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A. Scano: «Mistici, o meglio, manichei». G. Todde: «Magari solo attenti ai fatti»
24 Febbraio 2012
Sardegna
Una singolare invettiva del consigliere PD Andrea Scano e una pacata replica di Giorgio Todde sulla questione Tuvixeddu. La Nuova Sardegna, 20 e 23 febbraio 2012

Mentre il sidaco Zedda dà segnali che indicano un positivo recepimento delle critiche alle incertezze dimostrate sulla questione Tvixeddu-Tuvumannu, l’autorevole consigliere comunale PD Andrea Scano, presidente della commissione urbanistica, emana una fatwa che avremmo forse inserito nel nostro “stupidario”. Gli ha replicato il nostro opinionista Giorgio Todde, il cui intervento avremmo inserito, coe di consueto, nelle “opinioni”. Mediando tra le due collocazioni inseriamo entrambi i pezzi in una cartella più neutrale.

Non siamo cementificatori

di Andrea Scano

Alcuni hanno interpretato la complessa e intricata vicenda di Tuvixeddu in una maniera che oserei dire mistica. O forse, meglio ancora, manichea. Per costoro esistono due principi opposti: la Luce e le Tenebre. La Verità e la Menzogna. Ovviamente, costoro sono assolutamente certi di essere portatori di Luce e Verità. Ai loro occhi gli altri, i diversi, appaiono soltanto demolitori di stadi, costruttori di inutili opere (quali i campus universitari…) e cementificatori senza scrupoli.

Questi personaggi sono vittime di un’ossessione: spararla grossa per produrre effetti sensazionali. Perdono così il contatto con la realtà (che molto più frequentemente è fatta di sfumature, possibilità, gradazioni di luce e colore). E perdono, conseguentemente, la possibilità di incidere sulla realtà stessa. Ma non importa: se la filosofia è “Ciò che non è sensazionale non è reale”, allora ogni iperbole è valida, ogni estremizzazione è giustificata. Francamente mi viene difficile pensare al sindaco Zedda, alla sua giunta e a noi consiglieri di maggioranza, come a una congrega di cementificatori che, armati di ruspe e betoniere, si apprestano a devastare ciò che rimane di Cagliari. Forse qualcuno degli Apostoli della Luce si sarebbe aspettato soluzioni pronte in tempi rapidissimi su tutti i “grandi temi” che riguardano la città: metropolitana-piano centro storico-lungomare Poetto-raccolta differenziata-baretti-anfiteatro-housing sociale-Molentargius-periferie-stadio-Tuvixeddu-adeguamento PUC a PPR tutto e subito. La Luce che si impone con forza e immediatezza sulle Tenebre… Mi dispiace deluderli: ci stiamo lavorando, ma occorreranno tempo, pazienza e disponibilità a qualche compromesso. Purtroppo chi ha un approccio di tipo dogmatico, da Verità Assoluta, non è interessato a risolvere concretamente i problemi. E’ appagato dal poter ribadire in maniera intransigente la propria posizione di principio. Che, ai suoi occhi, appare come l’unica connotata da caratteristiche di Verità e di Luce.

Si parla tanto dell’adeguamento del PUC al PPR. E’ necessario e doveroso farlo. Ma con questo adeguamento non sarà possibile ottenere per magia “zero metri cubi di cemento e un parco pubblico gratis subito”. Piacerebbe tanto anche a noi, ma la realtà è diversa. Nella realtà ci dovrà essere un accordo tra comune, regione, soprintendenza. In una cornice costituita da legittimi interessi pubblici e da interessi, altrettanto legittimi, dei privati.

Mettere insieme tutte queste istanze per produrre un risultato (e non chiacchiere) comporta la disponibilità a porsi da un altro punto di vista. E’ necessario rinunciare a tutte quelle “lettere maiuscole” per riuscire a leggere una realtà fatta di luci e ombre (scritte con lettera minuscola); luci e ombre che spesso si mischiano e confondono. Per risolvere i problemi concreti servono volontà, capacità e coraggio. Anche il coraggio di togliersi l’elmetto, quando è necessario.

