«Il mio piano strutturale è stato bruciato». O meglio, «il mio piano era un ragionamento, una previsione di lungo periodo che è stata bruciata in un periodo brevissimo. Allora, i casi sono due: o il mio lavoro era sbagliato o con questo regolamento c’è stato un eccesso». A parlare è l’urbanista Vezio De Lucia, il padre del piano strutturale di Campiglia-Venturina, Suvereto e Piombino. De Lucia è un urbanista di fama, ha lavorato come consulente di amministrazioni comunali, provinciali e regionali in numerose città e territori del Lazio, della Toscana e dell’Emilia Romagna. Per Venturina, il suo piano strutturale prevedeva un massimo di 650 alloggi e che questi fossero realizzati entro il 2020 attraverso tre regolamenti urbanistici. Il 12 maggio il Comune di Campiglia, con i voti della maggioranza, ha dato il via libera a un regolamento che sulla carta rispetta il piano realizzato da De Lucia. Ma che prevede deroghe all’edificazione di ulteriori alloggi nelle cosiddette aree critiche (zone degradate con attività incompatibili con i centri abitati) che secondo il comitato Comune ai Cittadini «sarebbero schizzate in modo improprio» e attraverso l’edilizia sociale che premia i costruttori ai quali è consentito realizzare alloggi aggiuntivi.
Due clausole che per la lista civica capeggiata dall’urbanista Massimo Zucconi, ex presidente della società Parchi Val di Cornia, hanno consentito al Comune di Campiglia guidato da Rossana Soffritti di aumentare già con il primo dei tre regolamenti urbanistici previsti il numero di alloggi consentito dal piano strutturale (713 contro 650). «Un piano strutturale deve cercare equilibrio tra domanda e offerta, non c’è dubbio che a Campiglia si possano costruire case — spiega De Lucia — visto che c’è domanda, ma il punto è che un piano strutturale non può seguire l’offerta altrimenti perde tutte le sue caratteristiche di tutela».
Secondo l’urbanista, la vicenda di Campiglia-Venturina «non è l’unica in Toscana e questa storia dei regolamenti urbanistici successivi al piano strutturale mettono in discussione la bontà della legge toscana, la sua efficacia. Se il regolamento assorbe e anzi supera le previsioni del piano, la sussistenza dei due atti è inutile. Ed è del tutto inutile anche un piano strutturale di lungo termine (quindicennale) come questo. Probabilmente la nuova giunta regionale dovrà affrontare questo tema».
Rossano Pazzagli, ex sindaco di Suvereto (dal 1995 al 2004 come indipendente, appoggiato da una coalizione di centrosinistra), il Comune che ha approvato lo stesso giorno di Campiglia il suo regolamento urbanistico, è ancora più netto: «Corriamo gli stessi rischi di Campiglia e Venturina. Bisognerebbe interrogarsi sul perché chi ha fatto il piano strutturale non è stato messo nelle condizioni di fare anche i regolamenti urbanistici visto che si è voluto interrompere il rapporto con De Lucia e affidare la pratica a un altro consulente. Così è chiaro che la coerenza tra i due piani viene meno. In questa zona, è vero, c’è una pressione turistica e ovviamente c’è la pressione immobiliare, della rendita. Due fattori a cui le amministrazioni pubbliche dovrebbero resistere».
A Suvereto, tra l’altro, proprio ieri un comitato di cittadini (Uniti per Suvereto) ha denunciato sia «i 700 alloggi in cinque anni previsti a Campiglia, più di quanti ne prevedeva il piano strutturale in quindici» che i rischi cui va incontro il piccolo comune: «A Suvereto oltre a nuovi alloggi e capannoni si prevede di costruire, ampliare, un centro commerciale subito fuori il centro storico medievale, lungo le mura antiche. Ci auguriamo che le osservazioni dei cittadini e delle associazioni di categoria possano ribaltare una previsione che farebbe fare un salto indietro alla qualità di Suvereto. Ma temiamo che al di là del nostro Comune, stiano suonando gravi campanelli di allarme per l’intera Val di Cornia».
L’ex sindaco che dice? «L’impressione è che le aree critiche e l’edilizia convenzionata siano il grimaldello per rispondere agli appetiti imprenditoriali. Si predica bene e si razzola male, questa la linea data dall’ex assessore Riccardo Conti. Il Pd toscano fa buone leggi, buoni principi, ma poi nei piani regolatori si fa altro».