Il manifesto, 24 aprile 2016
Anche l’Anpi, di solito prudente, sottolinea che questo 25 aprile non è solo una festa. Le tragedie non sono da tenere vive solo nella memoria e non basta la retorica degli orrori che si possono ripetere, perché il 71esimo anniversario della Liberazione «cade in un complesso di vicende europee che riporta l’orologio della storia in un tempo dove la civiltà e le pratiche democratiche erano pesantemente oscurate». Dunque non sono manifestazioni rituali quelle che l’associazione dei partigiani sta organizzando per domani in tutta Italia. Come non è rituale la denuncia dei «movimenti di chiara marca neonazista e neofascista che arrivano fin dentro i governi». Non è questa «la società che sognavano i combattenti per la libertà», scrive l’Anpi riferendosi ai profughi in fuga da guerre e fame respinti dall’Europa.
A Milano, dove si terrà la manifestazione nazionale (da Porta Venezia, ore 14), risulta evidente l’urgenza di far vivere questo 25 aprire non limitandosi a commemorare il passato. Lo si intuisce a partire dal palco di piazza Duomo, che ospiterà Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, l’autorità che più di ogni altra sente la vertigine della fine dell’Europa come era stata immaginata all’indomani del secondo conflitto mondiale. Il suo grido di dolore è inascoltato (sul palco è previsto anche un intervento del sindaco Pisapia e del presidente nazionale dell’Anpi Smuraglia). La stessa tensione a ragionare sul presente si respirerà anche lungo il corteo che sempre dà spazio a chiunque lo voglia attraversare – fascisti esclusi – e che questa volta si caratterizza con alcuni spezzoni di “movimento” significativi. Il primo è dedicato alle “nuove resistenze” e vedrà la partecipazione della comunità curda e palestinese. Il secondo marcia in sintonia con la campagna “Stop war not people” che da settimane lavora per unire pezzi di movimento e portare in piazza alcune comunità straniere. Infine, fino a notte, la rete Partigiani in Ogni Quartiere organizza il festival delle culture antifasciste (da ieri a lunedì a Trenno).
Corteo anche a Roma, con partenza alle 10 dal Colosseo e arrivo a Porta San Paolo, dove interverranno alcuni partigiani e Luciana Castellina. Nel pomeriggio una delegazione si recherà a Ostia per rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invece, ha deciso di celebrare la Liberazione a Varallo, nel cuore della Val Sesia (Piemonte), una delle zone a più alta densità partigiana d’Italia. Salvo poi dedicarla ai marò. [incredibile]