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Judith Butler e Paola Rudan
A Colonia tutti contro tutti dopo il Capodanno choc
7 Gennaio 2016
Donna
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Germania. S’infiamma il caso delle molestie sessuali di massa. Il ministro degli Interni accusa la polizia, i media se la prendono con la sindaca Reker, Csu e destra con gli stranieri. E in rete parte l’appello: "Andiamo a difendere le nostre donne"». Il manifesto, 7 gennaio 2016

Il capodanno di Colonia sembra annunciare una catastrofe politica e sociale in tutta la Germania. Cosa sia veramente accaduto è molto poco chiaro. Certo è solo che un elevatissimo numero di donne sono state aggredite, molestate, derubate da folti gruppi di giovani uomini, cui molte testimonianze attribuiscono tratti nordafricani o mediorientali. Certo è anche che le notizie su quanto accaduto sono giunte solo alcuni giorni dopo l’orribile notte di San Silvestro. E, come spesso accade in un quadro indistinto, fioriscono speculazioni e manipolazioni.

Tutti accusano tutti: il ministro degli interni de Maziere accusa la polizia di Colonia, il ministro degli interni del Nordreno-Westfalia la difende, il sindaco di Colonia Henriette Reker, nota per le sue posizioni favorevoli all’accoglienza dei rifugiati, viene accusata da alcuni media di essersi limitata a risibili consigli «antimolestie», la Csu riprende la parola d’ordine dell’estrema destra sulla «stampa bugiarda», sospettata di coprire il ruolo decisivo dell’immigrazione islamica nella diffusione di aggressività nei confronti delle donne. Le quali, stando almeno alle testimonianze selezionate, risultano tutte di impeccabile stirpe germanica. Circostanza improbabile in una popolazione mista come quella di Colonia, ma che diversamente avrebbe complicato il comodo schema del bianco e del nero.

Intanto, col passare dei giorni, nuove denunce piovono sulla polizia, da Amburgo, Duesseldorf, Bielefeld, Francoforte. Immancabilmente gli aggressori parlano un cattivo tedesco con forte accento arabo. Non mancano nemmeno voci, del tutto infondate, secondo cui tra i “fermati” figurerebbero alcuni migranti richiedenti asilo. In realtà allo stato attuale non risultano fermi o arresti.

Intanto sulla rete circolano inviti a recarsi a Colonia «per difendere le nostre donne». «Nostre«, appunto, proprietà del maschio germanico, chiamate a incarnare non la loro libertà, ma i «valori» tedeschi. È da mesi che i media conservatori insistono sul fatto che la prevalenza di giovani maschi di religione islamica tra i rifugiati avrebbe comportato una minaccia per la sicurezza delle donne. Personaggi e forze politiche da sempre attaccati ai tradizionali ruoli dettati dal patriarcato si scoprivano improvvisamente convinti paladini della libertà femminile.

E i fatti di Colonia rappresentano il perfetto coronamento di questa campagna. In un clima in cui la violenza contro gli stranieri cresce in maniera esponenziale gli appelli a «vendicare» le vittime della notte di San Silvestro rischiano di trovare non poco ascolto.

Ma queste minacciose conseguenze non ci esimono dal capire cosa sia veramente accaduto tra la stazione e il duomo della città renana.

Fonti governative e di polizia insistono nel ritenere le aggressioni un disegno organizzativo, se non addirittura una «nuova forma di criminalità organizzata» (questo sostiene il ministro della Giustizia). Sembra che nell’area della stazione di Colonia operassero indisturbate bande di scippatori di origini algerine da tempo residenti in Germania. Può darsi che per San Silvestro queste ed altre bande provenienti da diverse città si fossero concentrate per sfruttare l’occasione della folla in festa. Se è vero che gli aggressori agivano per gruppi di 20 o 40 persone non si può escludere, se non altro, almeno un ampio passaparola.

Ma non è affatto chiaro a quanti gruppi possano essere imputate le aggressioni. Né in quale misura possa esservi stata emulazione alimentata dall’alcol e dalla confusione. Di certo in questa oscurità si moltiplicano ipotesi e supposizioni, circolano veleni e si annidano nuove violenze.

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