Nel maxiemendamento alla legge di stabilità c'è un cavallo di Troia che rischia di devastare ulteriormente il territorio e il paesaggio italiano. La denuncia arriva dal leader dei Verdi, Angelo Bonelli. L'articolo 4 dà infatti la possibilità di cambiare la destinazione d'uso alle aree agricole di proprietà del demanio che saranno messe in vendita. Spiega Bonelli che, in questo modo, «i terreni agricoli dismessi per ridurre il debito pubblico, potranno essere variati urbanisticamente dopo soli 5 anni diventando, così, facile preda della speculazione edilizia e della cementificazione selvaggia».
Uno schiaffo doppio, secondo Bonelli: «Con la scusa di aggredire il debito pubblico, non solo si dà un colpo mortale a un settore già in crisi come quello agricolo, rendendo i terreni dismessi appetibili più per la speculazione del cemento che non per la coltivazione; e si continua l'assalto selvaggio a un territorio che ha già mille ferite e in cui ogni settimana si muore a causa del dissesto idrogeologico».
Il rischio speculazione viene messo in conto dal governo. Dice infatti la legge che «nell'eventualità di incremento di valore dei terreni alienati derivante da cambi di destinazione urbanistica intervenuti nel corso del quinquiennio successivo all'alienazione medesima, è riconosciuta allo stato una quota pari al 75% del maggior valore acquisito dal terreno rispetto al prezzo di vendita». Secondo la Coldiretti si tratta di 338mila ettari di terreni agricoli per un valore stimato di 6 miliardi di euro.