la Repubblica online, 2 ottobre 2017. E' incredibile che personaggi che hanno fondato associazioni ambientaliste e altri che hanno scelto di lavorare nella Commissione ambiente siano così tiepidi nei confronti del decreto "premiabusivisti".
Roma - Il ddl Falanga che regola le demolizioni degli edifici abusivi approda oggi in aula alla Camera per essere varato in via definitiva in settimana. Ma la sua approvazione non è così scontata: «Vediamo, ci rifletteremo», taglia corto il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, instillando il dubbio. E a conferma dell'esistenza di qualche crepa fra i democratici ci sono anche le parole del presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci: «Non credo che si siano le condizioni per andare al voto così com'è».
In ballo dal 2014 e al suo quarto e ultimo passaggio parlamentare, dopo una lunga navetta tra Montecitorio e Palazzo Madama, il ddl Falanga - dal nome di Ciro Falanga, senatore proponente prima in Forza Italia e poi passato con Denis Verdini in Ala - è stato modificato e per certi versi anche migliorato, come ammette Realacci: «Sono state disinnescate quelle parti che lo rendevano rischioso. Al momento della sua presentazione la proposta di legge si configurava come un segnale di tolleranza verso l'abusivismo edilizio. Tuttavia l'impegno delle commissioni Giustizia e Ambiente della Camera ha consentito di invertire la direzione, tanto da provocare l'ira di Falanga che in aula al Senato è arrivato al punto di minacciarmi violenza fisica».
Ma il testo, sebbene depotenziato, non convince gli ambientalisti né le opposizioni come il M5s, che ribadisce la sua contrarietà: «È più pericoloso di un condono - dice Massimo De Rosa, deputato pentastellato della commissione Ambiente - si rischia che questa legge blocchi la demolizione degli edifici individuati, causando al tempo stesso ricorsi e lungaggini burocratiche». Certo è che sul piano politico con l'ok al provvedimento il Pd corre il rischio di dare un segnale negativo e contrario rispetto alla linea del governo, che ha recentemente impugnato una legge in Campania che di fatto salva tutte le prime abitazioni abusive. Ma è pur vero che, se il Pd decidesse di presentare nuove modifiche al testo, ne sancirebbe l'affossamento. Lo stesso avverrebbe nel caso di un rinvio in commissione.
«Nella sua prima versione la legge era una vera e propria sanatoria degli abusi - spiega Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - ma l'impianto, sebbene depotenziato, ha conservato un punto debole: fissa infatti un ordine di priorità degli abbattimenti in cui le case abusive abitate sono messe all'ultimo posto, dando precedenza a quelle in corso di costruzione e non abitate. Un modo per lasciare in piedi, con la scusante dell'abusivismo di necessità, edifici spesso pericolosi, come si è visto recentemente nel caso del terremoto di Ischia. Per noi il ddl Falanga è un disastro e va fermato».
Insomma i criteri di necessità potrebbero trasformarsi nelle mani degli avvocati in un grimaldello per bloccare le azioni di demolizione. Per l'associazione ambientalista l'unico modo per combattere veramente l'abusivismo edilizio è quello di togliere ai Comuni le competenze sugli abbattimenti: «Vanno centralizzate, affidandole alle prefetture, per toglierle dal ricatto elettorale», aggiunge Ciafani. Ma oltre a semplificare l'iter delle demolizioni, l'altra strada su cui «la maggioranza dovrebbe battere è quella di fermare il consumo di suolo», conclude il direttore di Legambiente. La legge sul consumo di suolo, però, approvata lo scorso anno alla Camera, si è arenata al Senato e molto difficilmente riuscirà a vedere la luce entro questa legislatura.