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Francesco Erbani
Accordo con l’Unesco. Per salvare Pompei
30 Novembre 2011
Beni culturali
Molte le attività attorno al sito archeologico: non tutte dettate dall’esclusivo interesse per il recupero del patrimonio culturale. La Repubblica, 30 novembre 2011 (m.p.g.)

Pompei parla in francese. A Parigi sono stati annunciati ieri due accordi, uno fra il Ministero per i Beni culturali e l´Unesco per favorire una serie di interventi di restauro all’interno dell’area archeologica finanziati da un gruppo di imprenditori d’oltralpe, l’altro, molto diverso, fra Regione Campania, industriali e soprattutto costruttori per investimenti fuori dal sito.

Dell’intesa fra il ministero e l’agenzia dell´Onu per la cultura e il patrimonio culturale si parla da alcuni mesi. Fra dicembre e gennaio scorsi, poco dopo il crollo della Schola Armaturarum, sono andati a Pompei tre ispettori dell’Unesco che hanno stilato un rapporto molto accurato su come salvaguardare gli scavi (manutenzione ordinaria e straordinaria, programmazione degli interventi, assunzione di personale alla soprintendenza) e critico nei confronti delle scelte fatte dal ministero, in particolare dei commissariamenti. Pompei non veniva inclusa nella lista dei beni in pericolo, ma tutto era rimandato a una successiva verifica.

Ora, in base all´accordo di ieri, l’Unesco metterà a disposizione di soprintendenza e ministero le proprie competenze per gestire lavori necessari a mettere in sicurezza gli scavi. Per finanziare questi interventi si sono fatti avanti alcuni imprenditori francesi riuniti nell’Epad (Établissement public pour l’aménagement de La Défense), l’ente pubblico che amministra il quartiere della Défense, a Parigi. Coordinatrice di questo gruppo è un’italiana, Patrizia Nitti, direttrice del museo Maillol. Dovrebbe anche essere costituita una fondazione, guidata da Unesco e ministero, che sovrintenderà ai lavori. Non è stata definita una cifra. Si parla di un investimento fra i 5 e i 10 milioni annui per dieci anni. Un’entità simile ai 105 milioni di fondi europei sbloccati qualche settimana fa e che si spera di cominciare a spendere entro i primi mesi del 2012. Sembrano sbloccate anche le assunzioni di 22 fra archeologi (9), architetti (12) e amministrativi (1). Ma restano ancora dubbi sul quando effettivamente questi rinforzi prenderanno servizio.

Sul secondo accordo, per il quale molto si era battuto l’allora sottosegretario Riccardo Villari, non si conoscono molti dettagli. Sembra comunque chiaro che si vorrà approfittare della norma inserita nel decreto "salva Pompei", approvato dal governo nella primavera scorsa, che consente di costruire nell’area esterna al sito in deroga alle norme urbanistiche molto severe che tutelano in particolare la visuale del Vesuvio dagli scavi e degli scavi dal Vesuvio (un rilievo paesaggistico la cui tutela il rapporto degli ispettori Unesco sottolinea con vigore). Non ci sono ancora progetti. Si sente parlare di infrastrutture e di alberghi e ristoranti. Su questi aspetti è molto netta Maria Pia Guermandi, consigliere nazionale di Italia Nostra: «I sospetti che abbiamo avanzato fin da quando è stato varato quel decreto diventano più concreti. L’accordo fra ministero e Unesco è una cosa, altra cosa è un’intesa che rischia di trasformarsi nel via libera per una cementificazione dell’area già molto degradata fuori dagli scavi di Pompei».

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