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Mitia Chiarin
Aeroporto e stadio. Si procede alla grande
27 Maggio 2018
Terra acqua e società
la Nuova Venezia, 26 maggio 2018. La città devastata dal turismo sregolato di massa, legittimo erede della peste del 1630, con ampio commento (e.s.)

la Nuova Venezia, 26 maggio 2018. La città devastata dal turismo sregolato di massa, legittimo erede della peste del 1630, con ampio commento (e.s.)

Chi riuscisse a vedere Venezia dall'alto e da lontano vedrebbe i governanti, e gli stessi cittadini che li eleggono, affetti da una straordinaria forma di schizofrenia. Da una parte, i sacrosanti lamenti perché i prezzi della vita quotidiana sono più alti che altrove, non si trova un alloggio in affitto a un prezzo decente, nelle botteghe e nei negozi la chincaglieria "made in Cina" caccia i prodotti dell'artigianato e dell'agricoltura locali, gli ingombranti mezzi di trasporto carichi di turisti che scorrazzano nella Laguna e nei canali interni, provocando la lebbra del "moto ondoso" che, dopo aver esiliato agli estremi margini della Laguna la ricca vegetazione autoctona, erodono oggi le fondamenta e i muri minacciandone, e a volte provocandone, il crollo.
Ma dall'altra parte si adoperano attivamente (gli uomini del governo e quelli della governance) , oppure supinamente sopportano, che la città e la sua Laguna vengono distrutti dalla nuova peste: Quello che,
d'après Luigi Scano, definiamo "turismo sregolato di massa" (si veda in proposito di Luigi Scano Turismo insostenibile)
L'icona che accompagna il titolo rappresenta la maschera a becco che rinvia alla tenuta dei medici che curavano la peste nera del 1630: il becco, da cio si prendeva l'aria per respirare, era imbottito di garze imbevute di disinfettanti. Diventarono una maschera carnevalesca. Molto a Venezia si risolve ancora così, in una carnevalata: c'è chi muore, chi fugge, chi rimane e rischia, e chi - come i medici di allora -si arricchisce. A questo proposito, informiamo il lettore non veneziano che l'area dei Pili, sulla quale si vorrebbe realizzare uno stadio con annessi servizi per la ricettività, è proprietà dell'attuale sindaco.

Seguono due notizie di Mitia Chiarin, riprese da la Nuova Venezia del 26 maggio 2018 sugli ulteriori progetti per l'incremento della peste (e.s.)

«MARCO POLO

IN 12 ANNI DIVENTERÀ UN COLOSSO»
di Mitia Chiarin

«Prima pietra dell'ampliamento del terminal passeggeri extra Schengen
Marchi: «Entro il 2030 ci allargheremo fino a 180 mila metri quadri»

Mestre. Dagli attuali 8 mila metri quadri, frutto dei lavori di ampliamento dello scorso anno, l'aerostazione del Marco Polo avrà entro il 2020 altri 3.500 metri quadri in più ma gli ambiziosi investimenti di Enrico Marchi e della Save non si fermano qui: entro il 2030 la aerostazione dell'aeroporto di Venezia arriverà, con la seconda fase del business plan in discussione con Enac, «a 180 mila metri quadri», dice Save. Un colosso aeroportuale in espansione. E la terza pista resta un possibile obiettivo.

Prima pietra. Prima pietra ieri per il cantiere da 28 milioni di euro dell'ampliamento del terminal passeggeri, dedicato ai voli area extra Schengen. Opere che rientrano nel Masterplan dell'aeroporto 2012-2021. Alla cerimonia hanno presenziato la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati; il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro; l'assessore ai Lavori pubblici del Veneto, Elisa De Berti; il presidente di Enac, Vito Riggio.
Pronta nel 2020. La nuova struttura, che sarà ultimata entro il 2020, costituisce la prima fase dell'ampliamento che per step diversi arriverà fino al 2030. Il prossimo passo è il lotto 2B destinato al traffico extra Schengen, i cui lavori termineranno nel 2027. Un progetto motivato dalla forte crescita di passeggeri extra Schengen, oggi il 32% del totale.
Sessant'anni. Il Marco Polo, spiega Marchi, presidente del gruppo Save, prosegue la sua milionaria campagna di espansione: il 2018 il Marco Polo festeggia 60 anni di vita e dai 6 milioni e 800 mila passeggeri del 2008 si è arrivati a 11 milioni con un incremento del 7% nei primi quattro mesi di quest'anno. «Il nuovo ampliamento del terminal passeggeri», ha detto Marchi, «avviene in assoluta continuità con la fase conclusasi lo scorso giugno con l'inaugurazione della nuova infrastruttura landside». Il 2016 era stato l'anno della grande darsena e del moving walkway; il 2017 l'anno del primo ampliamento.
850 milioni. Il Masterplan, frutto del contratto con Enac, la cui validità è fortemente rivendicata con forza da Riggio, vale 850 milioni, 400 milioni di opere già costruite e quasi 14 milioni di opere di mitigazione concordate con il territorio. 150 i progetti in lavorazione. «Due nuovi voli intercontinentali (Chicago e Seul), nuove rotte europee, l'incremento delle frequenze», continua a spiegare ai giornalisti Marchi, «sono parte della strategia di crescita del Marco Polo». Si punta sui transiti. «Puntiamo anche ad avviare un nuovo programma, il Venice connect, per fare in modo che i passeggeri possano partire da altri aeroporti, come quelli del Sud Italia, e utilizzare il nostro aeroporto come transito, per poi prendere i nostri voli intercontinentali in partenza da Venezia. Oltre al point to point, aumentiamo i transiti», spiega il presidente di Save.
Terza pista. Ed è tutt'altro che archiviata l'ipotesi di terza pista (la seconda utilizzabile per partenze e atterraggi). Il prossimo anno inizieranno, spiega Marchi, i lavori di adeguamento dell'attuale pista dell'aeropoprto. Ma la terza pista resta una previsione, dice. «La nostra concessione scade nel 2041, e nell'attuale business plan non è prevista la terza pista ma è uno dei temi in discussione con il nuovo business plan 2022-2031. Stiamo ragionando con Enac sul fatto che sia o meno necessaria. L'importante è non castrare lo sviluppo e che ci siano le condizioni per farla se sarà necessario realizzarla: se servirà, quindi, la faremo. Se non sarà necessaria avremo preservato un pezzo di territorio. Ma per ora mi concentro sui cento milioni all'anno di investimenti da fare entro il 2030»


