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Costantino Cossu
Alla vigilia del voto, il blitz illegale di Cappellacci
15 Febbraio 2014
Sardegna
Il viceré sardo dell'ex senatore condannato per evasione fiscale spera due risultati in un solo colpo: essere eletto di nuovo distruttore del paesaggio sardo e dare via libera ai cementificatori, con atto palesemente illegittimo. Chissà se con appoggio oggettivo della Murgia.

Il manifesto, 15 febbraio 2014

Domani in Sar­de­gna si vota per l’elezione del pre­si­dente della Regione. Seggi aperti per tutta la gior­nata di dome­nica. I risul­tati si cono­sce­ranno lunedì. La con­sul­ta­zione arriva in un momento del tutto par­ti­co­lare. Per Mat­teo Renzi sarà infatti il primo impe­gna­tivo test elet­to­rale. Natu­rale quindi che su Cagliari si siano accesi in que­sti giorni tutti i riflet­tori nazio­nali. E che l’esito sia molto atteso. I prin­ci­pali can­di­dati in corsa sono Ugo Cap­pel­lacci per il cen­tro­de­stra, Fran­ce­sco Pigliaru per il cen­tro­si­ni­stra, Michela Mur­gia per la coa­li­zione Sar­de­gna pos­si­bile. C’è grande incer­tezza. Cap­pel­lacci e Pigliaru sareb­bero testa a testa, ma Michela Mur­gia potrebbe rimon­tare gra­zie al voto degli inde­cisi, un’area che, a sole ven­ti­quat­tro ore dal voto, è ancora molto vasta. Mur­gia punta anche sul con­senso dei gril­lini, che alle ultime poli­ti­che hanno preso in Sar­de­gna il 29,68 per cento dei voti e che alle regio­nali non sono riu­sciti a pre­sen­tare una lista a causa delle lace­ranti divi­sioni interne al movimento.

Nell’isola il clima è teso. Ieri, nella gior­nata di chiu­sura dei comizi, con un blitz la giunta di cen­tro­de­stra pre­sie­duta da Cap­pel­lacci ha adot­tato in via defi­ni­tiva il nuovo Piano pae­sag­gi­stico della Sar­de­gna (Pps), man­dando in sof­fitta il Piano pae­sag­gi­stico regio­nale (Ppr) varato nel 2006 da Renato Soru. La deli­bera è stata appro­vata nono­stante la man­canza della «valu­ta­zione ambien­tale stra­te­gica» (Vas) obbli­ga­to­ria per legge, ed è quindi priva di effetti validi sul piano giu­ri­dico. Va anche ricor­dato che la revi­sione del Ppr tar­gata Cap­pel­lacci è stata impu­gnata dal governo davanti alla Corte costi­tu­zio­nale su sol­le­ci­ta­zione del mini­stero per i beni culturali.

Nell’antivigilia dell’apertura delle urne, con Ber­lu­sconi impe­gnato a soste­nere Cap­pel­lacci in una con­ven­tion del cen­tro­de­stra ad Arbo­rea e Fran­ce­sco Pigliaru che ha bat­tuto in auto­bus il nord Sar­de­gna da Porto Tor­res a Olbia, la noti­zia dell’approvazione del Ppr è arri­vata come una bomba. La prima rea­zione è stata di Pigliaru: «L’adozione del Pps da parte della giunta Cap­pel­lacci — ha detto il lea­der del cen­tro­si­ni­stra — è un’approvazione di car­tone, fatta sol­tanto per fini elet­to­rali. Rimango a bocca aperta: il cen­tro­de­stra ha avuto cin­que anni per fare le cose nel modo cor­retto, con­fron­tan­dosi con il governo secondo le regole. Invece, a con­ferma dell’incapacità di que­sta giunta, Cap­pel­lacci ha voluto for­zare, mostrando un incre­di­bile disprezzo per le regole».

Bor­date a Cap­pel­lacci anche dal segre­ta­rio di Rifon­da­zione Paolo Fer­rero, ieri a Cagliari per un tour elet­to­rale. «Il voto serve a evi­tare che Cap­pel­lacci ritorni a essere il pre­si­dente della Sar­de­gna: non solo non ha man­te­nuto le pro­messe, ma è evi­dente che non ha fatto nulla per il lavoro e per il ter­ri­to­rio». «Lo dico anche — ha aggiunto Fer­rero — a chi non è entu­sia­sta dei can­di­dati del cen­tro­si­ni­stra: il voto a Michela Mur­gia non aiuta a man­dare via Cap­pel­lacci». Anche Rifon­da­zione fa parte della coa­li­zione gui­data da Pigliaru. Per Fer­rero è il lavoro che deve stare al cen­tro dei pro­grammi, a Cagliari come a Roma. «Ma per­ché que­sto avvenga — ha aggiunto il segre­ta­rio del Prc — con il voto biso­gna raf­for­zare la sini­stra». E in effetti il tema del lavoro è in Sar­de­gna dram­ma­tico. Gio­vedì a Cagliari è ripar­tita la mobi­li­ta­zione dei lavo­ra­tori in cassa inte­gra­zione della Alcoa, con un cor­teo davanti alla sede della Regione. Gli ope­rai chie­dono rispo­ste sullo stato della ver­tenza, al momento in una fase di stallo, con la fab­brica chiusa, e la con­vo­ca­zione di un incon­tro al mini­stero per lo svi­luppo eco­no­mico. Durante il cor­teo i lavo­ra­tori hanno lan­ciato uova sui mani­fe­sti elet­to­rali e hanno annun­ciato l’intenzione di resti­tuire le schede elettorali.

Chi sem­bra asso­lu­ta­mente con­vinto della vit­to­ria di Cap­pel­lacci è Ber­lu­sconi. «Non c’è biso­gno — ha detto ad Arbo­rea di fronte a migliaia di per­sone — di con­vin­cere i sardi: sanno già chi votare. Ugo, pos­siamo fare così: tu canti, io rac­conto sto­rielle. E fac­ciamo uno show patriot­tico». Poi l’attacco a Michela Mur­gia: «Ho saputo che la signora Mur­gia ha già pre­sen­tato la sua giunta, e si è tenuta lei l’assessorato dei tra­sporti: forse da pic­cola gio­cava con i tre­nini. Ma lei è una che ha inse­gnato l’odio». Due accenni alla situa­zione nazio­nale: «Sono l’ultimo pre­mier eletto dal popolo», con rife­ri­mento alla staf­fetta Letta-Renzi: «Nel 2009 avevo il con­senso del 75% degli ita­liani. Ecco per­ché la magi­stra­tura ha deciso di farmi fuori. E nel 2001 con­tro di me c’è stato un golpe. Sono sceso in campo con­tro il comu­ni­smo, che ha fatto 120 milioni di morti». Ber­lu­sconi par­lava ad Arbo­rea, che quando fu fon­data, nel 1928, si chia­mava Mussolinia

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