Dunque lo tsunami, annunciato da Beppe Grillo come un allegro tour nella campagna elettorale, è arrivato. Esso ha creato l'«onda nel porto», come la chiamano i giapponesi, trascinando nel suo urto l'intero sistema politico italiano. Ma il richiamo alla metafora del maremoto ha una nascosta ambivalenza, come tanti aspetti del movimento 5 stelle. Lo tsunami, infatti, non soltanto rovescia sulla costa la sua smisurata massa d'acqua che travolge ogni cosa. Ha anche un movimento inverso, un risucchio, un moto di ritorno dell'onda verso il mare, che trascina con se i resti disordinati della sua distruzione. E' quel che Grillo rischia di creare nella vita politica italiana, incarnando così la metafora del fenomeno naturale nella sua completa catastroficità.
Diciamo la verità, il risultato elettorale, esaminato come mente fredda, e con molti più elementi di valutazione dei primi giorni dopo il voto, ha diradato non poche' delle cupe ombre che esso aveva sollevato. Soprattutto il grande successo del movimento 5 Stelle ha rivelato – ne hanno parlato vari commentatori anche su questo giornale – che esso ha assorbito e proiettato verso le istituzioni rappresentative l'energia politica e gli obiettivi dei vari movimenti italiani.
Beppe Grillo, apparirà come il vincitore che, clamorosamente, non vuole governare. Una volta che il movimento 5S si sarà insediato nel Parlamento italiano, esso farà parte a pieno titolo del sistema politico e tutte le inerzie, le guerriglie tattiche entro cui opererà lo faranno somigliare sempre più ai partiti. Credo inoltre che Grillo e Casaleggio sottovalutino molto un sentire comune di questa fase, l'impazienza: forse lo stato d'animo più diffuso degli italiani. La situazione economica, sociale, imprenditoriale del paese peggiora di giorno in giorno. Basta una piccola ricognizione storica su quanto sta avvenendo da alcuni anni per rendersene conto. I comunicati periodici dell'Istat sono ormai dei bollettini di guerra. Gli italiani ritengono non più tollerabile l'attesa.
Perché dovrebbero premiare il movimento 5S se si dovesse rivotare dopo mesi di stallo, di confuse battaglie tattiche? Che cosa c'è di non credibile nell'immaginare che nuove elezioni sarebbero vissute da milioni di italiani come uno spreco intollerabile, di tempo e di danaro, di mancati interventi, di soluzioni possibili non realizzate? E infine, comè facile prevedere, in che condizioni avverrebbero queste ulteriori elezioni ? Certamente in una situazione economica deteriorata e sotto il ricatto della finanza internazionale. Non la speranza di un radicale cambiamento almeno delle regole politiche, sarà allora il sentimento dominante degli italiani, ma la paura. Paura di perdere i risparmi di una vita, di vedere dissolversi il tessuto produttivo del paese, di non avere più prospettive di lavoro per molti anni a venire.
Quella stessa paura che ha permesso a Monti e alla sua perversa maggioranza di infliggere colpi gravissimi all'economia e al welfare dell'Italia. Non dimentichiamo che l'”europeo” Monti doveva proteggerci dai ricatti finanziari dell'Europa. Perché questi italiani spaventati dovrebbero tornare a votare per il movimento 5S? Perché tanti media italiani, che hanno portato la voce di Grillo anche in televisione ( penso soprattutto ai programmi di Michele Santoro) dovrebbero continuare a guardare con simpatia a questo fenomeno politico? In tale situazione la freschezza, l 'ingenuità dei ragazzi del movimento 5S entrati in Parlamento, lievito potenziale di un grande cambiamento, rischieranno di apparire drammaticamente inadeguati alle necessità del momento.
E infine: è sicuro Beppe Grillo che la maggioranza degli italiani si sentirebbe tranquilla immaginandolo come il padrone assoluto del sistema politico nazionale? Un leader che controlla i propri militanti come un capo-azienda? Non ne sono proprio sicuro. Che Grillo sconvolga un sistema politico visibilmente decomposto va bene ai più, non ci si poteva augurare di meglio. Ma che egli divenga alla fine il padre-padrone della vita politica italiana è prospettiva che ha perso la sua carica liberatoria e che allunga su di noi più ombre d'inquietudine che non luci di speranza.
www.amigi.org articolo inviato contemporaneamente anche a il manifesto