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Arcus: una S.p.a. molto devota
24 Giugno 2010
Beni culturali
Nella gestione passata e presente della società di Mibac e Infrastrutture, un’attenzione molto particolare ai beni culturali del Vaticano e molte regalie clientelari. Da la Repubblica e Italia Oggi del 23 e 24 giugno 2010 (m.p.g.)

E Bondi "commissaria" la Arcus: bloccati i fondi per Propaganda Fide

Corrado Zunino, la Repubblica, 23 giugno 2010

Di prima mattina, lunedì mattina, il ministro Bondi ha chiamato il direttore generale di Arcus e, preoccupato dalle notizie che stavano salendo di quota sui finanziamenti pubblici concessi dal dicastero dei Beni culturali ai siti del Vaticano, sulle inchieste della Corte dei Conti e della Procura di Perugia sul palazzo di Propaganda Fide in Piazza di Spagna, a Roma, ha chiesto un rapporto dettagliato sull’attività dell’azienda privata controllata dal ministero del Tesoro che in sei anni ha speso – investito, sostiene il suo direttore generale, Ettore Pietrabissa – mezzo miliardo di euro. Ecco, quattro finanziamenti di Arcus – voluti e sottoscritti nel tempo dai ministri Lunardi, Rutelli, Buttiglione e quindi dallo stesso Bondi – erano stati indirizzati su opere del Vaticano.

La Corte dei conti, contestando l’attività generale di Arcus, aveva segnalato diverse incongruità proprio sui finanziamenti per progetti religiosi. E i magistrati di Perugia avevano contestato la corruzione all’ex ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, e all’ex prefetto di Propaganda Fide, Crescenzio Sepe, mettendo a fuoco proprio il finanziamento da 5 milioni per il palazzo di Propaganda Fide: finanziamento di Stato alla Chiesa, apparentemente illegittimo, concesso secondo l’accusa in cambio di benefici personali a Lunardi, che a inizio Duemila aveva comprato un palazzetto di proprietà proprio di Propaganda Fide. Lunardi acquistò i tre piani (occupati da otto persone) in via dei Prefetti – dietro Montecitorio – per 4,16 milioni. Gli inquirenti ritengono che per quei 720 metri quadrati il valore di mercato, in realtà, fosse almeno il triplo.

Studiata la relazione degli uffici di Arcus, il ministro Bondi si è accorto che dei 5 milioni pubblici dati per la ristrutturazione del palazzo borrominiano di piazza di Spagna, 500 mila euro dovevano essere ancora erogati. E lunedì ha chiesto che l’ultima tranche del finanziamento fosse fermata, almeno fino a quando non sarà inaugurata la pinacoteca interna e garantita la sua apertura al pubblico (oggi è stata annunciata per il prossimo venti ottobre). Di più, gli stessi uffici tecnici hanno segnalato al ministro che il finanziamento per il cortile dell’Università Pontificia Gregoriana doveva essere completato: agli 800 milioni concessi nel 2009 doveva essere aggiunto un milione per la stagione in corso. All’interno della struttura erano stati recuperati resti romani. Anche questo finanziamento è stato congelato. E poi il ministero dei Beni culturali è intenzionato a rivedere gli appalti sottoscritti con il Vaticano per ottenere condizioni migliori per lo Stato. Innanzitutto, i siti ristrutturati dovranno essere accessibili al pubblico (cosa, ad oggi, non prevista).

La Procura di Perugia, che in questi giorni ha sul tavolo il dossier sulla società privata controllata dal Tesoro, vuole capire alcune questioni controverse. Ed è probabile che nei prossimi giorni interrogherà i dirigenti di Arcus per chiedere, per esempio, perché nell’appalto tipo non era prevista una data di chiusura dei lavori, perché nel progetto iniziale di ristrutturazione del palazzo di Propaganda Fide non si fa cenno ad alcuna pinacoteca, perché nella prima fase dei lavori compare l’architetto Angelo Zampolini, il contabile delle tangenti dell’imprenditore Diego Anemone. E ancora, perché la direttrice dei lavori in piazza di Spagna, Francesca Nannelli, compagna del vice commissario dell’Aquila Luciano Marchetti, distaccata dai Beni culturali di Firenze ad Arcus, è affittuaria di un appartamento di Propaganda Fide nel centro di Roma (in via del Governo Vecchio).

