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Vittorio Emiliani
Anche Brera nelle mani di Resca
19 Dicembre 2009
Beni culturali
Continuano le nomine di commissari chiamati a gestire la dismissione del Ministero Beni Culturali. Su l’Unità, 19 dicembre 2009 (m.p.g.)

Un altro commissariamento (quello di Brera) e un altro incarico per Mario Resca da poco al Mi.BAC quale direttore generale “valorizzatore” dell’intero patrimonio storico-artistico. La strategia del governo è chiara: “commissariare” l’Italia, con proconsoli liberi di assumere decisioni importantissime senza dover rispettare le normali procedure, di spendere forti somme senza il controllo della Corte dei conti, di appaltare grandi lavori accorciando i normali e trasparenti percorsi.

Dopo Pompei, le aree archeologiche di Roma e Ostia (col pretesto di vari disastri ambientali...), i lavori per gli Uffizi, tocca alla “grande Brera”. I soprintendenti in carica (e quindi scaricati) obietterebbero facilmente – se non fossero colti da afasia (a parte i compattissimi e ammirevoli archeologi di Roma e Ostia Antica) – che, con quelle scorciatoie e quei fondi, loro avrebbero fatto altrettanto senza dover stipendiare un altro ben pagato Commissario straordinario. Il quale: a) di musei sente parlare solo da qualche mese; b) ha tanti altri incarichi che si tiene ben stretti.

Mario Resca – pur essendo stato oggetto di pungenti interrogazioni parlamentari (Giulietti, De Biasi, Ghizzoni, Melandri, Adamo, ecc.) – è tuttora incollato alla poltrona di consigliere della Mondadori SpA controllante in toto di Electa, la maggiore impresa di servizi museali.

Per i quali è lui ad avere la delega specifica (gare d’appalto incluse). È inoltre presidente di Confimprese, dell’American Chamber of Commerce in Italia, di Finbieticola (dismissione di zuccherifici e di maxi-aree), promotore di centrali elettriche nel Vogherese, consigliere di Arfin, ENI, UPA e Finance Leasing SpA. Ora pure vicerè a Milano per Brera.

A quando Commissario straordinario del Ministero trasformato in ipermercato?

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