«NELLA BRETELLA PER LO SCALO PREVISTA LA FERMATA STADIO»

«La conferma del sindaco Brugnaro. «Stiamo lavorando anche per il Baracca e il tennis. I Pili? Non sono aggiornato»

Mestre. «Queste opere camminano sulle gambe delle persone che lavorano. Questi risultati sono la dimostrazione che con il coraggio, la tecnica, l'ingegno, l'impegno e l'umiltà si possono ottenere grandi traguardi. Sul tema dell'infrastruttura ferroviaria, insieme alla Regione, stiamo facendo un lavoro ottimo. Nella bretella che arriverà all'aeroporto è prevista una fermata dell'Sfmr, la fermata "stadio"». Lo ha ribadito ieri alla cerimonia al Marco Polo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Che per natura di imprenditore, oggi sindaco, è particolarmente attento alla voce investimenti privati. Come quelli della Save dell'amico Marchi.Fermata "stadio", per la nuova bretella ferroviaria che si staccherà dalla linea Venezia-Trieste per portare, si spera dal 2025, i viaggiatori al Marco Polo, significa portare avanti il progetto del Quadrante di Tessera con la realizzazione, nei terreni d'oro, tra tangenziale e aeroporto, dello stadio tanto agognato dai tifosi del Venezia di Inzaghi e Tacopina.

Anche l'assessore regionale Elisa De Berti conferma l'importanza della realizzazione della bretella ferroviaria per l'aeroporto che è in via di progettazione da parte di Rete Ferroviaria Italiana. E Vito Riggio, numero uno dell'Enac, l'ente di aviazione civile conferma la bontà del contratto di servizio con Save che con gli investimenti sull'aeroporto di Tessera sta davvero facendo competizione a Fiumicino che ha però dato via al progetto della "business city", valore un miliardo e 300 milioni con un altro miliardo. «Venezia», dice Riggio, «si conferma come l'aeroporto più bello, anche se ora deve vedersela con Fiumicino. Ma in fatto di bellezza, Venezia resta il migliore».
E Riggio rivendica l'importanza degli investimenti privati in Italia nel settore aeroportuale. Due miliardi di investimenti a cui se ne aggiungeranno altri 4 di miliardi, spiega il numero uno di Enac, con una finanza interamente privata che si realizza con l'autofinanziamento», dice Riggio invitando la presidente Casellati a «spingere per una vera riforma che sburocratizzi e tolga le lentezze elefantiache alla pubblica amministrazione nel nostro paese».
Vedremo prima il palazzetto ai Pili o lo stadio nel Quadrante di Tessera, chiediamo al primo cittadino, alla fine della cerimonia per l'ampliamento ulteriore del Marco Polo.La risposta di Brugnaro non si fa attendere. «È una bella gara, non lo so. Sui Pili non sono aggiornato ma speriamo che portino davvero a realizzare qualcosa, presto. Sullo stadio stiamo lavorando con tutti. Così come ci siamo messi in moto per il Mestre che ha fatto un campionato straordinario. Secondo me se vanno in B dovrebbero giocare in alternanza al Penzo, con il Venezia. Il Baracca, invece, speriamo di sistemarlo per far giocare al Mestre la C1 qui, invece di dover andare a Portogruaro. Il Baracca, ovviamente, è nel nostro cuore. Così come avrebbe bisogno di sostegno il progetto della sistemazione del Tennis Club di Mestre. Sportivamente parlando possiamo davvero dirci contenti»
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