Quest'anno non è fuggito nessuno, e nessuno stamani si è sdegnato per quella grande bandiera pacifista che il sindaco di Messina ha voluto riesporre in piazza per la festa delle Forze armate, concedendo il bis dopo le polemiche di dodici mesi fa. Nel 2013, dinanzi a quell'arcobaleno srotolato e sventolato a braccia aperte, due generali dei carabinieri abbandonarono la platea. Già, perché la prima volta "fu uno shock, e alla fine presi la parola anche se non era previsto", racconta lui, il primo cittadino Renato Accorinti, ex insegnante di educazione fisica, anarchico, attivista anti-mafia e anti-ponte sullo Stretto.
Ma a furia di insistere, dice, "il messaggio in qualche modo passa. Oggi, poi, non ho neanche chiesto la parola...". Tuttavia, parlano per lui le due citazioni di Sandro Pertini che incorniciano il centro del drappo: "Svuotiamo gli arsenali, strumenti di morte. Coltiviamo i granai, fonte di vita". Il messaggio è racchiuso tutto lì. E l'iniziativa silenziosa - che l'anno scorso il governo definì una "provocazione demenziale" - varca i confini geografici della Sicilia per approdare in Campidoglio a Roma, dove il sindaco Ignazio Marino decide di accogliere l'appello e di esporre lo stesso vessillo.
La ricorrenza scelta per portare avanti "una lotta pacifista e non violenta che rappresenta le fondamenta della politica alta" è quella del 4 novembre, giorno dell'Unità nazionale e giornata delle Forze armate. In piazza Unione europea a Messina oggi anche i rappresentanti di 'Cambiamo Messina dal basso' - il movimento che ha sostenuto Accorinti alla guida della città - che hanno voluto sventolare bandiere multicolori durante la manifestazione. I rappresentanti istituzionali presenti alla cerimonia non hanno risposto in alcun modo al gesto, tuttavia alcuni consiglieri comunali hanno esposto la bandiera italiana, forse irritati dall'atteggiamento del sindaco pacifista.
"Attenzione - sottolinea Accorinti -, io alle spalle ho anni di lotte sociali e questa non è una sceneggiata. Non voglio che si parli della mia bandierina, io qui sto facendo una analisi di condanna dell'economia dell'Occidente e di come stiamo vivendo. La guerra è il braccio armato della finanza, e la via del disarmo è un percorso di grande maturità. Da Gandhi a Martin Luther King, passando per Francesco d'Assisi che quando parla di pace fa un discorso politico, sul pacifismo c'è un percorso serio e maturo".