagato sui “mutui Plafond” andrà alle coppie giovani, in modo che abbiano più soldi per comprare casa. Nasce però un altro problema. Siccome la quantità di case è più o meno fissa, non c’è il rischio che i prezzi salgano? Questo della traslazione è un classico risultato della scienza delle finanze. Nel nostro caso, una politica disegnata per favorire i compratori di prime case (giovani) finisce per beneficiare i venditori di case (presumibilmente vecchi, oppure i loro eredi) e svantaggiare gli altri acquirenti (quelli non giovani). Intervenire nel mercato dei mutui è rischioso e inefficace, o addirittura controproducente nel lungo periodo. Ma mi rendo conto che nessun governo, né quello Usa né quello italiano, riesce a resistere alla tentazione di farlo. Il consenso elettorale che deriva dallo spendere i soldi pubblici è, in una democrazia, troppo attraente. Chi ne fa le spese è la collettività, cioè chi paga le tasse.

(1) Ninja è l’acronimo per “no income, no job nor assets”. Sono mutui che la banca concedeva senza verificare la veridicità delle dichiarazioni del contraente riguardo a reddito, posizione lavorativa e patrimonio.
(2) Sito web del ministro Lupi consultato il 1/4/14. L’agevolazione non è limitata, ma solo “prioritizzata’” ai giovani (coniugi o conviventi in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni e l’altro non superi i 40 anni), alle famiglie con un soggetto disabile o alle famiglie con tre o più figli.
(3) Tavola a pag. 10 de “Il mercato immobiliare italiano: tendenze recenti e prospettive”, Nota di ricerca dell’Ufficio studi Aitec, febbraio 2012.


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