MARACALAGONIS. ‹‹Finalmente, una notizia positiva per la legalità e speriamo di non dover attendere ancora a lungo per vedere una fetta di demanio marittimo restituito alla collettività››. Con queste parole l’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico, ha salutato l’ordinanza di sgombero emessa qualche giorno fa dall’assessorato regionale agli Enti locali. Il provvedimento riguarda diverse ville ad una decina di metri dalla battigia, nella spiaggia di Cannesisa a Torre delle stelle. A questo punto è sempre più probabile l’arrivo delle ruspe della Regione per abbattere i muri fuorilegge. La decisione della Regione prende spunto dalle precedenti ingiunzioni, notificate tra il 23 marzo e il due aprile di quest’anno, con cui il Servizio centrale demanio e patrimonio aveva già imposto lo sgombero di diverse aree occupate abusivamente. Secondo i tempi previsti, i proprietari avrebbero quindi dovuto liberare gli spazi entro i primi di maggio, ma nessuno dei nove abusivi ha rispettato l’ordinanza giunta dagli uffici di viale Trieste. Da qui la contromossa della Regione, che "sta ponendo in essere tutti gli atti conseguenti ai suddetti provvedimenti amministrativi - si legge in una nota dell’associazione - per attivare la procedura di sgombero coattivo". A giorni, gli ufficiali giudiziari incaricati dalla Regione potrebbero bussare alle porte degli abusivi e apporre i sigilli, scortati dagli agenti delle forze dell’ordine. Una volta esaurita questa fase, bisognerà decidere sul futuro degli immobili sequestrati, ma è molto probabile che nei prossimi mesi, insieme ai turisti, sulla spiaggia di Cannesisa facciano la loro comparsa anche le ruspe. Un’ipotesi avvallata anche dall’entità degli abusi riscontrati: negli ultimi anni, migliaia di metri quadrati di aree demaniali sono state occupate da recinzioni in muratura, giardini privati e costruzioni. In barba alle più elementari disposizioni di legge, che parlano chiaro: la zona interessata rientra nella fascia dei trecento metri dalla battigia, e di conseguenza è tutelata dal vincolo paesaggistico ed è soggetta alla conservazione integrale. Il provvedimento di sgombero coattivo è solo l’ultimo capitolo di una vicenda cominciata nel maggio del 2003, quando il Gruppo di intervento giuridico e gli Amici della terra presentarono un primo esposto alla procura della Repubblica e informarono degli abusi edilizi anche gli uffici comunali di via Nazionale e la Capitaneria di porto. Dopo qualche settimana, il primo sopralluogo, coordinato dai funzionari dell’Agenzia del demanio, non fece altro che confermare la denuncia presentata dalle due associazioni.