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Roberto Bagnoli
All’Elba: La ruspa? Meglio l’asta. E il tribunale vende appartamenti abusivi
10 Aprile 2004
Abusivismo
Un articolo di Roberto Bagnoli sul Corriere della sera del 3 ottobre 2003: “All’isola d’Elba vanno all’incanto tre proprietà. Nel bando la postillasull’illegalità delle opere in offerta - L’Oice: una vicenda paradossale, ora sulla sanatoria servono regole chiare”.

ROMA - «Una cosa del genere non l’ho mai vista». Braccio Oddi Baglioni, vicepresidente dell’Oice, l’associazione degli ingegneri, architetti e progettisti italiani, si dice letteralmente sbalordito. Eppure, nell’Italia scossa dalla febbre del condono edilizio, è successo davvero. Un giudice ha deciso di mettere all’asta tre appartamenti totalmente abusivi. Ignaro? Tutt’altro: consapevole a tal punto della situazione da specificare, nel bando, che gli immobili «non possono essere nemmeno sanati con l’articolo 40 entro 120 giorni dalla data del trasferimento» di proprietà. L’incredibile vicenda è accaduta a Livorno. Sul Tirreno del 20 settembre è apparso un avviso d’asta del tribunale relativo a tre appartamenti di 45 metri quadri al prezzo di circa 130 mila euro ciascuno. Tutti e tre costruiti all’isola d’Elba, località Capoliveri. Tutti e tre totalmente abusivi.

Lo stato di totale illegalità viene candidamente ammesso nella specifica del bando, che avverrà il 25 novembre alle ore 11 presso il tribunale di Livorno, precisando che le unità immobiliari sono «prive di concessione edilizia e della doppia conformità» e pertanto non è possibile alcuna sanatoria.

Dall’ufficio del notaio Bianca Corrias - che si occupa dell’asta - fanno sapere che l’abusività non compromette il meccanismo d’asta e che, in ogni caso, stanno eseguendo l’incarico conferito loro dal giudice Carlo Cardi sull’esecuzione immobiliare numero 251/01 promossa dalla Cassa di Risparmio di Livorno Spa.

«Una vicenda paradossale - continua Oddi Baglioni - sempre che non ci siano cavilli particolari legati alle procedure fallimentari, mi sembra una storia fuori dal mondo: un tribunale che mette all’asta, al prezzi di 3 mila euro al metro quadro, immobili che secondo la legge andrebbero demoliti». A meno che il giudice, con singolare senso della notizia, non avesse già fatto affidamento sull’arrivo della sanatoria.

Infatti la prima data dell’annuncio, apparso sul sito Internet delle aste giudiziali, risale al 27 giugno scorso, quando di condono, fra le rituali smentite, si parlava già come ipotesi. Diverso il caso dell’ultima pubblicità, quando il condono era ormai sulla pista di decollo. L’Oice sottolinea, inoltre, i «danni devastanti dell’effetto annuncio». «La cosa peggiore - sottolinea in un comunicato - è lo slittamento del termine per fare domanda al 31 marzo prossimo: è come dare la licenza di costruire abusivamente per altri sei mesi».

L’Oice contesta anche l’ambiguità del decreto del governo. «Il testo infatti non chiarisce - spiega ancora Oddi Baglioni - il confine di insanabilità, se e in che misura esso riguarda i piani paesaggistici, solo le aree protette o il demanio».

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