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Giuseppe Schifini
Casa Dibattito in corso
10 Marzo 2009
Abitare è difficile
Un ampio panorama sulle prime reazioni delle Regioni alle devastanti proposte di Berlusconi e dei suoi vicerè, da Regioni.it del 9 marzo 2009

''Dobbiamo approfondire perchè stiamo parlando di un'indicazione quadro che daremo alle Regioni perchè sulla casa la legge devono farla le Regioni''. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in merito all’annunciato provvedimento del governo di aumento delle cubature edilizie di un 20/30%. Berlusconi ha inoltre spiegato:''chi ha una casa potrà ampliarla senza far perdere valore e rendendola più bella. Sembra più logico che se uno fa un ampliamento perchè ha bisogno, magari perchè gli è nato un nipotino, potrà farlo e non perderà il valore della casa, anzi lo accrescerà ''.

Il ministro agli affari regionali, Raffaele Fitto, in un’intervista a Il Messaggero ribadisce che “ovviamente il testo verrà sottoposto ad un confronto con le regioni proprio per renderlo compatibile con le normative locali ed evitare che venga svuotato dalle leggi regionali”.

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha sottolineato di aver “già affermato che mi preoccupa la politica degli annunci e mi preoccuperebbe ancor più se si facesse la scelta grave delle deregolazioni invece di seri percorsi di semplificazione, che sono necessari". Errani aggiunge: "trovo gravemente sbagliato il metodo. Se si vuole una vera politica della casa, anche per rispondere alla crisi economica, si azzeri questo 'piano segretò, come è stato definito, si rimetta il treno sui giusti binari, si riparta da un corretto rapporto istituzionale con regioni ed enti locali, titolari della materià'.

È una forma surrettizia di condono, “una ferita al territorio", afferma in un'intervista a 'Repubblicà Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio. "È l'idea di fondo che è sbagliata - ha proseguito Marrazzo -. L'emergenza alloggi non si fronteggia solo con l'aumento di cubature, ma attraverso un processo".

Anche per il presidente della Toscana, Claudio Martini, ''il piano annunciato dal Governo è un condono preventivo e camuffato”, quello che serve è un piano nazionale casa. ''Anche le assicurazioni date contro una crescita dell'abusivismo sono ridicole. È bene che si sappia - ha aggiunto Martini - che per i piccoli abusi dettati da esigenze reali esistono già normative regionali di sanatoria. Non c'è quindi alcun bisogno di nuove deregulation”. Occorre pertanto aprire un tavolo tra Governo e Regioni “per definire contenuti, obiettivi e risorse. Le Regioni sono pronte a contribuire e a lavorare per questo obiettivò'.

Per il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, il provvedimento. ''appare frutto di improvvisazione e comunque cosi' come segnalato faciliterebbe molto l'abusivismo e poco l'efficacia di un intervento concreto che solo le Regioni da tempo stanno attuando sui diversi territori regionali”. Secondo De Filippo il Governo “farebbe meglio ad abbandonare la strada dei tagli ai trasferimenti alle Regioni e agli Enti Locali, se realmente vuole sostenere il settore. In mancanza di adeguate risorse anche le politiche delle Regioni e degli Enti Locali in materia di edilizia pubblica e scolastica rischiano di essere del tutto evanescenti''.

Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, afferma di voler vedere prima i contenuti del provvedimento e ribadisce: ''qualunque normativa sull'edilizia e il territorio non potrà prescindere da un ruolo attivo di Comuni, Province e Regioni. Quello che ci aspettiamo è che l'intervento del Governo sia compatibile e concordato con questi livelli di governò'.

Anche il il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, sostiene che ''prima di dare un qualsiasi giudizio sul piano del governo attendiamo di conoscere i dettagli”. ''Sulla base delle notizie di stampa, che parlano della possibilità di aumento delle cubature con procedure poco chiare per consentire alle giovani coppie di avere un proprio tetto mi sento di dire però che si può raggiungere meglio l'obiettivo con incentivi reali come quelli che la Calabria ha messo a disposizione e senza cambiare le regolè'.

Mentre il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, dichiara che ''si può partire anche prima dell'estate. Anzi, si deve partire subitò'. Roberto Formigoni, in un'intervista a Il Tempo, sottolinea che ''l'edilizia è un settore moltiplicatorè', non solo ''direttamente ma anche sull'indottò'. E poi le ristrutturazioni rendono le città più belle quindi ''aiutare l'edilizia significa rimettere in modo il paesè'. Formigoni spiega che ''proprio perchè c'è la crisi'' gli investimenti in borsa non rendono. La casa, invece, ''è quanto di più caro hanno gli italiani'' e ''investire sulla propria casa significa - ricorda il presidente della regione Lombardia - investire sul proprio benè'. Formigoni inoltre afferma che non ci sarà un criterio unico, perchè la possibilità di costruire cambierà da zona a zona, anche se il 20% di cubatura in più è ''una soglia media giusta'. E non ci sarà, assicura, nessun lassismo da parte delle regioni: ''Il testo del governo definirà la cornice generale, offrirà alle regioni la possibilità di decidere. Non c'è alcuna imposizionè'. In Lombardia, annuncia, ''avremo delle regole molto rigide, ci saranno controlli molto intensi e chi sbaglierà -garantisce Formigoni- sarà pesantemente bastonatò'.

