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Piero Bevilacqua
A Teano, prove di unità per il Paese
13 Novembre 2010
Piero Bevilacqua
Tra il 23 e il 26 ottobre, a Teano, si svolgerà una delle più insolite manifestazioni ...

Tra il 23 e il 26 ottobre, a Teano, si svolgerà una delle più insolite manifestazioni politiche e culturali degli ultimi anni. L'occasione è la ricorrenza dei 150 anni dal famoso incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Un incontro assunto a simbolo dell'annessione dell'ex Regno di Napoli allo Stato sabaudo, e dunque della data di nascita dello Stato unitario italiano. Sarà perciò la prima delle celebrazioni che si susseguiranno lungo il 2011, e che con molta probabilità è destinata a restare come la meno convenzionale e politicamente più eterodossa dell'intera stagione.

A Teano prenderanno la parola gli storici, alcuni dei più prestigiosi studiosi italiani e stranieri dell'Italia contemporanea, che esporranno gli esiti dello loro più aggiornate ricerche e che tenteranno anche di fornire uno sguardo storico sulle trasformazioni recenti del nostro Paese. Serietà e severità scientifica, utili non solo come antidoto alle vulgate “revisionistiche” degli ultimi anni, ma finalizzate anche a una comprensione più profonda dei caratteri dell'Italia contemporanea. Tuttavia non si parlerà solo di storia. A Teano confluiranno le rappresentanze delle più vitali e generose associazioni che la società civile italiana é riuscita ad esprimere negli ultimi anni, da Libera all' Altra economia per intenderci, e che daranno vita a workshop tematici su problemi rilevanti del nostro tempo. All'interno di questi, per 4 giorni, una foltissima rappresentanza di studiosi di varia formazione, militanti, amministratori, sindacalisti, provenienti da ogni regione d'Italia, discuterà di acqua pubblica, beni comuni, città e territorio, energie alternative, legalità, disoccupazione e lavoro, formazione e ricerca, ecc.

Teano è dunque l'occasione per una riflessione storica non celebrativa che fa da sfondo e premessa alla rappresentazione in grande stile della nuova cultura politica che fermenta nel cuore del Paese e che non trova più rispondenza, e neppure un' eco, non solo nelle aule del Parlamento nazionale, ma neppure nelle stanze ormai vuote dei partiti. Certamente, nel comune campano si incontreranno culture, storie, persone fra loro diverse. Linguaggi e punti di vista che si confronteranno e in qualche caso, probabilmente, si scontreranno con schiettezza. Ma questo straordinario pluralismo culturale e politico si presenta con solide basi comuni: esso porta a Teano, pur nella varietà delle posizioni, la difesa delle autonomie locali e dei territori che non mette in discussione l' unità nazionale, i valori dell'accoglienza e dell'inclusione, la condanna senza se senza ma del lavoro precario, della guerra che viola la nostra Costituzione e porta morte ad altre popolazioni, rivendica la difesa e l'estensione dei beni comuni come forma di gestione che si sottrae al mercato, la tutela della legalità, la cura dell'ambiente e del paesaggio, la pratica di economie e di relazioni solidali, riafferma la centralità della scuola e dell'Università pubblica.

Potremmo dire che le giornate di discussione a Teano si presentano un po' come una metafora della sfida che una formazione politica all'altezza delle necessità presenti dovrebbe oggi in Italia assumere come proprio obiettivo storico: raccogliere la diversità di culture, economie, bisogni, storie e provenienze che sommuovono e talora lacerano il nostro Paese, ma che alimentano spesso la sua creatività, per farne la leva di un nuovo progetto di società solidale. Trasformare le sue interne diversità e differenze, l'arcipelago delle sue vitali difformità, in un superiore disegno cooperativo che ridia nuovo senso e nuove speranze allo stare insieme nella casa comune della nazione. E' forse oggi la sfida più grande che gli italiani hanno di fronte. Contro «l'egoismo territoriale» della Lega, fomite di divisione, ispiratore di un'idea rancorosa e perdente di organizzazione sociale, si può contrapporre una diversità che dialoga, che si tende la mano, che collabora nella comune sfida all'interno dell'economia-mondo del nostro tempo.