Tutti corrono alla cuccagna Arcus

Stefano Sansonetti, ItaliaOggi, 24 giugno 2010

Chissà se il ministro dei beni culturali, Sandro Bondi, sa che tra i beneficiari delle erogazioni della Arcus spa c'è addirittura l'Associazione nazionale magistrati. Per carità, lo scopo è assolutamente ammirevole, trattandosi della «riqualificazione ambientale in un sito confiscato alla mafia nel territorio di Ciaculli a Palermo». Ma resta il fatto che la società ha già predisposto un finanziamento pubblico di un milione di euro che finirà dritto dritto all'Anm.

Certo è che a scorrere l'interminabile lista di interventi finanziati per il triennio 2010-2012 dalla Arcus, che opera sulla base di decreti interministeriali firmati dai dicasteri dei beni culturali e delle infrastrutture, si scopre veramente di tutto. E non manca qualche sorpresa, soprattutto alla luce del coinvolgimento della società (al 100% del ministero dell'economia) nella vicenda che vede indagato per corruzione il cardinale Crescenzio Sepe, all'epoca dei fatti responsabile di Propaganda Fide. Dall'elenco, approvato con un decreto interministeriale del 1°dicembre del 2009, emerge chiaramente che i finanziamenti della spa finiscono spesso dalle parti del Vaticano. Nel prossimo triennio, per esempio, sono già stati predisposti 1,5 milioni di euro (1 milione per il 2010 e 500 mila euro per il 2011) che serviranno a restaurare i cortili interni della Pontificia università gregoriana, la stessa che in passato ha beneficiato di versamenti per un altro milione di euro.

Oltre a questi, come emerso dalle cronache di questi giorni, erano arrivati dalla spa pubblica 2,5 mln per la ristrutturazione della sede di Propagande Fide. Ristrutturazione che poi non sarebbe intervenuta. Nella lista, inoltre, compaiono finanziamenti per 9 tra diocesi e arcidiocesi. In tal senso il gettone più corposo, ovvero 1 milione e 850 mila euro, è stato assegnato all'arcidiocesi di Altamura per il restauro della cattedrale di Gravina. Ma ci sono anche 800 mila euro destinati all'arcidiocesi di Napoli, ben conosciuta da Sepe, per attività del suo museo. A seguire ecco venir fuori 700 mila euro per la diocesi di Tivoli, 300 mila per la diocesi suburbicaria di Porto Santa Rufina, 500 mila per la diocesi di Palestrina, 400 mila per la diocesi suburbicaria di Albano e così via. Poi è il turno delle parrocchie. Gli stanziamenti della Arcus ne aiuteranno 8, con il gettone più ricco, 1 milione di euro, destinato alla parrocchia S.Maria della Scala in S.Fedele di Milano.

Curioso notare che dalla lista spuntano fuori anche finanziamenti diretti a enti che, sulla base degli elenchi inseriti in un primo momento nella manovra dal ministro Giulio Tremonti, avrebbero dovuto non godere più di sovvenzioni pubbliche. È il caso della Scuola archeologica di Atene, a cui sono stati destinati 500 mila euro, dell'Istituto Luigi Sturzo, che avrà 300 mila euro, e della fondazione Giorgio Cini, che incasserà 450 mila euro per il restauro del cenacolo palladiano nell'isola di san Giorgio Maggiore. E c'è addirittura un ente palesemente considerato inutile, e quindi soppresso dalla Finanziaria, come l'Ente teatrale italiano, a cui nel 2010 l'Arcus darà 1 milione e 290 mila euro. Tra le pieghe si possono anche scorgere 500 mila euro per la Comunità ebraica di Pisa.Insomma, il tutto vale 200 mln fino al 2012. Che si aggiungono ai 250 mln di valore dei 360 progetti deliberati a fine 2009. Per un totale di 450 milioni di euro.

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