Nessuno ''scempio” ambientale, nessuna ''violazione”, sostiene invece Giarcarlo Galan, presidente della regione Veneto: ''ci limitiamo a sveltire la burocrazia” e a rimettere in moto il sistema economico. Lo dice Galan in un'intervista al Giornale, respingendo ogni critica al piano: ''stiamo parlando di un progetto che riguarda il patrimonio edilizio esistente, senza contare che è un provvedimento a termine, che durerà un anno, al più tutto il 2010, e limitatamente agli edifici del 1989''. Galan esorta gli altri presidenti delle regioni a fare altrettanto, a ''far decollare questa proposta”. ''In tanti edifici - aggiunge Galan - c'è dispersione energetica, non si utilizzano fonti alternative. Ecco l'indotto dell'edilizia: non riparte solo il mattone ma anche le tecnologie collegate”.

Il piano casa che si appresta a predisporre il Governo è un contributo concreto per uscire dalla crisi economica, che non si può superare spendendo solo parole. Lo dice il portavoce di palazzo Chigi e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti:"Questo –spiega Bonaiuti- è un progetto che ha due obiettivi: il primo a lungo termine che è tutto del nostro Governo, di eliminare le burocrazie e le carte bollate, la semplificazione, l'uscita dai coni di bottiglia della burocrazia; e l'altro è un discorso più generale che riguarda la crisi in corso e il far lavorare tutte quelle piccole e medie imprese che generano occupazione nel settore edilizio e rientra in quel progetto per cui dalla crisi si esce non con le grandi parolone della sinistra ma con procedimenti concreti, precisi, netti, che danno lavoro alle persone"."Ma perchè -si chiede Bonaiuti- vedere sempre questa volontà di cementificare? Non si tratta di questo, si tratta, con molta semplicità, di ricordare che l'80 per cento dell'occupazione è dato dalle piccole e medie imprese. Quindi vanno bene i grandi piani –siamo stati noi i primi a fare il piano per le grandi opere- però occorre anche rimettere in moto tutta quella miriade di piccole e medie imprese artigiane di poche persone, magari familiari, che si diano da fare con tutto quell'indotto che è piccolo nei singoli casi ma che moltiplicato per 108 Province e 20 Regioni produce un moltiplicatore impressionante". Il meccanismo di aumento delle cubature sarà subordinato a vincoli ambientali precisi “stabiliti dalle Regioni e dai piani regolatori comunali e quindi non si potranno prestare a speculazioni". Bonaiuti è fiducioso su quello che sarà l'atteggiamento delle Regioni: "Quando si va ad un tavolo e si comincia a parlare tutti dimostrano un certo senso di responsabilità: quando si è incominciato a discutere di ammortizzatori tutti escludevano che le Regioni potessero trovare un accordo con il Governo invece poi alla fine l'accordo per quegli otto-nove miliardi di ammortizzatori sociali in deroga sono stati trovati. Le Regioni di destra e di sinistra hanno fatto tutte imparzialmente il proprio dovere ed espletato il proprio senso di responsabilità. Quindi credo che un accordo si potrà trovare".

Scettico in un'intervista a Repubblica il presidente della Sicilia Raffaele Lombardo: "non sono pregiudizialmente ostile, ma ho delle riservè'. ''La Sicilia -ha riferito Lombardo- ha sofferto a lungo la piaga dell'abusivismo, stiamo attenti con le nuove cubature. L'impatto ambientale deve essere compensato da norme di risparmio energetico come quelle che incoraggiano l'uso dei pannelli solari. Ma mi interrogo sui reali benefici economici di questo progetto. in Sicilia, con i consumi depressi non so quante famiglie possano spendere 150mila euro per allargare la propria abitazione".

''Siamo consapevoli- ha aggiunto la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti - delle esigenze dei cittadini, soprattutto quelli a più basso reddito, per interventi di ampliamento delle proprie abitazioni. Come siamo consapevoli che il settore dell'edilizia può contribuire positivamente alla riprese economica. E siamo anche favorevoli, avendoli chieste noi per primi, ad interventi di semplificazione delle norme. Insomma, si tratta di tante buone ragioni, che però non possono essere un pretesto per dare una spallata al sistema di regolè'.

Lorenzetti, che è coordinatrice per le Regioni proprio per le questioni della casa, spiega che “la cosa più saggia da fare ora è quella di fermare tutto e avviare una seria discussione tra Governo, Regioni e Autonomie locali''.

Per Maria Rita Lorenzetti, ''le rassicurazioni del ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, cercano di sminuire la portata di quanto annunciato, con forte effetto mediatico, dal premier Berlusconi. Resta il fatto che si è trattata di un annuncio improvviso, confuso e senza che di ciò si sia mai discusso con le Regioni ed il sistema delle Autonomie locali''. ''Tutto ciò - ha osservato la Lorenzetti - desta non solo sconcerto, ma grande preoccupazione, visto che per mesi Governo e Regioni hanno discusso del Piano casa, senza che mai fossero emerse le proposte che sono state oggetto delle affermazioni del premier''.

Da Regioni.it, periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale N. 1323, lunedì 9 marzo 2009

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