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Giovanni Cagnassi
Cade sul ponte e si frattura il viso «Era buio, farò causa al Comune»
30 Novembre 2008
Vivere a Venezia
Vicende del ponte di Calatrappola; le cortesie del sindaco. La Nuova Venezia, 30 novembre 2008

Cade sul ponte di Calatrava, annuncia causa al Comune. Rosa Simoncini, 48 anni di Musile non dimenticherà facilmente quel 19 ottobre quando, verso le 19.40, assieme alle amiche Federica Deirossi e Donatella Ambrosin, è divenuta l’ennesima «vittima» del ponte veneziano. Una caduta che le è costata 5 fratture al viso e un’operazione maxillo-facciale con tanto di placca allo zigomo destro.

Proprio in quel momento, quando si è rivolta a un bar di piazzale Roma per chiedere del ghiaccio, è passato il sindaco Cacciari. Alle sue rimostranze sul ponte, le ha risposto: «La prossima volta faccia a meno di percorrerlo». Rosa adesso chiederà un risarcimento dei danni.

Erano le 19.40 circa quando le tre amiche hanno percorso il ponte per dirigersi verso un ristorante in centro. La prima a cadere è stata Rosa, poi Federica è barcollata e anche Donatella, ma loro non sono cadute. Rosa invece è rimasta sdraiata a pancia in giù, immobile. «Sono letteralmente volata sul ponte - racconta - ricordo che non c’era illuminazione, non un lampione acceso neanche sul marciapiede e tutto il tratto fino alla stazione del treno. Sono caduta alla sommità, sul vetro, da dove non si vedono gli scalini. Sono praticamente planata con la faccia su un gradino: 3 botte in testa per fortuna senza conseguenze, 5 fratture al viso. Ho subito un intervento chirurgico maxillofacciale all’ospedale dell’Angelo, con riassestamento dello zigomo e applicazione di una placca alla mascella. Pensavamo che alla stazione ci fosse almeno una farmacia. Niente. La polizia della stazione non poteva farci entrare perché aveva degli arresti. Allora siamo tornate a San Donà, per andare al pronto soccorso, fermandoci prima in un piccolo bar a chiedere del ghiaccio». E qui si inserisce l’episodio del sindaco. «Sedute al bar - ricorda Rosa - abbiamo visto il sindaco passarci davanti. Gentilmente, l’ho fermato. Mi presento e gli dico che sono appena caduta sul ponte. Non finisco la frase e mi risponde: “E allora?”. Ci resto male e rispondo: “Allora vedrò cosa mi sono fatta, ma l’ho fermata per dirle che è pericoloso perché completamente al buio, in parecchi inciampavano o si attaccavano al corrimano”. La sua risposta è stata: “Stia più attenta, io l’ho fatto un centinaio di volte. Lei faccia meno di farlo”. Ha girato le spalle e se ne è andato. Tutto questo sotto gli occhi delle mie amiche e di alcuni clienti del bar, rimasti attoniti». Adesso Rosa sta un po’ meglio, ma i danni subiti sono gravi e con il suo legale chiede un risarcimento. Il Comune le ha già chiesto le foto di quella serata scattate con i telefonini.

«A Venezia ci vado spesso - conclude Rosa - e non sono mai caduta da un ponte, parlo di quelli seri. Comunque da quel giorno non sono più andata a Venezia e non ho più intenzione di passare per il ponte di Calatrava perché ho paura».

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