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A Venezia forse si eviterà un saccheggio: I “masegni” sostituiti
21 Agosto 2005
Terra, acqua, società
Il quotidiano la Nuova del 13 febbraio 2004 ha dato notizia di un impegno assunto dalla Sovrintendenza.

Da tempo le associazioni ambientaliste, e soprattutto gruppi organizzati di cittadini, protestavano per la scomparsa della antiche pietre di trachite che costituiscono la pavimentazione veneziana, nel corso dei lavori di ripavimentazione (e di consolidamento e innalzamento delle fondamenta, nonché di ripulitura dei canali interni). Inserisco di seguito una nota tratta dal sito Ombra.net e l’articolo di Enrico Tantucci da la Nuova. Sottolineo che l’asportazione dei masegni è negativo per tre ragioni: perché peggiora l’aspetto delle pavimentazioni storiche, perché è privatizzazione (per di più furtiva) di un bene pubblico, perché rende necessaria l’ulteriore escavazione di siti preziosi (nella fattispecie, i Colli Euganei).

Ombra.net

Dove vanno le pietre sostituite?



Nel corso di secoli i veneziani hanno progressivamente sostituito la terra battuta e i mattoni a spina di pesce con una pavimentazione stradale in "masegni" di trachite euganea. Il masegno è un blocco di pietra spianato nella faccia superiore e rozzamente sbozzato a semisfera in quella inferiore. Misura in spessore circa 25 cm. mentre i lati variano dai pochi cm. delle "seragie" (piccole pietre per chiudere i corsi) a oltre cm. 100 × 50 dei grandi "salizzoni".

La trachite euganea è pietra ottimale per pavimentare, sia per le sue doti estetiche (ogni singola pietra presenta variegate tinte pastello) sia per quelle di efficienza: resistente all'usura, all'imbibimento e soprattutto alla salsedine, alta valenza anti sdrucciolio. Per ovviare al fatto che la pietra usata come sostituzione è invece scivolosa, si provvede a bocciardarla (renderne cioè scabra la superficie con speciali martelli); la faccia superiore della pietra, resa rugosa, trattiene ancor di più l'acqua, che intenerisce la pietra e fa sì che questa in breve tempo con il calpestio prenda una forma concava, in cui si ferma ancor più acqua e così via...

La varietà dei colori tutti comunque armoniosamente fusi tra loro contribuisce grandemente al fascino particolare di Venezia e ottimamente si sposa con il ritmo architettonico estremamente vario che contraddistingue questa città, oltre che con i colori dei suoi intonaci, dei suoi mattoni e, perché no, delle sue alghe e muffe salmastre.

Sfortunatamente i colli Euganei, da cui la trachite proviene, sono un complesso relativamente piccolo, già gravemente minacciato e ferito dalle cave. Di conseguenza la cava delle pietre da quelle località e oggi drasticamente limitata e in via di totale proibizione.

La trachite euganea diviene quindi da pietra di pregio una pietra assai rara. In concomitanza con la chiusura delle cave euganee iniziano massicce sparizioni di pavimentazione pubblica a Venezia. In occasione di ogni lavoro pubblico sono molte le pietre originali che vengono sostituite con piastrelloni di dubbia natura e di evidente pessima qualità, quando non addirittura con gettate di calcestruzzo.

Il fenomeno più appariscente si ha in zone in cui intere aree subiscono la sostituzione, come nel caso di campo San Giacomo da l'Orio, della Giudecca, di fondamenta degli Ormesini e delle Zattere, ma vi è un'altra manifestazione più subdola e non meno grave che passa sotto il nome di " macchia di leopardo", consistente nella chiusura di innumerevoli piccoli scavi con pietre non originali.

Al danno culturale e artistico va sommato l'aggravio per le casse comunali dell'acquisto dei nuovi piastrelloni, mentre resta ignota la sorte di decine di migliaia di originali. A titolo informativo si sappia che il Comune paga per ciascun piastrellone nuovo un prezzo che varia da un paio di centomila lire a oltre un milione, a seconda della grandezza...

Enrico Tantucci La Soprintendenza detta le regole per la conservazione Masegni, istruzioni per l’uso

VENEZIA. La Soprintendenza detta le regole per i masegni. Rispondendo a una richiesta avanzata dall’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune il sovrintendente ai Beni Architettonici di Venezia Giorgio Rossini, ha stabilito un analitico sistema di intervento per la rimozione e la sostituzione della pavimentazione tradizionale, che dovrebbe finalmente garantire una migliore conservazione. Sarà stilato un protocollo d’intesa tra Comune e Soprintendenza, poi trasmesso a Insula e Consorzio Venezia Nuova. Tutti i progetti che d’ora in poi prevederanno interventi sulle pavimentazioni cittadine dovranno essere inviati in Soprintendenza con largo anticipo rispetto alla loro presentazione in Commissione di Salvaguardia. In particolare, per la rimozione della pavimentazione in trachite, oltre al progetto dovrà essere presentata la mappatura del degrado, numerando tutti i masegni e indicando quelli vecchi e quelli di recente sostituzione. Le imprese dovranno anche produrre un fotopiano a mosaico di tutta la pavimentazione su cui sarà attuato l’intervento, per documentare prima dell’inizio dei lavori lo stato di conservazione dei masegni e poter così ricollocare le pietre nella medesima posizione. Per recuperare, comunque, le tecniche tradizionali di lavorazioni, che rischiano di perdersi, la soprintendenza creerà un “cantiere scuola” sulle pavimentazioni in trachite, nel quale saranno coinvolti anche il Comune, il Magistrato alle Acque e l’Associazione Costruttori. Decisi anche i criteri in base ai quali le imprese che intervengono sulle pavimentazioni, dovranno procedere, con l’obiettivo di recuperare tutto il materiale esistente e rimetterlo in opera con modalità differenti, secondo che sia a giunto unito o a giunto fugato. Anche nelle tecniche di rimozione dei masegni, saranno evitati utensili in ferro o a percussione, che possano danneggiare le pietre, privilegiando gli attrezzi traduzionali in legno, anche ricorrendo, con moderazione, alla sega circolare. Vietato l’uso della mola a disco e dei pali in ferro per la battitura. Come detto, prima di essere rimossi, tutti i masegni dovranno essere numerati e fotigrafati, e, dopo lo smontaggio, dovranno essere accatastati e coperti con tela e sigillo per evitare furti o danneggiamenti. Prima dell’apertura del cantiere e in corso d’opera dovranno comunque essere concordati sopralluoghi con i tecnici della Soprintendenza. Nel caso di sostituzioni o integrazioni, la trachite nuova dovrà presentare tutti i requisiti per essere classificata ottima e possedere colori il più possibile simili a quella della pavimentazione esistente. Regole molto severe che dovrebbero consentire di migliorare le percentuali di sostituzione dei vecchi masegni denunciate da Insula, ora comprese tra il 25 e il 47 per cento della pavimentazione esistente, ogni volta che si interviene. Il documento della Soprintendenza è stato discusso anche ieri in Commissione comunale consiliare che si è occupata della questione. Adesso il Comune provvederà a diffonderne la conoscenza con riunione con tutti gli enti e le aziende che si occupano in città degli interventi sulla pavimentazione, perché diventi il sistema di riferimento nei nuovi interventi, sperando che consenta, davvero, una maggiore tutela.

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