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Piero Mannironi
A rischio il delicato rapporto con ambiente e paesaggio
9 Marzo 2009
Sardegna
Non è un caso che la Sardegna del neogovernatore Cappellacci, assieme al Veneto, sia in prima fila a sostenere il piano casa del governo. Da La Nuova Sardegna, 9 marzo 2009 (m.p.g.)

Che l’edilizia avesse bisogno di una potente iniezione di fiducia e un quadro normativo di sostegno per poter essere rianimata è una premessa ampiamente condivisa. Come è sicuramente un’esigenza sentita da tutti la semplificazione delle complicatissime procedure urbanistiche. Le posizioni si radicalizzano invece quando si entra nel merito della filosofia dell’intervento legislativo di indirizzo. E cioé: una materia complessa e articolata come l’edilizia non può essere ridotta a una cornice “omnibus”, valida quindi per tutte le situazioni. Impossibile non percepire, per esempio, le differenze sostanziali tra interventi nei centri storici o sulle coste, tra riqualificazioni e nuova edilizia residenziale. Si tratta di un problema particolarmente sentito in una regione come la Sardegna che, guarda caso, è stata vista dal premier Berlusconi come uno dei punti di partenza per la sua “rivoluzione”. Non è infatti una semplice coincidenza il fatto che il neo governatore Ugo Cappellacci abbia partecipato all’incontro ristretto con il Cavaliere (insieme al collega del Veneto Giancarlo Galan) per dare il suo “imprimatur” preventivo al piano edilizio che approderà venerdì in Consiglio dei ministri. Eppure la Sardegna, la “sua” Sardegna come amava dire Berlusconi in campagna elettorale, è una Regione assolutamente atipica rispetto alle altre, proprio per il suo specifico che rende particolarmente delicato il fronte urbanistico. A partire dal delicatissimo rapporto tra cemento e ambiente e paesaggio, risorse straordinarie - ma anche fragili e depauperabili - per un possibile sviluppo economico e sociale fondato sull’industria dell’accoglienza.

E non è possibile non pensare alla necessità di una forte mediazione della politica per equilibrare la sostenibilità degli interventi con quella voracità per il cemento che è diventata una pericolosa costante nei comuni costieri dell’isola. La semplificazione della pericolosa equazione: più cemento, più ricchezza. La prova che le pressioni sulle coste siano fortissime è nei dati elettorali stessi. Il successo del Pdl e dei suoi alleati in 67 dei 72 comuni rivieraschi è infatti più una bocciatura alla “legge salvacoste”, fortissimamente voluta da Renato Soru, che un premio al centrodestra. Anche se, per dirla tutta, in molti comuni costieri il centrodestra incarna quella “deregulation” del mattone che tanto piace a piccoli e grandi imprenditori, ma purtroppo piace anche ai piccoli e ai grandi speculatori. E deve far riflettere proprio la dimensione del successo del centrodestra in questi comuni. A volte con risultati addirittura bulgari (anche se oggi sarebbe meglio dire cinesi). Arzachena, per esempio, sintesi perfetta di un benessere nato dal binomio cemento-turismo, la coalizione guidata da Ugo Cappellacci ha raggiunto un incredibile 73,7%. Ma gli esempi sono tanti, tantissimi. Berlusconi, che probabilmente si è dimenticato di telefonare al suo “amico” Putin per perorare la causa dell’Euroallumina o si è dimenticato dei fondi per la nuova strada Sassari-Olbia, ha sicuramente ricordato che nella “sua” Sardegna ci sono praterie di possibilità per un certo mondo dell’edilizia.

Difficile infatti immaginare che con Cappellacci abbia discusso del recupero del centro storico di Desulo, di Armungia o di Bosa come modello di sistema per agevolare un rilancio dell’edilizia. Eppure, proprio quel tipo di filosofia potrebbe offrire straordinarie possibilità alla rimessa in moto dell’edilizia e al sostegno del turismo. Basti pensare all’esempio di Tratalias, piccolo centro del Sulcis, dove il centro storico abbandonato è stato recuperato e trasformato in un bellissimo albergo diffuso, con tanto di ristoranti e bar. E soprattutto a pochi chilometri da uno dei mari più belli di tutta la Sardegna. Per concludere, sicuramente esagerano alcuni ambientalisti quando dicono, estremizzando il discorso, che aumentando del 20% le cubature sulle coste si arriverebbe a qualche decina di “masterplan”. Ma nessuno può però negare che, con la cornice disegnata da Berlusconi, si potrebbe arrivare davvero all’effetto impattante di qualche confuso “masterplan”. E per ora nessuno ha ancora parlato di come dovrebbero essere rivisitati i Puc...

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