Sollecitazioni di cautela e di maggiore attenzione per il paesaggio e per quanto ancora resta della Campagna romana, provenienti ormai insistentemente da più parti dell’opinione pubblica, cadono inascoltate per l’indifferenza di alcune delle amministrazioni alle quali spetta il compito di vigilare sull’uso corretto del territorio, ed alle quali va attribuita la maggiore responsabilità dei danni arrecati nel corso degli anni.
Il decadimento di aspetti non solo formali, quali il paesaggio, ma anche strutturali, come ad esempio quelli insiti nell’uso agricolo dei suoli, prosegue inesorabile con la cancellazione di quei caratteri storici, artistici e naturalistici che da sempre hanno costituito il fascino del suburbio romano.
Ad appena un mese dall’insediamento del Consiglio direttivo del parco regionale della via Appia, il Comune di Marino ha deciso di trasformare circa 70 ettari di suoli agricoli in zona artigianale, commerciale ed industriale ponendo così in serio pericolo ogni prospettiva di valorizzazione del territorio e di ampliamento del parco. È facile prevedere a quale svilimento della natura e del paesaggio si perverrà anche qui con la costruzione di centri commerciali, capannoni, depositi di materiali, e così via. A rischio di grave manomissione è parimenti un’altra area del Comune di Marino, ove è nota fin dall’Ottocento la presenza dei resti di una antica città, convenzionalmente indicata con il nome di Mugilla, uno dei tanti insediamenti non identificati dei popoli latini precocemente scomparsi in seguito alla dilagante espansione della potenza romana. La zona è ancora indenne da alterazioni, ed è di grande importanza archeologica.
Questi suoli, che mantengono intatto il fascino del paesaggio agrario, sono stati comunemente riconosciuti, nel mondo degli studi, negli ambienti della cultura internazionale e in ampi settori di opinione pubblica, di elevato pregio ambientale e di incomparabile interesse per la conoscenza del Latium Vetus, della storia di Roma e di altre comunità latine, fin dalle loro più antiche origini.
Una proposta di legge per l’ampliamento del parco regionale dell’Appia antica approvata all’unanimità dalla Giunta Regionale nel 2005, e tuttora all’esame del Consiglio Regionale, sta per essere vanificata dai ritardi, ed ha comunque escluso l’area di Mugilla, sulla cui salvaguardia si erano create notevoli aspettative con il piano di assetto del parco.
D’altra parte, il Ministero per i beni e le attività culturali, pur disponendo di ogni capacità di intervento e nonostante i ripetuti segnali di allarme succedutisi nel corso degli anni, non ha ancora assunto provvedimenti atti ad assicurare la corretta tutela del paesaggio, della fisionomia storica dei luoghi e del patrimonio archeologico in queste come in altre aree esposte al rischio di grave alterazione.
Se si vuole evitare l’ultimo misfatto ai danni della via Appia, occorre che ciascuno faccia la sua parte (la Regione, ma anche il Ministero dell’ambiente e della difesa del territorio, nonché il Ministero per i beni e le attività culturali) nell’adottare le misure idonee a mantenere intatti i caratteri naturali e storici di àmbiti territoriali gravitanti sul tracciato della antica strada, per i quali è già previsto o comunque è ancora possibile prevedere l’inserimento nel parco.