ROMA — Alberto Asor Rosa la chiama «crisi di un sistema ». Cioè della catena economico- elettorale che per decenni ha saldato, nella Toscana guidata dalla sinistra, i vertici politici alla base nel nome dello sviluppo del territorio. Ora si è aperta una frattura. Sempre Asor Rosa: «C'erano le scelte degli amministratori. E intorno a quei progetti si coagulavano inevitabilmente molti interessi. Ma si garantiva una certa vivibilità. Ora c'è la nuova economia. Che ha un prezzo inaccettabile, un territorio non più salvaguardato com'era tradizione». Insomma la Toscana Infelix, l'ha definita tempo fa lo stesso Asor Rosa.
Ed ecco la frattura. Da una parte le giunte di centrosinistra, da quella regionale fino alle tante comunali, impegnate in uno «sviluppo» senza precedenti visto come motore di nuova occupazione. Dall'altra la «Rete toscana dei comitati per la difesa del territorio » che domani, sabato, si riunirà a Firenze alle 10 al teatro dell'Affratellamento in via Gian Paolo Orsini. Presiederà Asor Rosa, paladino della battaglia per la salvaguardia di Monticchiello, e che ora pilota una galassia di 162 comitati. Si difende di tutto: dalle piazze storiche in pericolo (Fucecchio, Prato, Fiesole) al territorio interessato dall'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano passando alla lotta contro gli insediamenti da 12.000 metri cubi a Casole D'Elsa per arrivare a chi si oppone alla trasformazione dell'antico borgo di Castelfafi in un resort di lusso da parte di una multinazionale tedesca. Qualcuno ha già tirato in ballo un parallelo con i Girotondi.
Vento di destra? Paolo Baldeschi, docente di Urbanistica a Firenze, relatore del documento politico, sorride: «Sono e resterò un uomo di sinistra. Ma la regione Toscana non fa quel che dice. Qui siamo pieni di buone intenzioni: la legge di governo del territorio, il piano di indirizzo territoriale... ma mancano i controlli e così molti comuni agiscono nella piena illegalità. L'unica via è il ricorso al Tar o alla Procura. E questo è tragico. Gli oneri di urbanizzazione possono essere impiegati anche nella spesa corrente. E così i comuni diventano "drogati di edilizia". Massacrando un territorio irripetibile, come quello toscano, un patrimonio dell'umanità ».
Claudio Greppi, architetto e urbanista, docente di Geografia a Siena realizza la mappa delle emergenze: «Ho sempre navigato nei mari della sinistra, il Pci non mi tesserò perché ero "eretico"... Ma qui l'ideologia non c'entra. Se a San Casciano Val Di Pesa il Comune pensa di concedere il permesso di edificazione di un megacapannone coperto di ben tre ettari per la costruzione di camper, significa che il calo di cultura di gestione del territorio è drammatico. La legge regionale del 1995 concesse piena autonomia ai Comuni. Che ora agiscono senza controlli». Della vicenda di Casole Val D'Elsa ( www.casolenostra.org), un complesso da 12.000 metri cubi per 16 palazzine bloccato dalla procura di Siena cinque mesi fa dopo l'emissione di 17 avvisi di garanzia, si occupa il fisico Roberto D'Autilia, ex elettore Pci e ora Ds: «Hanno anche disboscato un ettaro di terreno, la Forestale ha spedito una multa da 100 mila euro. Le giunte Ds della cittadina hanno permesso un insediamento mostruoso. Un tempo la sinistra regalava alla politica i Ranuccio Bianchi Bandinelli che mai avrebbe messo mano al territorio. Oggi genera solo piccoli politici, facili prede di pescicani e speculatori». Nel gruppone c'è anche un ex consigliere comunale Pci di Fiesole, Cosimo Mazzoni, avvocato e docente di Diritto civile a Siena. Che ora presiede il Comitato per Fiesole (www.comitatoperfiesole. org), ostile al parcheggio sotterraneo a piazza Mercatale voluto dalla giunta di centrosinistra «e ai sei cantieri spalancati nel centro storico. Nel nostro fascicolo lo abbiamo chiamato "lo sviluppo insostenibile"».
Insomma, altro che vento di destra. Infatti lo «scisma» allarma la sinistra toscana al governo. Molti Comitati si sono trasformati in liste civiche alle elezioni amministrative. Come ha raccontato Violante Pallavicino, coordinatrice delle politiche dell'informazione dei Comitati, in un articolo sul sito http://eddyburg.it i risultati sono stati sorprendenti: «13% alla lista di Pistoia, 27% a Monterotondo Marittimo, 20% a Rignano sull'Arno, 6% a Regello ». Il fenomeno è in espansione. I Comitati toscani hanno già dato vita all'appello «Salviamo l'Italia» (firmato da Andrea Zanzotto, Andrea Camilleri, Mario Rigoni Stern). Un modo per far compiere un «salto nazionale» all'iniziativa » La Toscana, insomma, fa scuola. Infatti anche le Marche si stanno organizzando con una rete analoga (col supporto dell'attivissimo Comitato per la Bellezza di Vittorio Emiliani) e tra gli animatori ci sarebbe l'ex presidente della Cassazione Ferdinando Zucconi Galli Fonseca. Il presidente della regione Toscana, il ds Claudio Martini, ha assicurato ad Asor Rosa una replica al documento politico che verrà votato sabato. Lo scisma rientrerà davanti a un tavolo di consultazione sul territorio toscano?