«Il dibattito sulla “riforma” si è caratterizzato dal silenzio sulle proposte alternative. Ma ora che siamo al momento dell’aula, le carte sono tutte sul tavolo: e grazie alla pubblicazione del testo integrale della proposta di Gustavo Zagrebelsky inviata al ministro Boschi, nessuno può più accusare il pensiero critico di non essere anche propositivo».
Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2014
Nulla di tutto questo è stato offerto agli italiani come materia programmatica su cui esprimere un voto in una elezione politica. Ma proprio questo non conta nella visione del premier, poco disposto ad ascoltare obiezioni e preoccupazioni. Come un ragazzo a cui si chiede di rinunciare a un giocattolo a cui è molto affezionato. Pazienza se “dopo” la democrazia sarà ancora più fragile di quanto lo sia già oggi: Renzi dice che è una grande “occasione” e che il Paese (quale Paese?) non può permettersi il lusso di perderla.
Il dibattito sulla “riforma” si è caratterizzato dal silenzio sulle proposte alternative, rotto soltanto da gesti estremi di oppositori, comunque derisi e alla fine messi a tacere con censura e violenti interventi di sostituzioni al momento del voto in commissione. Ma ora che siamo al momento dell’aula, le carte sono tutte sul tavolo: e grazie alla pubblicazione su Il Fatto del testo integrale della proposta di Gustavo Zagrebelsky inviata al ministro Boschi, nessuno può più accusare il pensiero critico di non essere anche propositivo. Oggi sappiamo che le proposte sono almeno due e anche se una appare già al traguardo sarà il traguardo della Storia che giudicherà il valore dell’una e la saggia lungimiranza dell’altra.
La riscrittura della seconda parte della Costituzione riduce a poco più di passacarte l’assemblea di Palazzo Madama e assegna alla Camera dei deputati nominati e scelti dai capi partito il ruolo di ancelle del governo. Così mortificare un ramo del Parlamento non esalta l’altro ramo, ma il tutto si conclude con una generale mortificazione e perdita di dignità di deputati e senatori. Assieme ad essi mortificati sono tutti i cittadini italiani a cui viene sottratto il potere di eleggere i propri rappresentanti, incidendo contemporaneamente sulla legge elettorale e sulla Costituzione. Due progetti, due visioni, due mondi.
La costituzione di Renzi, no: è prendere o lasciare, mangiare la minestra o saltare dalla finestra. È o così o si scioglie il Parlamento. Dice Renzi che questa è la grande “occasione”. In sostanza oggi c’è una situazione generale che consente di fare quello che ieri non fu possibile: manomettere la carta fondamentale dei diritti e dei doveri, la Carta dello Stato italiano. L’unica occasione a cui viene di pensare è la disperazione generata dalla grande crisi: e come ci hanno sempre ricordato gli storici è in tempi come questi che i popoli accettano cose che in altre condizioni mai avrebbero accettato. Dunque, la chiusura di mezzo Parlamento italiano avviene anche perché gli italiani sono “distratti” dalla difficoltà di sopravvivere. Una grande “occasione” davvero, un’occasione da non perdere.