Ma Teano rappresenterà anche altro. In quei giorni nella piccola cittadina ci sarà quella che definirei l' Esposizione universale della sinistra reale del nostro Paese. Sia pure per ristrette rappresentanze, saranno all'opera le multiformi culture politiche che in tutti questi anni la sinistra non parlamentare è venuta elaborando al di fuori dei partiti, nel vivo delle vertenze, delle lotte locali, delle iniziative settoriali, sui siti della rete, sulla stampa, nei territori, nei mille comitati e associazioni in cui si è venuta esprimendo la politica dal basso in Italia. A Teano si potrà avere una idea campionaria di una sinistra del Paese, oggi priva di rappresentanza, e che il sistema maggioritario, applicato come una camicia di forza, tiene ai margini della vita politica nazionale. Ma questa Esposizione può costituire una grande occasione sperimentale. Qui si potrebbe cominciare a provare come la diversità, la varietà dei punti di vista, degli approcci, delle prospettive possa alla fine approdare a una pratica cooperativa, dare vita a un progetto comune: articolato, ma condiviso.

La stessa sfida che oggi ha di fronte l'Italia ce l'ha la sinistra. Ambedue, in passato, hanno saputo tenere insieme le diversità interne e hanno attraversato, da protagoniste, la storia contemporanea.

La sinistra non è ancora riuscita a portare la propria pratica politica all'altezza di una sfida che si è trovata di fronte negli ultimi decenni: la ricchezza critica e culturale raggiunta dagli individui nel nostro tempo. Essa è rimasta al di qua di questa soglia, che non le ha ancora consentito di approdare a una nuova epoca dell'organizzazione del conflitto. Le fedi del passato si sono dissolte e la politica, che certamente vive di passione, si pratica tramite le analisi circostanziate degli individui. E qui va accennata una verità scomoda: in passato gran parte dell'unità, del disciplinamento militante degli uomini della sinistra, era frutto anche di un atteggiamento semireligioso, di un'obbedienza passiva a dettami ideologici ridotti a catechismo. Il pluralismo delle visioni individuali oggi non consente più quella formidabile coesione ideale. Un livello sempre più avanzato di informazioni e di conoscenza critica rende arduo trovare tra gli individui la sintesi che costituisce la base della decisione, la premessa dell'azione comune. Ma qui sta il punto drammatico su cui occorre concentrare l'intelligenza di questo vasto arcipelago che è oggi la sinistra italiana. E' necessario elaborare, al più presto, una cultura dell'accordo, dell'accettazione delle decisioni prese a maggioranza, sapendo che una scelta collettiva valle mille volte la propria solitaria verità individuale. Coltivare non l'arte dell' unità – che non sarà più possibile – ma della cooperazione solidale deve diventare l'obiettivo strategico di una sinistra che esce dalla propria minorità.

Facile a dirsi, difficile a farsi. E tuttavia le innumerevoli sconfitte degli ultimi anni sono troppo ricche di insegnamenti per far finta di nulla. Alla fine sono le necessità che danno alle possibilità l'occasioni e i fondamenti per realizzarsi. O la sinistra consegue questo più avanzato livello cooperativo o s'inabisserà nell'irrilevanza.

A Teano si possono, dunque, fare prove importanti di questo territorio sperimentale. Perché la discussione avverrà su problemi concreti, lontani dalle diatribe degli schieramenti e delle tattiche elettorali in cui le oligarchie oggi in frantumi continuano a scindersi e a dissipare il loro tempo. Acqua pubblica, disoccupazione della gioventù, energie alternative, agricoltura biologica, acquisto solidale, rifiuti differenziati , vivibilità urbana, ecc. Tutti temi su cui non solo è facile trovare il legame cooperativo, ma che non si presentano come i tasselli sconnessi di rivendicazioni settoriali. Un comune, vasto orizzonte culturale e strategico li tiene insieme. Costituiscono le articolazioni di un progetto ormai sempre più evidente di società, che attende di trovare le proprie specifiche forme organizzative, per partire dai dispersi territori del Paese ed entrare come forza riformatrice nello luoghi decisionali dello Stato.

Qui il programma e gli altri materiali dell'incontro di Teano

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