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Fausto Martino
Aggiornamenti sul Piano di Salerno
23 Gennaio 2007
Ulteriori pesanti peggioramente al già discusso PRG di Salerno (firmato Oriol Bohygas), in una corrispondenza per eddyburg del 23 gennaio 2007

Nell’aprile 2003, Oriol Bohigas concluse il lavoro di redazione del piano regolatore di Salerno. Il piano non venne adottato. Anzi, su indicazione dell’ex sindaco De Luca, si levò un vero e proprio fuoco di sbarramento tendente a differire i tempi dell’entrata in vigore delle norme di salvaguardia. L’obiettivo dichiarato era quello di navigare a vista, sulla più comoda strada della contrattazione urbanistica, avvalendosi dei numerosi strumenti derogatori di cui è ricca la normativa nazionale e regionale. Per far ciò, il piano era certamente d’intralcio. E d’intralcio era chi vi scrive, all’epoca dei fatti assessore all’urbanistica, costretto a dimettersi.

Nel 2004, la nuova legge regionale urbanistica della Campania fornì l’alibi per continuare a menare il can per l’aia: il piano “doveva” essere adeguato alle nuove disposizioni normative. Geniale. Ma non ci si limitò ad introdurre le modifiche rese necessarie dalla legge regionale; anzi, l’aspetto dell’adeguamento venne trattato in modo epidermico e riguardò, più che altro, la terminologia. Gli “adeguamenti” più evidenti riguardarono le rendite fondiarie di un certo numero di immobili; in breve, si conformò il piano ai desiderata di quella proprietà fondiaria più influente che non era rimasta proprio soddisfatta dalle scelte originariamente formulate da Bohigas. Nel 2005, con squilli di tromba e rullii di tamburi, venne adottato il nuovo Piano Urbanistico Comunale, “finalmente adeguato” – lo sosteneva l’amministrazione comunale – alla nuova legge regionale.

Il confronto tra il piano del 2003 e quello del 2005 mette in evidenza una serie di variazioni, tutte peggiorative, che la dicono lunga sui veri motivi della mancata adozione nel 2003: pur lasciando inalterati i criteri di dimensionamento del piano, cresceva l’edificabilità totale di mezzo milione di metri cubi; aumentavano enormemente gli indici di conversione degli immobili industriali dismessi; l’edilizia residenziale pubblica, che Bohigas aveva voluto diffusa in tutta la città, veniva concentrata in enormi e periferici quartieri-ghetto, scomparivano alcune destinazioni pubbliche per lasciare il posto ad interventi fortemente speculativi, alcuni di essi addirittura oggetto di norme chiaramente ad personam, ecc. ecc. Insomma, un vero disastro per la città. Per pochi, una vera benedizione.

Ma il piano non era affatto conforme alla nuova legge regionale, era privo della prescritta valutazione di impatto ambientale e gli indici di edificabilità non erano quelli fissati dalla legge. E’, dunque, evidente come la fola dell’adeguamento del prg sia stata utilizzata per fare ben altro. Le differenze, in termini di edificabilità e di valore aggiunto ai suoli, sono – appare chiaro - l’inconfessabile motivo della mancata approvazione del piano nella sua versione originaria.

Nel 2006,a seguito delle elezioni comunali, ritornò a fare il sindaco il deputato DS De Luca. Nel giro di poche settimane, il piano venne definitivamente adottato dal Consiglio Comunale; poco dopo anche la Provincia di Salerno, cui compete il controllo di conformità degli strumenti urbanistici, approvò il piano, ottenendo in cambio l’ingresso della Margherita nella maggioranza che governa il comune di Salerno. Insomma, un paio di assessorati per svendere la città.

Ma il piano, nonostante le coperture politiche, restava illegittimo per la sua evidente non conformità alla legge regionale. La soluzione è di pochi giorni fa: un articoletto infilato di soppiatto nella legge finanziaria regionale ha cancellato il comma della legge urbanistica che definiva i termini e le modalità per l’attribuzione delle quote edificatorie…. Ora il Puc è finalmente conforme, è stata la legge ad adeguarsi. Insomma, la norma si è adeguata alla deroga…Restano per ora ignoti la genesi di questo colpo di mano ed il nome del consigliere regionale estensore dell’emendamento piccolo piccolo che consentirà l’entrata in vigore del piano. E’, però, sicuro che gli artefici di questo papocchio sono i nipotini di Enrico Berlinguer e di Mario Alicata. La questione morale è davvero finita.

Salerno, 23 gennaio 2006

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