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Manuela Pivato
Biennale d’arte come occasione di sfoggio della nuova barbarie
12 Maggio 2017
Vivere a Venezia
Ogni occasione è buona per privatizzare gli spazi pubblici, oltre ogni decenza. La barbarie non è solo quella che si veste di stracci a uccide con spadoni e scimitarre, è anche quella che indossa abiti scuri e toilettes preziose e adopera come armi le ricchezze accumulate, la volgarità delle messe in scena e la complicità degli amministratori pubblici.

Ogni occasione è buona per privatizzare gli spazi pubblici, oltre ogni decenza. La barbarie non è solo quella che si veste di stracci a uccide con spadoni e scimitarre, è anche quella che indossa abiti scuri e toilettes preziose e adopera come armi le ricchezze accumulate, la volgarità delle messe in scena e la complicità degli amministratori pubblici. La Nuova Venezia , 12 maggio 2017

«Biennale è anche duello di mondanità tra feste, cocktail,cene di gala. Un giardino di limoni e suonatori di tamburi per Pinault,tavole di specchi e peonie per Fendi. Non soloinstallazioni alla Biennale: anche feste, dinner, cocktail».
È l’arteall’ora di cena, o poco prima, ma soprattutto dopo, quando le file degli invitatisi scompongono per ricomporsi altrove, in formazioni inedite, talvolta audaci,in ogni caso biennalesche. A nessuno, infatti, è sfuggita la carezza daasteoridi tra il gruppo Lvmh di Bernard Arnault e François Pinault che si sonospartiti i giorni della settimana (il martedì al primo, ieri sera all’altro) ele celle frigorifere dei fioristi rubacchiandosi disinvoltamente anche qualcheospite.
Il filmato di Manuela Pivatolia
Il sagrato della chiesa di SanGiorgio trasformato in un guardino di limoni sul bacino di Piazza San Marco,per accogliere a rombo dei tamburi (che si sentivano fino in città) gli ospitidella riservatissima festa organizzata da Francois Pinault, in occasione dellaBiennale. L'articolo sulle curiosità, anche mondana, della Biennale

Lì dove, martedìsera, Vuitton ha messo in campo l’artiglieria pesante - la mostradedicata a Pierre Huyghe all’Espace della maison in calle Vallaresso e poi lacena nel Salone da ballo del Museo Correr e quindi un’ultima coppa di champagne(Ruinart) all’ultimo piano del T Fondaco per festeggiare il Padiglione dellaFrancia - ieri sera ha brillato Pinault, che festeggia il suo Damien Hirst, giàda un mese a Palazzo Grassi e Punta della Dogana.
Lì dove il presidente e Ceo di Fendi, PietroBeccari, ha incantato i suoi ospiti disponendoli intorno a due lunghissimitavoli foderati di specchi sui quali si riflettevano i teleri della Scuola diSan Rocco, ilbretone ha risposto prendendosi la FondazioneCini e ha accolto i suoi ospiti a San Giorgio al ritmo prodotto da suonatoribretoni di tamburo: disposti davanti alla chiesa, martellavano su vecchi bidonidi metallo producendo musica e ipnosi.
Lì dove l’uno ha fattodecorare la sala del Tintoretto con una serra di peonie bianche, l’altro harisposto a colpi di agrumi. Sessanta piante diaranci e limoni, disposte su tre file: un corridoio spettacolare per lapasserella degli arrivi.

Erano in 1300, mercoledì sera da Pinault, tra artisti, galleristi, tra cuiGagosian che gli esperti definiscono il più potente al mondo, direttori dimusei, la famiglia al completo con Salma Hayek e Francois-Henri.Charlotte Casiraghi, Farah Diba, Adrien Brody, Bianca Brandolini d’Adda. Pertutti, ostriche e formaggi serviti in cassettine di legno prima, tra suoni diviolini e il confortante calore delle stufe.

Erano in duecento da Fendi, più altri trecentoal Correr, più altri cinquecento al T Fondaco, quindi i conti sono pari. Chi c’era daentrambe le parti dice che non ci sono paragoni, salvo tacere chi dei due abbiasuperato l’altro. L’arte della mondanità, scivolosa anch’essa, esige quel fairplay che consente di fluttuare (fin che ce n’è) da un posto all’altro come soloin laguna è dato di fare. I parsimoniosi non se ne perdono una, oggi conBulgari e Venetian Heritage alle Gallerie dell’Accademia, con l’americano MarkBradford a Palazzo Ducale, a Ca’ Corner della Regina da Prada e, domani, giùnei Piombi del Ducale con lo stilista Domenico Dolce. Stefano Gabbana, invece,resta a casa.
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