Compromesso e Mediazione

di Giorgio Todde

La Giunta insonorizzata che governa Cagliari commenta con parole frugali e prudenti la propria azione. Non sappiamo quindi – speriamo di no - se abbia affidato un messaggio in bottiglia al Consigliere Andrea Scano sulla Nuova del 20 febbraio e neppure a chi quest’ultimo si rivolgesse con il suo elaborato. Mancava il destinatario.

Ne abbiamo, comunque, apprezzato la forma. Non abbiamo potuto apprezzare i contenuti perché, per quanto li abbiamo cercati, non ne abbiamo trovato.

Nel sermone contro “mistici” e “manichei” il Consigliere dimentica il proprio periodo mistico quando se la prendeva “col sindaco Emilio Floris per essersi schierato coi costruttori”. Reclama il solito “lasciate lavorare il centravanti”. E le altre sparate le affidiamo alla misericordia del lettore.

C’è un’unica parola che non fa sorridere nella sua omelia: la parola “compromesso”. L’abbiamo sentita troppe volte e mette paura.

Ma il Consigliere trascura ogni cenno al merito delle questioni sollevate da questo giornale. E al merito noi ci atteniamo.

Il Consigliere non ha potuto trovare nello scritto del 6 febbraio sulla Nuova una parola che non fosse sostenuta da un solido argomentare, anche giuridico. Provi a smentire. E non nell’etere, ma sulla carta stampata.

Cosa racconta, il Consigliere, del parcheggio sotto le mura? Del progetto del Campus? Nessuno è contro un Campus, ma quel progetto è un mostro. E cosa argomenta sulla delibera Tuvixeddu, attesa in Consiglio da un’opposizione entusiasta? E’ la delibera ad aver destato preoccupazione e non l’intervento apparso sulla Nuova.

Nella delibera è detto chiaro che l’area di tutela integrale può consistere nel solo francobollo della necropoli e del catino, già tutelati dal ’96. Che si possa ridurre il raggio della tutela a meno di cento metri dalla necropoli. Che si deve ottemperare al Piano urbanistico comunale il quale prevedeva 270.000 metri cubi per l’impresa e 120.000 di servizi. E cosa significa questo, se non che si può costruire a ridosso della necropoli?.

Che sulla questione Tuvixeddu occorra una mediazione appare ovvio anche a un bimbo e tutti prendiamo atto delle dichiarazioni confortanti del Sindaco sull’inedificabilità dei due colli. Tanto più che i Tribunali hanno ormai chiarito quasi tutto, salvo certi aspetti penali. Ora si deve agire, sì, ma nella direzione indicata dalle sentenze e sarà necessaria una sapiente mediazione, forti delle “posizioni” conquistate.

Siamo contenti di avere un piano di utilizzo del Poetto non più terra (nera) di nessuno, contenti che non si faccia il parcheggio rovinoso in via Roma, che si rimuovano i tavolacci dall’anfiteatro. Assai contenti dell’annunciato adeguamento del nostro Piano urbanistico al Piano paesaggistico. E vedremo come si dipanerà.

Ma – tralasciando delibera, parcheggi, vuoti urbani, successi e intenzioni – oggi vediamo Tuvixeddu malconcio. Il bianco dei colli contaminato, il fascino dei luoghi sfumato, sepolture intercettate da fioriere faraoniche, un avvilente snaturamento del sito che fa rimpiangere quello che avremmo dovuto conservare e che continuiamo a cancellare. A Tuvixeddu si deve vedere Tuvixeddu e non lo smisurato progetto del Parco. Ci aspettavamo una “mano” diversa, un’altra attenzione e la modifica di quel progetto. E’ ipocrita piangere Lilliu – anche lui “mistico-manicheo” della tutela integrale – e ignorare la sua lezione trasformando una necropoli in giardinetto.

L’esercizio della critica non è un agguato. Noi sosteniamo la Giunta anche con la critica e non predicando il funesto compromesso universale. Quanto alle idee del Consigliere Scano continueremo a cercarle nei suoi scritti. Prima o poi le troveremo. Per ora sentiamo nelle sue parole le stesse intonazioni, ma più scortesi, di chi lo ha preceduto al governo cittadino. Sarà questa la continuità.

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